Un gesto più brusco del solito, uno strattone involontario, magari per salvare da una caduta, un lancio di “vola vola” e improvvisamente si passa dal riso al pianto. Pronazione dolorosa del gomito: braccio immobile e ugola spiegata. Cosa fare?

Con Ale non ci era mai successo, nonostante non si possa certo dire che sia un bambino tranquillo che conduce una vita posata e delicata. Quando ci è successo con Ariannina siamo rimasti davvero spiazzati. Non riuscivamo a capire il motivo di quel pianto fortissimo, prolungato ed inconsolabile e i suoi 8 mesi appena non sono stati certo di aiuto. Non era successo nulla che apparentemente potesse giustificarlo. Era stata fino ad un secondo prima in spalletta a papà, felice e contenta, ma una volta scaricata era iniziato il dramma. Dramma che nemmeno la tetta e la fascia riuscivano a risolvere: praticamente l’apocalisse.

Sarà sonno estremo, fame incolmabile, la puntura di un insetto?

Poi la rivelazione: il braccino sinistro era immobile lungo il fianco, in posizione innaturale. Quando non alza il braccio nemmeno per afferrare i più succulenti degli oggetti, un telefono e un paio di occhiali, ci convinciamo che è il caso che la veda un medico. Nella mie testa, i più catastrofici degli scenari…

Invece, in meno di mezz’ora eravamo fuori dal pronto soccorso, con un sorriso sdentato riconquistato e un braccino pronto ad afferrare occhiali a tutto spiano. Pronazione del gomito risolta con la prima manovra e recupero pressochè immediato. Conseguenze per la piccola: 0. Anni di vita persi da mamma e papà: innumerevoli.

Cos’è la pronazione dolorosa del gomito

La pronazione dolorosa del gomito è una sub-lussazione dell’articolazione posta tra braccio e avambraccio, il gomito, appunto. In termini medici, viene chiamata anche sub-lussazione del capitello radiale, vale a dire dell’ultima porzione (capitello) del radio, osso presente nell’avambraccio, accanto all’ulna. Si tratta di un trauma molto frequente nei bambini al di sotto dei 5 anni di età e rappresenta la lesione del gomito più comune nella fascia di età 1-4 anni. Negli adulti, il capitello radiale è più largo del collo radiale e quindi non può passare attraverso i legamenti che circondano strettamente il radio. Nei bambini, invece, il capitello radiale può facilmente scivolare attraverso questi legamenti con conseguente malposizione (o sublussazione) del capitello radiale.

pronazione dolorosa del gomito

Il nome pronazione dolorosa deriva dal fatto che il braccino offeso, molto dolente, viene tenuto “pronato”, vale a dire girato verso l’interno. Il bambino, infatti, per ridurre il dolore, assume istintivamente una posizione antalgica: braccio pronato, appoggiato al tronco e leggermente flesso. Questa posizione, insieme alla perdita di funzionalità dell’arto e spesso al pianto/lamento, possono essere sintomi di una sublussazione del gomito.

pronazone del gomito

Da cosa è causata?

La pronazione dolorosa del gomito viene causata da un movimento di trazione dell’avambraccio. Non è necessario un evento di straordinaria forza o violenza per portare alla sublussazione del gomito nei bambini. Come abbiamo visto, il braccio dei piccoli al di sotto dei 5 anni ha un’anatomia che facilita questo trauma. Tutto ciò che porta a tirare l’avambraccio può potenzialmente portare alla sub-lussazione del capitello radiale. Un girotondo troppo vorticoso, un “vola vola” tenuto per le mani, perfino una manovra di salvataggio da una caduta. Evitiamo, quindi, per quanto possibile di strattonare i bambini o di tirarli tenendoli da mani e polsi. (Per il duenne in piena fase oppositiva che ha l’abitudine a stendersi per terra potete magari valutare l’applicazione di qualche rotella su gomiti e ginocchia, per un rapida risoluzione della crisi senza strattoni 🤣)

Nei paesi di lingua anglosassone, questo trauma viene spesso chiamato “pulled elbow” (gomito tirato) o “toddler’s elbow” (gomito del toddler), ma la denominazione più usata è “nursemaid’s elbow“, gomito della bambinaia. Perchè questo nome? Parliamo di famiglie britanniche di 100-150 anni fa: il padre andava a lavorare, la madre andava a prendere il the dalle amiche. I bambini trascorrevano con i genitori i momenti prima della messa a letto, momenti in cui difficilmente ci si lasciava andare a giochi vivaci e ad altre situazioni a rischio strattonamento. La maggior parte della giornata, era la tata a prendersi cura dei bambini; era quindi molto probabile che il trauma si verificasse con la bambinaia piuttosto che con i genitori..

