La caduta dei capelli è un fenomeno che si verifica molto di frequente nei primi mesi dopo il parto e durante l’allattamento. Quali sono le cause? Quanto dura? Si tratta di una situazione permanente? Come si può risolvere o almeno arginare il problema della perdita di capelli dopo la gravidanza?

Quando è nato il mio primo figlio, devo dire che non mi sentivo un granchè. La più grande sfida era quella del puerperio e le modifiche alla vita. Ma a questo, si aggiungeva anche una visione allo specchio che non mi consolava. Occhiaie violacee, borse sotto gli occhi, un colorito tutt’altro che dorato e smagliature che comparivano su seno e pancia. Non sono mai stata una cultrice dell’estetica, ma tutto nella mia vita era cambiato e il fatto che anche il mio aspetto non fosse più il solito un po’ mi scoraggiava.

Mentre mi domandavo se avrebbe mai ripreso una forma fisica almeno simile a quella di prima, è successo qualcosa. No, non sono comparsi stuoli di estetisti e make up artist a darmi una mano, anzi… il decadimento generalizzato del mio corpo pareva aver raggiunto anche la mia chioma, che per tutta la gravidanza avevo avuto fluente e meravigliosa. Dopo pochi mesi dal parto, infatti, ho cominciato a perdere i capelli, abbondantemente, copiosamente, profusamente. Ma che diamine stava accadendo alla mia amata capigliatura?

Per fortuna, nulla di irreversibile, come ho avuto modo di constatare qualche tempo dopo. Ma, sul momento, la cosa mi ha un po’ preoccupato. Se anche a te rimangono in mano ciocche di capelli mentre ti pettini, non temere, tornerai ad avere una chioma rigogliosa. Ma vediamo un po’ cosa succede al cuoio capelluto e alla capigliatura dopo la gravidanza.

Il ciclo vitale dei capelli e la loro caduta

Per capire il fenomeno della caduta dei capelli dopo il parto ed in allattamento, è utile prima conoscere il ciclo vitale di peli e capelli ed i diversi tipi di caduta dei capelli.

Il ciclo di vita del capello

Ogni capello ha una vita media che può variare tra i 2 e i 7 anni e che si articola in tre fasi:

  • Anagen, la fase di crescita: durante questo periodo, che dura dai 2 ai 6 anni, il capello cresce e la fibra si allunga alla velocità di circa 1 cm al mese. La fase anagen riguarda la maggior parte dei capelli di una chioma: normalmente, circa il 90% dei capelli che ognuno di noi ha in testa in un dato momento è nella fase di crescita.
  • Catagen, la fase di transizione: il capello sospende progressivamente le sue funzioni vitali e rallenta la sua crescita. Si tratta di una fase di involuzione, in cui il pelo si porta via via verso gli strati più superficiali dell’epidermide, allontanandosi dal fondo del follicolo pilifero, che si trova in una fase di riposo momentaneo. Il catagen è piuttosto breve (2-3 settimane) e, per questa ragione, solo l’1% dei capelli di una chioma si trova in questa fase.
  • Telogen, la fase di riposo: è il periodo terminale della vita di un capello. Durante questa fase, che dura 2-3 mesi, il capello si trova ancora nel follicolo pilifero ma le attività vitali sono completamente cessate. Il capello, anche se rimane attaccato al follicolo, è “morto” e tirando con poca forza, cade senza dolore. L’ultima parte della fase telogen è chiamata exogen (fase di caduta) e viene talvolta identificata come una fase a parte. Durante l’exogen, il capello perde tutti i sistemi di ancoraggio al follicolo e cade, magari durante il lavaggio o quando si usa la spazzola. In condizioni fisiologiche, la fase di riposo (e caduta) riguarda circa il 9% dei capelli di una chioma.
caduta dei capelli

Il follicolo pilifero da cui cade un capello in genere ospita già un nuovo capello nascente, che crescerà durante la sua lunga fase anagen. In certi casi, però, i follicoli possono andare incontro ad una fase di riposo vero e proprio, chiamata kenogen e non dare origine a nuovi capelli. Questo si può verificare a tutte le età anche se è sensibilmente più frequente con l’avanzare degli anni.

