Cosa vedere a Granada con bambini: itinerario di 4 giorni con un bambino di 5 anni ed una di 2 mesi tra vicoli, ciottoli, salite e discese. Fortunatamente, senza passeggino.

“Quien no ha visto Granada, no ha visto nada” (chi non ha visto Granada, non ha visto nulla). Ecco perchè abbiamo scelto questa città andalusa per il primo viaggio della neo-arrivata Arianna…

No, ok, non sono credibile. La realtà è sempre la stessa: le offerte aeree stabiliscono la meta, poi noi ci documentiamo, scoprendo spesso delle vere e proprie perle. Era successo con Monaco di Baviera è risuccesso con Granada. Una città un po’ spagnola e un po’ araba, cattolica e moresca, un po’ Europa e un po’ suq, con le sue strade strette, in pendenza, a ciottoli. Una città affascinante, ma che di certo non può essere considerata stroller friendly. Una città da girare sicuramente senza passeggino. Una città che unita a Siviglia e Cordoba, potrà  essere parte di un on the road alla scoperta dei tanti tesori dell’Andalusia.

Come arrivare a Granada

Granada è dotata di un piccolo (piccolissimo) aeroporto internazionale, situato a circa 15 km dal centro.

Da Milano è possibile raggiungere Granada in 2 ore e 30, con volo diretto Easyjet a prezzi contenuti; noi abbiamo speso 190 euro a/r per 2 adulti, 1 child e 1 infant, che come al solito sulle low cost paga praticamente più di un adulto. Orari ottimi, se vi piacciono le levatacce che però vi permettono di sfruttare a pieno la giornata.

Per raggiungere la città dall’aeroporto, avete 3 soluzioni:

  • Bus di linea: costo 3 euro a persona, tempo di percorrenza 45 minuti circa. Il costo del tragitto non può essere scalato dal credibus (di cui vi parlerò). Ad ogni volo in arrivo a Granada, è associata la partenza di un bus diretto in città, quindi l’attesa è molto limitata. D’altra parte, meglio evitare di fermarsi a fare colazione nell’unica caffetteria dell’aeroporto, per non rischiare di perdere il bus; non è detto che vi saranno altri voli e quindi bus a breve. Non preoccupatevi, comunque, l’aeroporto ha dimensioni davvero ridotte ed è impossibile perdersi.
  • Taxi: costo 25/30 euro, tempo di percorrenza 25 minuti circa.
  • Automobile a noleggio: noleggiabile sia subito fuori dall’aeroporto per alcune compagnie di noleggio o a qualche chilometro di distanza, con un comodo servizio navetta messo a disposizione dalle compagnie di noleggio stesse. Se avete in previsione di visitare solo Granada, vi sconsigliamo l’uso dell’auto. La città ha molte zone pedonali e diversi quartieri sono di difficile percorribilità e “parcheggiabilità”.

Come muoversi a Granada

Il mezzo migliore a Granada sono sicuramente i piedi, ma in certi momenti, un buon mezzo pubblico può essere di grande aiuto per affrontare le non rare salite, soprattutto quando si gira con bambini piccoli.

Gli autobus a Granada sono molto efficienti. La rete presenta molteplici linee che possono portarvi in ogni angolo della città, anche il più abbarbicato sui colli. Gli autobus che portano nelle zone più centrali (contrassegnati da una c) sono più piccoli dei normali autobus urbani e potreste avere qualche difficoltà ad utilizzarli con un passeggino.

I bus circolano dalle 6 a mezzanotte; di notte sono attive due linee circolari (111 e 121) che percorrono la Gran Vìa. Il costo del biglietto è di 1,40 euro; i bambini sotto i 4 anni non pagano. I biglietti possono essere acquistati direttamente sull’autobus, tranne che in alcune fermate del bus 4, dotate di biglietteria automatica.

Per risparmiare sul costo del biglietto, potete dotarvi di Bonobus (o Credibus); si tratta di una tessera magnetica ricaricabile con 5, 10 o 20 euro che permette di viaggiare a tariffa scontata (fino ad un minimo di 0,83 euro a corsa). La tessera, acquistabile nelle tabaccherie, nelle edicole, direttamente dall’autista o nelle biglietterie automatiche presenti in alcune fermate del 4, non ha un costo, si pagano solo 2 euro di deposito che verranno restituiti alla restituzione della tessera.  Una stessa tessera può essere condivisa da tutti i membri della famiglia o del gruppo, basta passare la tessera sul lettore più volte per scalare l’importo corretto.

Oltre agli autobus di linea, a Granada è presente un trenino turistico (in realtà è un autobus a più “carrozze”) del tipo Hop on Hop off dotato a bordo di audioguide in diverse lingue. Il trenino turistico non può accedere alle zone pedonali e questo ne limita molto l’azione in una città come Granada.