Chi è a rischio?

Secondo uno studio del 2014 effettuato su oltre 1200 bambini, la pronazione dolorosa avviene più di frequente tra i 18 e i 30 mesi, con una lieve predominanza nelle femmine rispetto ai maschi (60% femmine, 40% maschi). Non si sa però se questa predominanza sia dovuta a fattori comportamentali oppure a questioni anatomiche.

Il braccio più affetto è in genere il sinistro, questo probabilmente perchè la maggior parte degli adulti è destrimane e quindi tende ad usare la mano destra per tenere la mano (sinistra) dei bambini.

Lo stesso studio evidenzia che i bambini con sublussazione del gomito hanno spesso un alto peso corporeo, la maggior parte sono al di sopra del 75mo percentile e più di un quarto addirittura oltre il 90mo.

La pronazione dolorosa del gomito ha un tasso di recidiva piuttosto alto: circa un bambino su 3 la sperimenterà più volte prima che la crescita renda il gomito sufficientemente stabile, alcuni anche molte volte. Questo non causa danni a lungo termine o permanenti al bambino. Dovrà però ogni volta essere tempestivamente trattato da parte di personale competente che riduca la sub lussazione in modo adeguato.

Trattamento e riduzione

Per ridurre la pronazione dolorosa del gomito è necessario ricorrere sempre ad un medico: pronto soccorso, pediatra o ortopedico. La manovra deve essere effettuata da un operatore sanitario che innanzitutto si accerti che non ci sia frattura. In caso di frattura, infatti, la manovra di riduzione è contro indicata.

Una volta diagnosticata la sub-lussazione del capitello radiale, si può procedere con la manovra di riduzione. Ci sono due tecniche che possono essere utilizzate:

  • supinazione e flessione: manovra tradizionale in cui il braccio viene supinato (quindi girato verso l’esterno) e poi flesso al massimo.
  • iperpronazione: manovra di più recente introduzione in cui l’avambraccio del bambino è ruotato verso l’interno (il pollice del bambino rivolto verso il basso)

Il medico, durante la manovra, applica una leggera pressione sul gomito con il pollice, in modo da avvertire il “clic” che spesso si manifesta nel momento in cui avviene la riduzione.

Entrambe le manovre hanno un tasso altissimo di riuscita, ma diverse fonti indicano che l’iperpronazione sia più efficace della supinazione al primo tentativo. Con la supinazione/flessione capita invece più spesso che si debba procedere ad un secondo tentativo. Inoltre, l’iperpronazione sembra essere meglio tollerata dai bambini e anche del genitore. Assistere alla riduzione della sublussazione del proprio bambino è piuttosto impressionante, il bambino in genere piange molto, probabilmente per un mix di fattori tra i quali dolore e paura e il genitore suda freddo. Se vi dovesse capitare, chiedete che il vostro bambino sia seduto in braccio a voi mentre effettuano la manovra. Questo aiuterà sia voi che il vostro bambino.

E tenete sempre presente che la manovra dura pochissimi secondi, in seguito ai quali il recupero è praticamente immediato. E’ sorprendente vedere come un bambino, subito dopo la riduzione (o comunque appena si calma dopo la riduzione) riprenda la completa funzionalità del braccio.

Dopo la riduzione, non risulta necessaria alcun tipo di fasciatura o di immobilizzazione. Sono sufficienti 15 minuti di osservazione per assicurarsi che vi sia il pieno recupero di funzionalità e poi di nuovo via a giocare (ma niente vola vola, stavolta!)

2 Comments

  1. Enrica Riva says:

    Ieri il mio nipotino di 4 anni e mezzo , togliendosi il giubbino , si è procurato
    la lussazione del gomito. Portato al pronto soccorso tutto si è risolto in breve tempo ed è tornato come prima felice e contento (anche i genitori)

    1. Un grosso spavento che per fortuna si è risolto nel migliore dei modi! I genitori perdono sempre qualche anno di vita, ma fa parte del pacchetto 😉

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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