La cola-cola di Gravina in Puglia è un fischietto di terracotta tipico della tradizione contadina locale e simbolo della città. Un oggetto che piacerà e affascinerà i bambini, ma anche i grandi.

La scorsa estate abbiamo fatto una vacanza diversa dal solito, nessun on the road negli Stati Uniti, nessuna isola greca dal mare cristallino da scoprire, abbiamo invece scelto come base l’alto Salento per qualche giorno di puro relax. Dopo aver goduto di mare e spiagge da cartolina, ci siamo concessi di esplorare alcune delle meravigliose cittadine della Valle d’Itria per poi concludere il nostro viaggio a Matera, ultima tappa del nostro tour italiano. Prima di lasciare la Puglia, che ci ha ospitati per quasi tre settimane, abbiamo fatto tappa a Gravina in Puglia.

Dove si trova Gravina in Puglia

Ci troviamo nella Murgia barese di cui, oltre a Gravina, fanno parte tantissimi altri comuni tra cui vale la pena ricordare Altamura, Noci, Putignano e Castellana Grotte. Le Murge sono una sub-regione pugliese-lucana molto estesa, corrispondente ad un altopiano situato tra la Puglia centrale e la Basilicata nord-orientale. Per chi sceglie di trascorrere un periodo di vacanza sulle soleggiate spiagge pugliesi, questa zona offre la possibilità di conoscere aspetti legati alla cultura locale che vale la pena approfondire.

Gravina in Puglia panorama

I simboli della città di Gravina

Gravina è una cittadina di circa 44000 abitanti collocata a soli 30 minuti di auto dalla più famosa Matera. È principalmente conosciuta ed apprezzata per le sue chiese rupestri, una tra tutte quella di San Michele delle Grotte, ma anche per il suo Ponte Acquedotto Viadotto della Madonna della Stella costruito verso la fine del XVII secolo che collega i due versanti della città ( le due sponde del burrone). Il ponte ha dato una notorietà mondiale a Gravina in quanto è stato il set di alcune delle spettacolari riprese dell’ultimo film di 007 con Daniel Craig nei panni di James Bond.

Ponte Acquedotto Viadotto

Naturalmente Gravina è anche molto altro. È sicuramente il luogo ideale per gli amanti del trekking, poichè collocata all’interno del Parco dell’Alta Murgia e offre anche qualche spunto divertente per chi viaggia con i bambini. All’ingresso della città, infatti, non potranno mancare di ammirare il simbolo di questa cittadina: la cola-cola.

Cos’è la cola-cola di Gravina

Come ho già detto, il primo incontro con la cola-cola lo farete all’ingresso della città. Al vostro arrivo non potrete non notare un enorme uccello con il corpo allungato color bianco calce sul quale sono dipinte strisce rosse, gialle verdi e blu che, a ben guardare, ricorda un galletto. Se lo osserverete con attenzione, noterete un foro nella parte posteriore del corpo ed un altro foro vicino alla testa; la cola-cola, infatti, è in realtà un fischietto bitonale in terracotta prodotto proprio a Gravina e simbolo della città. Un souvenir che attirerà subito l’attenzione dei vostri bambini. Non spaventatevi, non dovrete portare a casa la versione mastodontica del fischietto, fortunatamente gli artigiani di Gravina ne costruiscono di svariate misure, anche molto piccole.

Cola Cola Gravina in Puglia

La cola cola o il cola cola?

“Ma se è un fischietto a forma di galletto, non dovrebbe essere maschile?”. Eppure gli abitanti di Gravina dicono LA cola-cola e non IL cola-cola, declinando il fischietto al femminile. Questo perché il fischietto prende origine non dal galletto, ma dalla gazza ladra (Pica Caudata) abituale frequentatrice dei boschi dell’agro gravinese e che nel dialetto locale viene chiamata, appunto, còula-còule. Da qui quindi la denominazione al femminile. Che sia la cola cola, il cola cola, o anche il cucù, se visiterete l’area tra Grottaglie e Matera vi capiterà molto spesso di trovare artigiani che realizzano fischietti che somigliano a dei galletti delle gazze ladre sia in terracotta che in altri materiali.

Il fischietto a forma di galletto e le sue origini

Le origini della cola-cola di Gravina (o còula-còule in dialetto) si collocano attorno alla metà del XIX secolo. Si tratta di un oggetto di tradizione contadina, il cui suono riportava la bella stagione e con essa la promessa di prosperità per le terre, fonte di sostentamento primaria. La cola-cola incarnava anche una funzione propiziatrice: le veniva attribuita la virtù di allontanare le forze negative, per mezzo del colore rosso, colore scaramantico per eccellenza. Un oggetto magico quindi, legato alle radici profonde della madre terra. Un oggetto semplice che segnava i momenti di festa come simbolo di rinascita, di buon auspicio e di prosperità. Ma la cola-cola aveva anche una funzione ludica, un giocattolo dalla fattura artigianale da usare e rompere.

La forma è ovoidale, ma nelle sembianze ricorda un uccello un po’ stilizzato molto variopinto.


Il fischietto bi-tonale viene realizzato attraverso una lunga lavorazione. Si parte unendo tre sfere d’argilla che, opportunamente modellate e connesse, danno corpo alla nostra gazza/galletto. Successivamente viene dipinto di bianco calce e decorato con colori vivaci. Dopo essere stato asciugato all’aria, viene da ultimo cotto in forno ad una temperatura di oltre mille gradi per circa dieci ore.

Troverete svariate misure di questo fischietto tutte perfettamente funzionanti. Prima dell’acquisto, però, fate attenzione alla scelta, perchè più piccolo sarà il fischietto più acuto sarà il suono che produrrà.

Il museo della cola cola

La storia e le origini della cola-cola sono custodite nella sede del museo che si trova in piazza Benedetto XIII, al numero 24, allestito presso la casa natale dei fratelli Loglisci, gli artigiani-ceramisti a cui si deve la tradizione della produzione della cola cola. Tradizione che loro stessi hanno ereditato dal nonno e che hanno poi tramandato ai figli ed ai nipoti.

All’interno del museo troverete tante altre opere in terracotta coloratissime e di recente produzione, ma anche esemplari storici che risalgono a più di un secolo fa.

Proprio all’ingresso del museo abbiamo avuto il piacere di incontrato Marco, un giovane solare ed appassionato, che oggi con lo zio porta avanti la tradizione di famiglia, continuando la produzione della cola cola, lavorando l’argilla rigorosamente a mano. Marco ci ha parlato delle origini della cola-cola e della simbologia che ha accompagnato il fischietto tradizionale gravinese, tanto da essere ancora oggi venduto come portafortuna alla Festa del Santuario della Madonna di Picciano.

I bambini ascolteranno affascinati le storie di Marco e non sarà facile lasciare la piazza senza aver acquistato un souvenir così prezioso.

__________________________________

Se vi ho convinti a passare da Gravina in Puglia per scoprire da vicino la cola cola, non dimenticatevi assolutamente di portare i bambini a vedere anche la prima big bench recentemente installata in Puglia, proprio qui sul Belvedere di Dolcecanto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Giovanna

Giovanna alias Giò, amo viaggiare, scrivere, leggere, preparare dolci e mangiare cioccolato fondente. Ho anche una certa propensione ad accumulare scarpe, Quando mi appassiono ci metto l'anima, ma non cedo facilmente alle mode passeggere o alle lusinghe. La mia prima risposta e' sempre no, da buona bilancia amo ponderare tutti i pro e i contro almeno millemila volte. Chi mi ama lo fa per sempre.

Ti potrebbero piacere