Lo svezzamento inteso come introduzione di cibi solidi: i nostri piccoli consigli per uno svezzamento sereno da vivere insieme con meno stress e più gioia.

Lo svezzamento o alimentazione complementare è una delle tappe fondamentali dello sviluppo dei nostri bambini e viene spesso vissuto con un po’ di “ansia da prestazione” da parte dei genitori. Come per ogni aspetto di puericultura e pedagogia i consigli (non richiesti) non mancano. Nel mare di indicazioni che vi arriveranno da ogni dove, proviamo ad offrirvi un altro punto di vista circa la possibilità di uno svezzamento senza stress.

E tu che svezzamento fai?

Io mi svezzo da solo. Io invece mangio mais e tapioca. L’eterna lotta tra l’autosvezzamento e lo svezzamento tradizionale.

Io parto dalla frutta. Per me vale tutto anche la lasagna.

Ma tu frulli? No io solo pezzi. E se poi si strozza?

Come fare a scegliere qual è il percorso più adatto alla nostra famiglia?

Anche in questo caso, come ad esempio per il sonno condiviso, ogni famiglia dovrà trovare il proprio equilibrio, perché lo diremo fino allo sfinimento: ciò che è giusto per qualcuno può non esserlo per qualcun altro. Se vi state apprestando ad iniziare lo svezzamento del vostro bambino, ci sono alcune indicazioni di base che possono essere comuni a tutti e che, ci sentiamo di poter testimoniare, rendono questa tappa di crescita molto più rilassata di quanto all’inizio non possa sembrare.

Quando cominciare lo svezzamento?

Prima regola: non avere fretta. Lo sappiamo benissimo che l’allattamento è spesso molto faticoso, e sappiamo anche che l’idea che i nostri bambini comincino a mangiare del cibo diverso dal latte ci dà la sensazione che “stanno diventando grandi”. Ma, come si suol dire, “ogni cosa a suo tempo”.

Purtroppo, so di darvi un’enorme delusione, ma la nostra libertà non passerà purtroppo attraverso l’uso di un cucchiaino.

E allora, quando cominciamo lo svezzamento? Ascoltiamo l’OMS? Ascoltiamo il pediatra? Ci affidiamo ai racconti della bisnonna? Tiriamo i dati?

In realtà nessuna di queste opzioni è totalmente corretta – nemmeno quella dei dadi. La cosa che invece possiamo e DOBBIAMO fare è metterci in osservazione.

Impariamo ad osservare i nostri bambini. Il tempo investito nell’osservazione ci fornirà un sacco di importanti informazioni per capire quando poter cominciare a proporre qualcosa di diverso dal latte, rendendo questo passaggio il più naturale possibile.

consigli per uno 
svezzamento sereno

I 3 segnali da scorgere nel nostro bambino

La posizione seduta. Il nostro bambino deve stare seduto da solo. Il che non significa che lo puntellerete nel seggiolone per mezzo di simpatici cuscini colorati oppure imbottendo tutti gli spazi laterali per dare sostegno alle spalle. Stare seduto da solo significa, non scivolare pian piano verso il basso, ma mantenersi eretti… e non per soli 45 secondi.

La perdita del riflesso di estrusione. Confondere l’interesse per il cibo con la presenza del riflesso di estrusione è piuttosto frequente. Avete presente quando avvicinando il cucchiaino alla bocca il bimbo tira fuori la lingua? Ecco non sta dimostrando apprezzamento per la vostra cucina, semplicemente viene evocato il riflesso di estrusione, un meccanismo di difesa donato dalla natura che protegge dal soffocamento i bambini che non sono pronti ai cibi solidi. Se proverete a forzare il blocco (sappiate che non si fa, ma tanto lo farete tutte 😉 ), noterete che il cibo che avrete infilato in bocca al piccolo, per buona parte colerà agli angoli della bocca… è la natura che lo prevede, non il fatto che il bambino debba “imparare a prendere il cucchiaino”. Prendiamo coraggio e appoggiamo il cucchiaino al piatto, ancora per un po’.

