Acne neonatale cos’è, quando compare, quanto dura e cosa fare. Tutte le risposte per un fenomeno che non interessa solamente i giovani.
L’acne non è un evento prettamente adolescenziale; anche i neonati possono avere i brufoli. L’acne neonatale è però un fenomeno transitorio e innocuo, se si ha qualche accortezza.
Neonato pelle di pesca, liscia, rosea, intonsa… non così tanto, in realtà! Tra la vescica da suzione sulle labbra, grani di miglio su naso e guance e macchia mongolica sul fondoschiena altro che vellutato frutto estivo.
E ora ci si mettono pure tutti questi puntini e questi brufoletti. Ma cosa mai sarà? La causa più comune dei brufoli nei bambini piccoli é l’acne neonatale.
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Cos’è l’acne neonatale?
L’acne neonatale è un fenomeno cutaneo dei bambini piccoli, caratterizzato da lesioni pustolose (rosse e bianche) e comedoni chiusi (microcisti) sul viso, in particolare sulla fronte, sulle guance e sul mento. A differenza dell’acne giovanile, in genere non presenta comedoni aperti (punti neri).
Il fenomeno è piuttosto comune, la comparsa di brufoli riguarda 1 neonato su 5, con una prevalenza per i maschi.
Ma niente panico! L’acne neonatale non arreca alcun fastidio ai frugoletti: niente prurito, niente bruciore, nessun dolore, praticamente è come non averla. L’inconveniente infatti è solo di natura estetica e affligge, quindi, solo gli adulti che gravitano attorno al piccolo.
Quando compare e quanto dura
L’acne neonatale si manifesta entro il primo mese di vita del bambino; alcuni bambini hanno brufoli già alla nascita, ma nella maggior parte dei casi compare dopo 2-3 settimane. L’acne può permanere per diverse settimane, ma così com’è apparsa, se ne andrà senza lasciare alcun segno o cicatrice sulla pelle del bambino. Nel caso persista oltre i 6 mesi di vita, il pediatra potrà eventualmente prescrivere qualcosa per agevolarne la scomparsa.
Da cosa è causata l’acne neonatale?
L’acne neonatale è dovuta agli ormoni materni che rimangono in circolo nel bambino dopo il parto. In particolare, sono causati dagli ormoni androgeni che hanno un’azione stimolante sulle ghiandole sebacee.
Durante la vita intrauterina, vi è un continuo scambio di sangue tra mamma e bimbo; l’organismo della madre produce ormoni, ma provvede anche a metabolizzarli.
Dopo la nascita, il fegato del piccolo non è in grado di eliminarli efficacemente e quindi si verifica una situazione di squilibrio che porta alla stimolazione delle ghiandole sebacee del neonato, con conseguente comparsa di acne.
Poiché i piccoli producono piccolissime quantità di ormoni, il fenomeno tende ad attenuarsi man mano che gli ormoni materni sono metabolizzati.
E’ importante sottolineare che l’acne neonatale NON è in alcun modo collegata all’allattamento al seno! Potete continuare ad allattare tranquillamente mangiando ciò che vi pare.
Come agire in caso di acne neonatale
L’acne neonatale è un fenomeno transitorio ed innocuo, ma è necessario mettere in pratica alcune accortezze per evitare che i brufoli e i comedoni si infiammino.
Cose da fare
- Detergere delicatamente la pelle del viso con acqua una volta al giorno. Asciugare sempre tamponando e non strofinando.
- Applicare latte materno sopra le bollicine: l’azione anti-infiammatoria e antimicrobica del latte potrebbe favorire la regressione dell’acne.
- Avere pazienza: l’acne neonatale è un fenomeno transitorio e presto la pelle del vostro piccolo diventerà liscia, morbida e perfetta.
Cose da non fare
- Non usare oli e sostanze grasse che possono peggiorare la situazione.
- Non usare prodotti anti-acne studiati per gli adolescenti: sono decisamente troppo aggressivi per la pelle delicata dei piccolissimi.
- Giù le mani dai brufoletti: non strofinateli, non cercate di schiacciarli, non li grattate. Stuzzicare la parte infiammata non farebbe che peggiorare la situazione.
