Portare sul fianco con la fascia o altri supporti: perchè portare sul fianco, da quando è possibile e come è meglio farlo.

Ho messo in fascia il mio primogenito fin dai primissimi giorni di vita; non legavo particolarmente bene (evviva gli eufemismi), ma per fortuna lui era un giudice estremamente indulgente e della tecnica se ne fregava. Dormiva felice, lui.

Poi, da un giorno all’altro, ha cominciato ad essere meno felice e a stare tutto storto nella fascia. Io avevo letto che, in questi casi, bisognava stringere di più la legatura. Strizzata nella fascia come Maria Antonietta nel busto, mi sono chiesta se il problema non fosse un altro. Perchè a me non sembrava che il problema fosse il poco sostegno; il mio bambino non pendeva di lato, ci si metteva di proposito.

Poi ho capito, aveva nuovi bisogni.

Perchè portare sul fianco

Davanti, fianco, dietro. Il babywearing non è una pratica statica, ma un percorso in continuo divenire. Non potrebbe essere altrimenti visto che ha come protagonisti un bambino o una bambina nel periodo di sviluppo ed un adulto che cresce e si trasforma come genitore.

Nel mondo occidentale, più che in altre società, l’esigenza dei primi mesi è quella di avere il proprio cucciolo davanti, in modo da poterlo vedere. In questo modo ci si sente più presenti e si ricrea un micro cosmo simile a quello che il piccolo viveva prima della nascita. Il neonato non ha altri bisogni se non quello della protezione e del contenimento fornito dall’adulto. 

Man mano che cresce, però, il cucciolo sviluppa un certo interesse per quello che c’è “intorno”; i suoi confini si ampliano, la sua vista migliora. Ecco quindi che si risveglia il desiderio di esplorare ciò che c’è oltre il corpo del portatore, ma per fare questo ha necessità di una visuale relativamente ampia. All’inizio di questa fase, si può optare per legature frontali più aperte che diano maggiore visibilità, ma è probabile che, ad un certo punto, questo non basti.

Il portatore, dal canto suo, può voler cominciare ad avere una maggiore libertà di movimento, che viene parzialmente limitata nella posizione pancia a pancia. Anche il portatore, con la crescita del suo bambino, avrà bisogno di una visuale più ampia, non tanto per esplorare meglio, quanto, più prosaicamente, per non inciampare.

Portare sulla schiena è senz’altro il modo migliore per avere visuale e agevolezza di movimenti, ma richiede uno scatto, soprattutto per il portatore, che può non avvenire così presto perché prevede la mancanza del contatto visivo che nella nostra società riveste un’importanza fondamentale.

Una soluzione può essere quella di portare sul fianco, una posizione ottimale di dialogo (verbale e non), in cui portato e portatore vedono le stesse cose ed il portatore può quindi focalizzarsi su ciò che vede provocare interesse nel bambino. Dal punto di vista del bambino, in questa posizione rimane sempre centrale il genitore, filtro e decodifica del mondo esterno.

La posizione laterale può apparire inusuale, se riferita ai portabebé, ma, se ci pensiamo, la posizione sul fianco è quella più utilizzata per tenere in braccio bimbi di qualche mese e anche di qualche anno. Viene assolutamente naturale appoggiare i bambini sulla cresta iliaca, sorreggendoli con un braccio solo, in modo da avere l’altra mano libera.

I supporti non fanno altro che agevolare e rendere più comoda questa consuetudine.

Quando portare sul fianco

La domanda è gettonatissima con le famiglie che vengono da noi in fascioteca per una consulenza: “Quando si smette di portare davanti?”. La risposta è “Mai” e questo perché il davanti, in una qualche forma, torna sempre.

Che sia per un attacco acuto di coccolite o per qualche malanno, che sia per il male ai dentini o per un momento di sconforto, i bambini anche più grandicelli possono richiedere un cuore a cuore.

Le 3 posizioni (davanti, fianco e schiena) non sono, quindi, mutualmente esclusive e possono convivere pacificamente in una stessa coppia portato-portatore che, sceglierà la posizione in base all’esigenza del momento. Ovviamente in ogni fase del percorso, ci sarà una posizione privilegiata, quella che viene usata con maggiore frequenza e che rientra nella quotidianità.

É bene, però, specificare che portare davanti bambini pesanti (indicativamente oltre i 7-8 kg) non è ergonomico per il portatore, come ci indicano le regole sul trasporto dei pesi. Tuttavia, portare un bambino non è uguale a portare un carico di mattoni, per questo non si può tenere in considerazione unicamente la questione posturale. Il consiglio che mi sento di darvi è di limitare al massimo la posizione davanti con bambini oltre i 7 kg, per non sollecitare in modo scorretto schiena e spalle e per non sovraccaricare il pavimento pelvico. Oltre i 7 kg, conviene privilegiare la posizione laterale o posteriore e, quando questo non è possibile, fare i conti con il fatto che portare davanti potrà provocare mal di schiena e affaticamento.

Ma da quando si può iniziare a portare sul fianco? Non esiste una risposta univoca: dipende dal bambino o dalla bambina, da chi porta e anche, un po’, dalle condizioni esterne. Come indicazione del tutto generale, possiamo dire i 3 mesi circa, ma è davvero un’indicazione generale e generalista.