Cosa vedere a Granada

Nota preliminare: è fondamentale acquistare i biglietti dell’Alhambra con largo anticipo, noi vi consigliamo in concomitanza dell’acquisto dei voli. Potete anche valutare l’acquisto di biglietti cumulativi per visitare anche altri monumenti granadini, ad esempio una delle soluzioni prevista con la Dobla de Oro

Primo giorno: Parque de las Ciencias

Siamo atterrati, abbiamo preso il bus fino in città, abbiamo posato le valigie in appartamento, abbiamo pranzato e, meraviglia, avevamo ancora tutto il pomeriggio a disposizione. Merito del volo preso all’alba da Milano (faccio la brillante, ora… la facevo molto meno quando è suonata la sveglia alle 4 del mattino…)

Per compensare lo sbattimento del volo all’alba, era necessario inserire un’attività che fosse molto gradevole per tutti, ma in particolare per il cinquenne. E così abbiamo inserito come prima tappa del nostro programma, il Parque de las Ciencias, il museo più visitato in Andalusia

Il Parque de las Ciencias è un centro scientifico e museale di 70.000 m², che offre diverse aree adatte ai bambini, alcune specificamente pensate per loro, anche all’aperto. E credetemi quando vi dico che non è necessario essere degli appassionati di scienza, per godere del museo ad ogni età!

 

Dopo aver esplorato il Parque de las Ciencias, se i vostri pargoli hanno ancora energie, potete fare tappa al Parque Periodista Tico Medina. Si tratta di un grande parco situato a 2 minuti a piedi dal museo, ottimo per una passeggiata all’aperto o per far giocare i bambini nell’area gioco.

Noi siamo usciti dal museo che era già buio e a Granada la temperatura scende parecchio dopo il tramonto per via della vicina Sierra Nevada, abbiamo quindi deciso di rientrare verso il centro per una buona cena ed il giusto riposo.

Secondo giorno: Sacromonte e Alhambra

Il secondo giorno è dedicato al Sacromonte e all’Alhambra.

Saliamo al Sacromonte usando uno dei minibus che servono le parti alte della città; il quartiere è raggiungibile anche a piedi, ma la strada è in pendenza e noi abbiamo già parecchia strada in programma.

Il Sacromonte è il quartiere gitano di Granada, situato sulla sommità della collina di Valparaiso, un monte punteggiato di grotte scavate dall’uomo come abitazione o rifugio. Oggi il quartiere del Sacromonte è quello dove è possibile assistere ai più puri spettacoli di Flamenco e dove vivere la migliore movida notturna. Alcune zone del Sacromonte, quelle più remote, oltre il Santuario, possono risultare anche non del tutto sicure per i turisti. Ma il Sacromonte offre anche attività ed esperienze assolutamente bambinabili; noi abbiamo scelto di visitare il Museo cuevas del Sacromonte, costituito da una serie di grotte all’interno delle quali sono ricostruiti gli ambienti dove si svolgeva la vita degli abitanti delle cuevas. Il Museo offre anche una bellissima vista sul sottostante barranco de los Negros e sulla collina della Sabika, dove si trova l’Alhambra.

Per continuare a godere della vista, ridiscendiamo a piedi lungo Camino del Sacromonte, dove, tra l’altro, non è difficile trovare un posto per pranzare. Arrivati in fondo alla via, svoltiamo a sinistra in Questa del Chapiz e dopo pochi passi incontriamo la Casa del Chapiz, la casa moresca più grande e conosciuta di Granada. L’edificio ha i tratti distintivi delle case arabe granadine, con elementi tipici in stile mudéjar, terrazze di legno e patìo centrale, ma la cosa che più ha colpito il cinquenne è stato all’esterno. Nel grande giardino, infatti, c’è un bellissimo labirinto di siepi che si presta a mille e più avventure. Il costo del biglietto è così contenuto, poco più di 2 euro a persona, che vale la pena farlo solo per il giardino dal quale, per altro, si gode di una bellissima vista.

Su Questa del Chapiz si trova anche Palacio de Los Cordova, un altro sito che varrebbe la pena visitare, forse… ma non lo sapremo mai perchè ci siamo arrivai nell’ora della siesta, quando stava chiudendo…

Proseguiamo il nostro cammino a piedi fino a Paseo de los Tristes, viale che corre lungo il fiume Darro, ricco di locali, ristoranti ed animazione varia. Qualche minuto di riposo prima di inerpicarci sul colle della Sabika, prendendo Questa del Rey Chico (detta anche de Los Chinos). Una bella passeggiata interessante, ma in salita e ciottolata: la morte dei passeggini (e pure la morte un po’ mia devo dire, non allenata e con i 5,5 kg di pargola in fascia).