Caduta di capelli anomala

In condizioni normali, ogni giorno perdiamo tra i 50 e gli 80 capelli che in genere vengono sostituiti da altrettanti capelli nuovi. In determinate situazioni, però, si verifica una perdita di un numero anche molto più grande di capelli. All’origine di questo possono esserci svariate situazioni, disturbi transitori o patologie. In ogni caso, in base alle caratteristiche del follicolo pilifero, è possibile distinguere due tipi di perdita di capelli piuttosto diverse tra di loro: l’effluvio (o effluvium) e il defluvio (o defluvium).

Effluvio

Con il termine effluvio si indica una caduta di capelli ingente, ma temporanea. Infatti, sebbene possano cadere ogni giorno centinaia ed anche migliaia di capelli, i follicoli piliferi non presentano danni e possono dare origine a nuovi capelli. L’effluvio è quindi un fenomeno che, per quanto possa essere sgradevole, è in genere reversibile e benigno e tende spesso a risolversi da solo.

Le cause scatenanti dell’effluvio possono essere diverse; stress acuti sia fisici che psicologici, ma anche interventi chirurgici, emorragie, avvelenamenti e malattie febbrili possono causare quello che viene detto effluvio in telogen, cioè la perdita di capelli che si trovano nella fase di riposo. Ci sono anche particolari situazioni che portano alla caduta di capelli in fase di crescita (effluvio in anagen); l’esempio più frequente è l’alopecia areata, ma l’effluvio in anagen può essere anche conseguenza di chemioterapia antineoplastica, radiazioni ionizzanti, dieta senza proteine o dell’assunzione di particolari tipi di farmaci.

Defluvio

A differenza dell’effluvio, il defluvio è caratterizzato da una caduta di capelli di modesta entità, ma permanente. Nel defluvio, infatti, si verifica la perdita progressiva del follicolo pilifero, quindi i capelli che cadono non ricresceranno e la situazione di scopertura sarà definitiva e irreversibile. 

Nella maggior parte dei casi, il defluvio riguarda capelli in fase telogen, è il caso, ad esempio della calvizie comune (alopecia androgenetica) o della perdita di capelli dovuta ad anoressia, ovaio policistico o menopausa. Alcune malattie possono tuttavia portare ad un defluvio in anagen, in cui i capelli che cadono si trovano, appunto, in fase di crescita; tra queste malattie ci sono il lupus eritematoso discoide, il lichen alopecizzante e la follicolite decalvante.

Caduta dei capelli post-parto

Uno dei momenti della vita in cui si può andare incontro alla caduta dei capelli è sicuramente la fase successiva alla gravidanza. Si tratta di una situazione tutt’altro che rara; secondo la American Pregnancy Association circa il 40-50% delle donne riferisce di perdere capelli in misura maggiore al solito, nei mesi dopo il parto

In alcuni casi, la caduta dei capelli può essere davvero ingente e provocare preoccupazione in chi la subisce; tuttavia, questa perdita di capelli è generalmente transitoria e si risolve dopo qualche settimana. La caduta dei capelli dopo il parto ha le tipiche caratteristiche dell’effluvio in telogen, con capelli che cadono in fase di riposo e follicoli piliferi preservati che possono quindi dare origine a nuovi capelli.

Perchè si perdono i capelli dopo il parto?

Con tutta probabilità, la perdita dei capelli che si verifica dopo il parto è una manifestazione di cambiamenti che, in realtà, avvengono durante la gravidanza. Il che può suonare un po’ strano visto che, in gravidanza, i capelli in genere appaiono più folti, lucenti e persino più sani del solito. Ma è proprio da questo aspetto meraviglioso quando si è in dolce attesa e da ciò che lo produce che bisogna partire per comprendere cosa accade dopo il parto e che porta all’effluvio.

I responsabili primari di questo effetto benefico sui capelli durante la gravidanza sono gli estrogeni che che non solo regolano la produzione di sebo ed impediscono l’incanutimento, ma portano anche all’arresto del ciclo vitale dei capelli. L’aumento degli estrogeni che si verifica in gravidanza porta i capelli a bloccarsi in fase anagen, la fase di crescita. Durante la gravidanza, quindi, i capelli non cadono o, almeno, cadono in numero decisamente inferiore ai soliti 50-80 capelli giornalieri.

All’azione degli estrogeni, si aggiunge anche quella della prostaciclina, una molecola lipidica prodotta dalla parete delle arterie e contenuta nella placenta, che agisce dilatando i vasi sanguigni e favorisce, quindi, l’irrorazione dei tessuti. Questa maggiore irrorazione si traduce, a livello del cuoio capelluto, in una stimolazione della crescita dei capelli. L’effetto combinato di estrogeni e prostaciclina durante la gravidanza porta quindi ad una chioma fluente e splendida-splendente.

