In un nostro precedente articolo abbiamo parlato dei riflessi neonatali, risposte “automatiche” che il neonato sperimenta in seguito a degli stimoli specifici. Nell’articolo di oggi, parliamo meglio del riflesso di prensione palmare o grasping reflex. Questo riflesso è molto conosciuto da tutti gli adulti, genitori e non, e ha commosso generazioni intere di persone.
Come evocare il riflesso di prensione palmare
Si stimola il palmo della mano di un neonato con un oggetto allungato (tipicamente un dito). L’effetto che si ottiene con questi stimolazione è una reazione di presa a pugno. Tipicamente si ha la flessione progressiva di medio, anulare, mignolo ed infine dell’indice. Il pollice, invece, non è coinvolto nella prensione. La presa ha una intensità abbastanza elevata, tanto che si può giungere a sollevare il piccolo dal piano su cui si trova per qualche istante. Il neonato non è in grado di rilasciare volontariamente la presa.
Quando compare il riflesso di prensione palmare
Il riflesso di prensione palmare è presente già al momento della nascita.
Nei primi mesi di vita, basta la semplice stimolazione della pelle per provocare il riflesso di grasping.
Verso i tre-quattro mesi, la semplice stimolazione cutanea non è più sufficiente; per evocare il riflesso, è quindi necessaria necessaria una pressione più forte del palmo. Il riflesso di prensione palmare scompare totalmente verso i 10 mesi di età, quando il bambino acquisisce la capacità di rilassamento.
Che significato ha il riflesso di prensione palmare
I bambini di pochi mesi non sono in grado di organizzare i movimenti in modo tale da poter afferrare volontariamente un oggetto. Probabilmente, il riflesso di prensione palmare serve proprio a creare uno schema motorio di base che getta le fondamenta per ottenere questa capacità volontaria. Inoltre, questo riflesso crea interazione e legame tra il neonato e l’adulto che si sta occupando di lui.