In cima ci aspetta l’Alhambra, la cittadella rossa che dal 1984 è Patrimonio Culturale dell’Umanità. L’Alhambra è un complesso palaziale fortificato, una vera cittadella racchiusa da mura. All’interno delle mura troverete viali, giardini, palazzi di vario tipo e uso. Il pezzo forte del complesso sono i Palacios Nazarios ai quali si accede ad orari prestabiliti.

 

Come già detto, è necessario munirsi di biglietto per l’Alhambra con largo anticipo, noi abbiamo acquistato i biglietti subito dopo aver prenotato i voli. L’orario che sceglierete (o che troverete libero) al momento della prenotazione indica l’orario a cui accederete ai palacios Nazarios, ma potete accedere alla cittadella anche anche prima (anzi, arrivate per tempo all’Alhambra, perchè dall’ingresso ai Palacios vi sono diversi minuti di cammino).

Dopo la visita ai palacios, facciamo una breve puntata ai giardini del Generalife, sempre all’interno delle mura della cittadella, ma dal lato opposto rispetto ai palazzi nazridi.

Chiudiamo la giornata con 27.000 passi all’attivo… ci rimane l’energia solo per una buona cena vicino a casa prima di stramazzare a letto.

Terzo giorno: Centro e Albaycin

Dedichiamo la mattina del terzo giorno alla zona più centrale di Granada, gironzolando per le piazze e i vicoli pedonali del centro dove torreggia indiscussa la mastodontica Catedral de la Encarnación,il monumento cristiano più importante della città.

Non siamo dei grandi estimatori di arte sacra, decidiamo quindi di evitare di pagare i 5 euro a testa di biglietto di ingresso limitandoci ad ammirare l’imponenza della chiesa solo da fuori.

Visitiamo invece l’adiacente Capilla Real, nella cui cripta sono conservati i resti dei Re Cattolici Ferdinando II e Isabella di Castiglia, di Giovanna la Pazza, di Filippo il Bello e dell’infante Miguel. L’ingresso costa 5 euro compreso di audioguida (bambini gratis fino ai 12 anni).

Di fronte alla Cappella Reale si trova la Madraza o Madrasah, l’unico edificio Nasride della zona più centrale di GranadaIl nome Madraza deriva dalla parola araba che significa scuola coranica; l’edificio, costruito nel 1349, era infatti la sede della prima università della città. L’ingresso alla Madraza costa solo 2 euro e vale davvero la pena visitarla, non vi porterà via troppo tempo e la sala della biblioteca al pian terreno vi sbalordirà.

Usciti dalla Madraza, ci prendiamo un po’ di tempo per bighellonare nel cuore di Granada. Una delle cose che più ci ha colpito, oltre alle dimensioni della cattedrale, è proprio il quartiere dove si colloca. Le vie intorno alla cattedrale erano quelle dei mestieri tradizionali e dei mercati, dove si lavorava e commerciava. Era quindi la parte più viva della città, scelta non a caso come luogo definitivo dove porre il tempio principale. Ci concediamo un giro nell’Alcaicerìa, il principale bazar in stile moresco pieno di odori e colori. E’ un luogo un po’ turistico, ma comunque gradevole e difficilmente ne uscirete a mani vuote.

Per rimanere in tema, dedichiamo il pomeriggio all’Albayzin (o Albaicin), l’antico quartiere arabo di Granada che si estende tra calle Elvira e i colli Sabika, Valparaiso e San Cristobal. E’ senza dubbio il quartiere che più abbiamo amato di Granada, pieno di scorci caratteristici e di mirador dai quali è possibile ammirare la Alhambra o la città sottostante.

Il Mirador più famoso è quello di San Nicolàs, che essendo quello posizionato più in alto è quello che permette forse la vista migliore sull’Alhambra. Bello? Molto, ma anche molto affollato. Per ammirare la Alhambra noi abbiamo preferito quello che si trova in Placeta de los Carvajales, nella parte bassa dell’Albayzin. Ma quello che ci ha davvero conquistato è stata la vista che si gode da plaza Maria Santisima de la Aurora, uno dei pochi mirador che danno sulla città e non sull’Alhambra (insieme a Ojo de Granada e e mirador de la Lona). La piazzetta è di recente costruzione quindi probabilmente al di fuori degli itinerari più turistici; noi l’abbiamo trovata deserta e abbiamo potuto goderci la vista in santa pace, seduti su una delle diverse panchine presenti. La piazzetta è pedonale, quindi anche godibile per i bambini meno interessati al panorama.