La curiosità. Questo è un segnale difficile da individuare con chiarezza, lo ammetto. Spesso è la mamma ad essere più curiosa del bambino, vorrebbe vederlo alle prese con questa nuova esperienza e riconosce segnali di curiosità, anche dove spesso non ci sono. E’ piuttosto normale che un bimbo di 4/5 mesi dimostri interesse verso ciò che c’è a tavola. E’ un’attività che si ripete quotidianamente, il cibo è colorato, mamma e papà sono felici mentre sono a tavola e quello che c’è nei piatti si mette in bocca. Sfido chiunque di voi a non ravvisare curiosità. Attenzione però, nella stragrande maggioranza dei casi, non si tratta di curiosità verso il cibo come possibile nutrimento, ma verso quello che viene visto. Se piuttosto che carote, ravanelli e olive verdi metteste nel piatto dei pezzetti di lego colorati, la reazione di vostro figlio sarebbe probabilmente la stessa.

La vera curiosità verso il cibo la riconoscerete: di solito è accompagnata da un tentativo di furto dal vostro piatto 😉

7+1 consigli per uno svezzamento sereno

1. Frequentare un corso di manovre di disostruzione pediatrica

L’ostruzione delle vie aeree in età pediatrica è un evento non raro ed il rapido riconoscimento ed intervento può risolvere situazioni potenzialmente molto pericolose. Avere la competenza per poter intervenire in caso di necessità ci aiuta ad essere più tranquilli e padroni delle situazioni.

2. Condividere il momento del pasto con tutta la famiglia

Alzi la mano chi ama mangiare da solo… pochini, eh. Il pasto è un momento conviviale da trascorrere tutti insieme e i bambini non fanno eccezione. Abituiamo i nostri bimbi a stare a tavola con noi anche nelle fasi precedenti lo svezzamento, affinché comincino a conoscere la ritualità del momento del pasto. Anche se inizialmente il vostro bambino mangerà alimenti diversi da voi, cercate di consumare il pasto nello stesso momento, perché il pasto deve essere “un affare di famiglia”.

3. Non avere fretta. Tra aspettative e realtà. 

Ogni fase di passaggio, ogni introduzione di novità nella routine dei bambini, può generare un po’ di scombussolamento. E’ probabile che l’introduzione del cibo solido non faccia eccezione. Se per il genitore il primo approccio al cibo solido rappresenta un piccolo/grande traguardo da festeggiare, per il bambino, potrebbe non risultare altrettanto entusiasmante. Potrebbe accadere che il bambino assaggi un paio di cucchiaini per poi serrare la bocca. Non scoraggiamoci e il giorno dopo sorridenti e propositive ci riproveremo. Riempiamo poco il piatto del pargolo per non aumentare il nostro senso di frustrazione. E soprattutto, tentiamo di non fare paragoni, con figli di amiche, nipotini, figli della cugina della nonna: ogni bambino ha i suoi tempi e reagirà in maniera differente.

consigli per uno svezzamento sereno

4. Spesso il latte ci salverà (che sia della tetta o che sia artificiale)

Fino all’anno di età il latte rimane l’alimento principale nell’alimentazione dei bimbi. Quindi in caso di pasto non proprio gradito, oppure in caso di ripetuti assaggi che non si sono poi trasformati in un pasto completo, proponiamo il latte. Non state facendo un passo indietro, state facendo un passo alla volta. Tornerete a proporre cibi solidi al prossimo pasto.

5. Non si mangia con l’inganno

Non esistono regole predefinite sulla quantità di cibo che devono mangiare i vostri bambini. Soprattutto all’inizio potrebbero essere pochi cucchiaini di passato di verdure, o anche solo alcuni pezzetti di carota lessa, oppure un assaggio di risotto allo zafferano. Cosa fare in questi casi? Primo fra tutti non camuffiamo i sapori. Un cucchiaio di pappa salata  alternato ad un cucchiaio di mela frullata non è, né mai sarà, una buona idea. Seconda cosa, non occorre applicare alcun metodo di distrazione. Niente cucchiaini che si fingono aeroplani, niente cartoni animati sul cellulare della mamma, niente promesse di premi o regalini, ma soprattutto niente panico e all’occorrenza applicate il punto 4.

