Portare sulla schiena con la fascia o altri supporti rappresenta un vero momento di cambiamento nella relazione tra mamma e figlio. Che sia la con-causa del cambiamento o la conseguenza, questo non è dato sapere.

Quando è il momento di passare in groppa

Nella mia esperienza di frequentatrice assidua di genitori portatori, posso dire che la popolazione di babywearer si divide in 2 grandi categorie: chi passerebbe sulla schiena pure il pancione, se potesse, e chi porterebbe cuore a cuore il figlio anche il giorno della maturità.

Ma dove sta la via giusta?

Tradizioni e necessità

Nelle società in cui portare è di tradizione, in realtà, la domanda non viene nemmeno posta. In genere, i bambini non sono portati davanti. In Asia e in Africa (ma non solo) i bambini piccolissimi, poco più che neonati, sono già posizionati sulle spalle, o meglio sulla schiena, del portatore (tipicamente la mamma). è una scelta dettata dalla cultura, dalle loro modalità di accudimento e anche dalla necessità di lavorare della mamma.

In Occidente, il portare ha preso però strade diverse.

I bambini POSSONO essere portati davanti perchè, in genere, il portatore non ha necessità immediata di lavorare, soprattutto per lavori fisici che richiedano grande visuale e forza fisica. Ma non è solo questo. La realtà è che spesso, soprattutto al primo figlio, si VUOLE portare davanti; quasi se ne ha BISOGNO. Il bisogno di coccolarlo, sbaciucchiarlo, abbracciarlo o di ritrovare la sensazione del pancione; ma anche il bisogno di tenere il pupo sott’occhio, carpirne le espressioni, sapere che va tutto bene. Siamo una società che si basa molto sulla vista e molto meno sulle altre sensazioni. E, non ultimo, un po’ si ha paura di caricare i bambini sulla schiena, perchè insomma, alzi la mano chi, i primi mesi di vita del proprio bimbo, aveva la consapevolezza di essere super competente, efficace e di avere tutto sotto controllo. Io no di certo!

Portare è un percorso

Portare sulla schiena è una delle fasi di questo percorso. Da davanti si passa sul fianco e dal fianco sulla schiena. Ogni posizione ha la sua funzione e la sua importanza, come è ben spiegato nel libro di Esther Weber “Portare i piccoli” (ed. Il Leone verde).

Portare davanti permette di “incontrare” e conoscere il proprio cucciolo appena arrivato tra le nostre braccia. Portare sul fianco è una posizione di dialogo che permette al bambino di cominciare a vedere il mondo, quando ne manifesta il bisogno, ma sempre in stretta relazione al portatore e a portata di sguardo. E infine, portare sulla schiena è il bambino che segue il genitore, vedendo le cose dallo stesso punto di vista dell’adulto che lo porta. “è la posizione da cui, a suo tempo, il bambino spiccherà il volo, cioè partirà sulle proprie gambe”. (“Portare i piccoli” E. Weber p.102)

Fisiologia e emozioni del portare sulla schiena

Quando si tratta di carichi, è facilissimo capire come sia più facile portare sulle spalle, piuttosto che davanti. Ma quando si tratta del nostro bambino?

Quando in gioco c’è molto più di uno zaino, le cose non sono più così lineari. Che fare, quindi?

Partiamo dal portatore. Un dato su cui vale la pena ragionare è il peso del portato nell’ottica della fisiologia del portatore. Portare davanti più di 7 kg di peso può essere infatti una grande sollecitazione per il fisico del portatore. Inoltre, dopo i primi mesi, il bambino comincia ad essere più grandino (o meno piccolo) e acquisisce la capacità di controllare il capo, tenendolo più eretto. Questi 2 fattori, insieme, portano ad avere una minore visibilità quando si porta davanti.

E il portato? Il bambino, con il passare dei mesi comincia ad avere un maggior bisogno di interagire e vedere il mondo esterno. Diventa meno “genitore-centrico”. E questo fa parte del suo sviluppo e della sua crescita. Ed è bellissimo accompagnarli in questo e incentivarli.

Sulla base di tutte le considerazioni precedenti, Portare i Piccoli® (la scuola presso cui mi sono formata come istruttrice) insegna la posizione sulla schiena a partire dai 4-6 mesi di età.

Ora, al di là delle indicazioni, è sempre il caso di fermarsi a pensare a VOI; la vostra relazione, il vostro bimbo, le vostre sensazioni, la vostra pancia e l’indole del vostro cucciolo. Se lui non è pronto alla posizione sulla schiena (e capita), non è il caso di forzare la mano: non esiste una data di scadenza! Ascoltate il vostro bimbo e ascoltate anche voi stessi, perchè il portare è un percorso a 2.

D’altro canto, vi invito a non limitarvi e a sperimentare, accantonando un po’ la paura di portare sulla schiena. Perchè è vero che portando sulla schiena viene parzialmente a mancare il contatto visivo, ma si acquisisce un livello di percezione diverso, che vi porta a sapere senza vedere: il respiro, il peso che cambia quando un bambino si abbandona. E anche la vostra schiena ed il vostro pavimento pelvico vi ringrazieranno.

portare sulla schiena

Non tutti i supporti sono uguali

Un sottotitolo degno di Capitan Ovvio, lo so. Che i supporti non siano tutti uguali è abbastanza evidente; ma cosa c’entra questo con il portare sulla schiena? Un sacco! Portare sulla schiena con una fascia, con un mei tai o con un marsupio non dà le stesse sensazioni e le stesse “performance”.

Con supporti non strutturati o semi strutturati, in particolare, è possibile portare più alto rispetto ai marsupi ergonomici. Con bambini piccini, questo si può tradurre in una notevole differenza di visuale. In fascia o mei tai, anche un bambino di pochi mesi può arrivare a guardare oltre la spalla del portatore. Con un marsupio, lo stesso bimbo generalmente arriva a guardare le scapole del portatore, che potranno essere bellissime e amatissime, ma forse un pelo monotematiche. Per ovviare a questo, in genere si tende a tirare molto gli spallacci, con effetto spiaccicamento pargolo sulla schiena.

Un altro escamotage che mi è capitato di vedere è quello di legare il fascione molto in alto, addirittura sotto il seno. In realtà, questo non è ottimale per lo scarico del peso ed anche per la salvaguardia del pavimento pelvico delle portatrici. E questo rende il portare non del tutto ergonomico. Già, perchè il portare è realmente ergonomico se è rispettoso della fisiologia del portato e anche del portatore.

Considerate questa differenza tra i supporti, quando valutate di passare sulla schiena.

portare sulla schiena

A volte ritornano…in groppa

Capita che, in determinati momenti, i bambini che vengono portati di routine sulla schiena, chiedano di tornare davanti. Magari in momenti di grande stanchezza o malessere o se hanno voglia di un po’ di coccole cuore a cuore. E ben vengano questi momenti! Perchè portare è relazione: fatta di momenti e di bisogni.

Non mi resta che augurarvi un buon portare!

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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