Per il resto, l’Albayzin è davvero un quartiere che invita al bighellonamento, al perdersi tra i vicoli, scoprendo ad ogni angolo qualcosa di nuovo. Noi abbiamo seguito un itinerario di massima che permette di cogliere un po’ tutto quello che c’è nel quartiere. Non siate però rigidi e fatevi portare dai piedi e dagli occhi.

Abbiamo deciso di visitare il “Palacio dar hal horra” in Callejón Ladrón del Agua e la “Casa arabe de horno del oro” in Calle Horno del Oro. Non posso dire che non ci siano piaciute, ma sono molto simili tra di loro e avendo già visto altre case arabe, non apportano molto. Un biglietto cumulativo permetteva, per 5 euro a testa (bambini gratis fino ai 12 anni) di visitare le due abitazioni moresche e il Banuelo, l’hammam della città, situato nella parte più bassa dell’Albayzin, lungo Carrera del Darro. Purtroppo siamo arrivati al Banuelo che aveva appena chiuso. Con il senno di poi, piuttosto avrei saltato una delle due case prediligendo il Banuelo.

Quarto giorno: Realejo

L’ultima mezza giornata la dedichiamo al Realejo, il quartiere tradizionalmente ebraico e ora hipster della città. In realtà, il nostro giro è estremamente limitato; una volta arrivati nell’area giochi recintata di Plaza Campo del Principes, Ale ha chiesto di poter restare a giocare lì, con i bambini del quartiere. Non abbiamo nemmeno provato a dissuaderlo, sia perchè la domenica spagnola ci aveva contagiato con la sua pigrizia, ma soprattutto perchè siamo convinti che uno dei grandi significati del viaggio stia proprio qui. Nostro figlio che gioca in una piazza qualsiasi del mondo con un gruppo di bambini che parlano un’altra lingua; senza che questo sia un problema per nessuno.

Dove mangiare

Granada ha diverse anime, le due prevalenti sono ovviamente quella spagnola e quella di influsso moresco. Anche nella gastronomia possiamo ritrovare queste due differenti nature. Accanto ai molti locali che propongono tapas (ovviamente abbinati alla solita birretta, o meglio caña), troviamo anche svariate teterie di impronta araba e ristoranti di cucina marocchina. Noi ci siamo fatti tentare da Restaurante Arrayanes (Cuesta Maranas 4) situato nell’Albayzin, ottimamente recensito anche su Tripadvisor. L’ambientazione è tipica, forse un po’ tendente al kitch, ma in modo perdonabile; il cibo buono e il servizio discreto e rapido. Il locale è alcool free, quindi non troverete vino o birra, ma una strepitosa limonata della casa, aromatizzata alla menta fresca.

Se non potete proprio fare a meno di un buon bicchiere di vino, la Vinoteca (Calle Almireceros 5), con la sua carta dei vini ampia e ben pensata, è il locale che fa per voi. Situata nei pressi della Cattedrale, permette di scegliere tra una selezione di tapas e una vera e propria cena. La cena viene servita in una sala più interna, intima e tranquilla, separata dalla zona aperitivo, più movimentata e “da bar”. Il locale ha sia un menu alla carta, con prezzi medio-alti, che il menu del giorno che per 10 euro comprende primo, secondo contorno, dolce.

Poichè noi abbiamo alloggiato in un Airbnb con solo pernottamento, ci siamo dovuti attrezzare anche per fare colazione. La situazione è sempre un po’ critica: io divento piuttosto fastidiosa se non mangio in fretta dopo il risveglio e la prima mattina non eravamo dotati di qualcosa per tamponare in modo tempestivo. Dovevamo trovare un posto per far colazione SUBITO dopo essere usciti di casa. E’ così che abbiamo scoperto “Elvira 81”, a una manciata di metri dal nostro appartamento in Calle Elvira. Il locale è raccolto ed accogliente, la titolare gentile e non invadente. E le crepes (dolci o salate) sono favolose e fatte al momento. Il tutto a prezzi molto contenuti.

E’ stato molto triste scoprire che Elvira 81 è aperto solo dal lun al ven; la mattina seguente abbiamo quindi dovuto a malincuore cercare un’alternativa. Ma non tutto il male viene per nuocere… abbiamo infatti scoperto una vera e propria chicca: “D’eti coffee and cake” (Calle Postigo de Zarate 11). Anche in questo caso, un locale dalle ridotte dimensioni, in cui si respira un’aria di condivisione e semplicità. Ora, io non so se il caffè che viene servito sia il migliore di Granada, come millanta Tripadvisor, ma posso dire che i dolci che vi trovate sono davvero di livello.

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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