6. Variamo le consistenze ed i sapori

Quando mi fu presentato dal pediatra lo schema di svezzamento classico, per la prima settimana mi affidai alle indicazioni riportate nel magico foglietto, dove venivano indicati i cibi e i tempi per la loro l’introduzione. Mi è stato chiaro sin da subito che quel tipo di schema non poteva fare al caso nostro. Infatti, dopo la prima settimana, dove il pranzo non sembrava per nulla un momento di gioia, quanto una specie di condanna, ho smesso di preparare la “sbobba”… e l’avventura svezzamento ha avuto inizio con reciproca soddisfazione. Del resto è possibile condividere il pasto, magari variandone la consistenza.

consigli per svezzamento sereno

Non fatevi quindi limitare da schemi preconfezionati, la scienza anche su questo ha fatto discreti passi avanti 😉 , non vi sono motivi per ritardare l’introduzione di cibi se non la necessità di affidarci alla stagionalità dei prodotti, che tradotto significa niente fragole a novembre, non niente fragole fino ai 3 anni. E sdoganiamo le consistenze, lasciamo che i bambini sviluppino le loro innate competenze nella gestione dei piccoli pezzi, se vi sta salendo l’ansia pregasi rileggere il punto 1.

7. Lasciamoli sperimentare

La conoscenza del cibo passa sicuramente dal senso del gusto, ma anche e soprattutto attraverso la manipolazione. Infilare le mani nel piatto, portare alla bocca, spatasciare sul tavolo o sul seggiolone, schiacciare, spremere, ciucciare, spalmarsi addosso ogni tipo di cibo sono esperienze che i bambini devono fare. Non limitiamoli cercando di farli rimanere puliti. Rendiamo lieto l’approccio con il cibo e se il vostro timore è sempre “avrà mangiato abbastanza?” possiamo adottare qualche piccola strategia. Possiamo lasciar sperimentare i nostri bambini con una parte del loro pasto e aiutarli noi con la parte restante… almeno finché ce lo concederanno. Una volta che saranno in grado di afferrare i pezzetti e portarli alla bocca, il nostro ruolo sarà unicamente di supervisore-pulitore, salvo avere in casa animali a 4 zampe, felicissimi di poter raccogliere ogni più piccola briciola dovesse cadere dalle mani del piccolo di casa.

consigli per uno svezzamento sereno

Un ultimo consiglio che vale per tutti e non solo in fase di svezzamento, ed è facciamo attenzione agli alimenti: meno zuccheri più salute.

In ogni dove vi racconteranno la teoria del “se è fatto per i bambini è più controllato“. Senza nulla togliere a chi segue questa linea di pensiero, il mio suggerimento è molto più semplice: impariamo a leggere le etichette. Gli ingredienti che compongono le preparazioni vengono riportati in etichetta in ordine di quantità. Se in uno yogurt, per bambini, il primo ingrediente della lista è lo zucchero, pensateci prima di acquistarlo, io ci penserei anche se fosse il secondo 😉 .

Ricordiamo inoltre che più è ridotta la lista degli ingredienti e meglio è. Prediligiamo sempre preparazioni semplici, cotture leggere e non eccediamo nei condimenti. Una buona regola è acquistare frutta e verdura di stagione e preferire, laddove possibile, alimenti freschi a chilometro zero. Se ci affidiamo a queste semplici regole la nostra tavola ne beneficerà e non solo lei. Sembrerà una frase fatta, ma “siamo ciò che mangiamo“, teniamone conto sempre mentre facciamo la spesa.

E se avete voglia di approfondire l’argomento con qualche lettura interessante, potreste dare un’occhiata ai seguenti titoli:

Ed ora diciamo insieme: “svezzamento non ti temo!”.

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Giovanna

Giovanna alias Giò, amo viaggiare, scrivere, leggere, preparare dolci e mangiare cioccolato fondente. Ho anche una certa propensione ad accumulare scarpe, Quando mi appassiono ci metto l'anima, ma non cedo facilmente alle mode passeggere o alle lusinghe. La mia prima risposta e' sempre no, da buona bilancia amo ponderare tutti i pro e i contro almeno millemila volte. Chi mi ama lo fa per sempre.

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