A livello tecnico, quello che possiamo monitorare è che il bambino o la bambina abbiano un parziale controllo del capo. Nella posizione laterale, infatti, abbiamo meno possibilità di sorreggere la testa rispetto alla posizione davanti, ma l’incavo della spalla del portatore offre comunque un ottimo appoggio.

Per il resto, si riparte dal fatto che il babywearing è, primariamente, relazione e ascolto reciproco, quindi si sta in ascolto dei messaggi che invia il piccolo o la piccola per “dirci” che è giunta l’ora di uno spostamento.

I segnali

Il primo dei segnali, forse il più frequente, è l’insofferenza. Il bambino che fino ad una settimana prima stava tranquillo e dormiente nella fascia cuore a cuore, improvvisamente appare scocciato, inquieto, a tratti indemoniato. Capita anche che il piccolo portato stia felicemente davanti quando ha sonno e vuole dormire, ma si rifiuti di starci in altre situazioni, quando è maggiormente esplorativo. Talvolta questa improvvisa insofferenza viene letta come un rifiuto generalizzato del babywearing da parte del bambino, ma spesso basta un cambio posizione per ritrovare pace e serenità in una fascia.

Un altro segnale messo in atto molto frequentemente è quello che io chiamo “l’affaccio”. Il bambino o la bambina si sporgono lateralmente dalla fascia, spesso guardando il terreno e le scarpe del portatore (cosa abbiano di così interessante, non è dato sapere). Ovviamente, questo pencolare di lato può anche essere dovuto ad un difetto di legatura; quando la tensione è insufficiente e la fascia lassa, infatti, manca il sostegno necessario affinchè il bambino possa stare ben dritto nel supporto. Ma se l’inclinazione laterale è ricercata (e non subita) dal bambino, allora tirare di più la fascia vi farà solo avere la sensazione di essere vittime di un Boa constrictor, ma non risolverà la situazione. Un cambio di posizione, invece, può davvero svoltare.

Infine, il buttarsi indietro, puntando le braccia contro il corpo del portatore. Spesso i bambini spingono sul petto di chi li porta e non è necessariamente un segnale da interpretare; a volte semplicemente sperimentano gli spazi e le pressioni. Se però questo puntamento e spinta è un comportamento ricorrente, accompagnato magari da insofferenza e lamento, allora vale la pena fare un tentativo sul fianco e vedere cosa succede.

Come portare sul fianco

Per portare sul fianco si possono utilizzare svariati tipi di supporti.

La fascia lunga tessuta è sicuramente un’opzione ottima per portare lateralmente. Grazie alla sua non-struttura, la fascia ha un’altissima versatilità anche quando si tratta di portare sul fianco, esistono infatti svariati tipi di legatura per portare sul fianco (amaca, Robin’s hip carry, croce sul fianco, Poppins etc). Alcune sono legature pre-annodate, altre su misura, alcune scaricano solo sulla spalla altre hanno uno scarico parziale sui fianchi. Non serve conoscerle tutte, basta capire qual è la più comoda per voi e conoscere un paio di varianti, magari una pre-annodata e una su misura, in modo che possiate adattarvi al momento.

Un’altra ottima opzione per portare sul fianco è la fascia ad anelli, che trova nella posizione laterale il suo uso migliore. Meno lunga e versatile della fascia tessuta, risulta però più pratica e veloce (una volta che si è imparato ad utilizzarla). Il supporto ottimale per i sali-scendi rapidi e con bambini un po’ più grandi che hanno cominciato a camminare e che vogliono fare su e giù. Il difetto principale di questo tipo di supporto è che lo scarico del peso è affidato unicamente alla spalla opposta al lato su cui è posizionato il bambino. Per questa ragione, se non è posizionata e tensionata in modo ottimale, rischia di risultare molto scomoda. Non fatevi trarre in inganno dalla presunta facilità di questo supporto: anche la ring deve essere conosciuta e praticata prima di dare il meglio. Spesso capita che si compri una ring per portare sul fianco pensando che poi si metterà da sola o quasi; ma non è così e questo può generare frustrazione e a volte portare all’abbandono del supporto. Ed è anche per aiutare ad affrontare le difficoltà che possono insorgere nell’uso di un supporto che “sembra facile” che nasce “pimp your babywearing“, una consulenza di perfezionamento per ottenere il meglio dal supporto che già possiedi (anche online).

Portare sul fianco è possibile anche utilizzando il mei tai, con una legatura specifica che simula la Robin’s hip carry della fascia tessuta. Non è sicuramente il miglior supporto per portare sul fianco, quindi non comprerei un mei tai con questo specifico scopo, ma se già ne possedete ed utilizzate uno, perchè non sfruttarlo anche per la posizione laterale?

Invece, per quanto ci riguarda il fianco con i marsupi ergonomici, è un big no. Alcune marche (es. Manduca ed Ergobaby) permettono la posizione sul fianco, che però risulta piuttosto scomoda nella maggior parte delle persone, in quanto uno spallaccio appoggia sul trapezio e sollecita molto il collo.

Se volete imparare a portare sul fianco o perfezionare il modo di portare, ma non sapete bene come fare, non esitate a contattarci per conoscere i tipi di consulenze che abbiamo pensato per voi e per i vostri bambini: fascioteca@rollingmamas.com.

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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