Con il parto, l’assetto ormonale (e non solo) cambia drasticamente e questo ha un effetto anche sul cuoio capelluto e, di conseguenza, sui capelli. Estrogeni e prostaciclina diminuiscono con conseguente riattivazione del normale ciclo vitale dei capelli. Dopo tanti mesi bloccati in fase anagen, molti follicoli piliferi entrano in fase catagen e, a seguire, in fase telogen. E così, molti capelli si trovano a cadere, secondo il loro ciclo vitale; il “problema”, se così vogliamo chiamarlo, è che lo fanno tutti insieme e questo dà origine ad una perdita che può essere anche massiccia e che può portare ad una sensazione di chioma assottigliata e poco folta.

Estrogeni e prostaciclina o meglio, la diminuzione della loro concentrazione nel sangue, potrebbero non essere l’unico meccanismo all’origine dell’effluvio nel post parto. Non dimentichiamo, infatti, che l’effluvio in telogen può essere scatenato (o aumentato) da situazioni di stress acuto o cronico, come possono essere il parto ed il puerperio, ma anche la stanchezza tipica dei neogenitori nei primi mesi di vita dei nuovi arrivati.

Ci sono anche altre situazioni che possono rendere ancora più accentuata la caduta dei capelli nel periodo successivo alla gravidanza. Tra questi fattori ci sono, ad esempio, eventuali carenze nutrizionali, come la mancanza di ferro, che non sono infrequenti nel post-partum e che dovrebbero essere oggetto di attenzione, anche al di là dell’effluvium.

Quanto dura la caduta dei capelli dopo la gravidanza?

In genere, la caduta dei capelli comincia a verificarsi a distanza di 2-5 mesi dopo il parto e raggiunge il suo picco massimo intorno al terzo-quarto mese. Questo è perfettamente coerente con il meccanismo che porta all’effluvio: una volta partorito, i valori degli estrogeni tornano alla normalità e i capelli riprendono il ciclo vitale, entrando in fase catagen, che dura 2 settimane e poi in fase telogen, che dura 2-3 mesi. Al termine di queste fasi, i capelli cadono.

Nella maggior parte dei casi, la situazione si normalizza tra i 6 e i 12 mesi dopo il parto e, per il compimento del primo compleanno del bambino, la chioma della mamma non risente più dell’effluvio post-parto e torna ad una situazione di normalità. In alcuni casi, decisamente più sporadici, la caduta dei capelli non si arresta e prosegue anche oltre l’anno dal parto. Se ciò dovesse avvenire, sarebbe opportuno contattare un dermatologo che possa approfondire la situazione; non è possibile escludere, infatti, che la caduta dei capelli possa essere dovuta ad altri fattori e quindi non essere più un semplice effluvio post-parto.

Caduta dei capelli e allattamento

L’allattamento è in qualche modo implicato nella caduta dei capelli dopo il parto? Secondo l’opinione popolare sì, anzi, nei detti di nonne, zie, suocere &co l’allattamento pare essere il responsabile principale (se non unico) della caduta dei capelli nei mesi dopo il parto. Questo, però, è poco indicativo, visto che all’allattamento si attribuiscono tutta una serie di disturbi e inestetismi sia della mamma che del bambino. Disturbi che, nella maggior parte dei casi, non hanno alcuna attinenza con il latte materno e con l’allattamento (è il caso, ad esempio, dell’acne neonatale che viene associata, in modo erroneo, agli ormoni materni presenti nel latte).

Per quanto riguarda la caduta dei capelli, però, non è possibile liquidare la questione capelli-allattamento come una diceria senza fondamento. In alcuni studi, viene mostrato come la prolattina svolga un’azione sul cuoio capelluto, provocando un’accelerazione del passaggio dei capelli alla fase catagen. Questo ha portato anche a ipotizzare una correlazione tra alcune forme di alopecia e l’iperprolattinemia, (l’iperprolattinemia è la situazione clinica in cui si rileva una concentrazione sanguigna di prolattina superiore alla norma). Tuttavia, questa correlazione non è ancora del tutto provata e, comunque, si verifica generalmente quando i livelli ematici di prolattina sono davvero molto elevati oppure in concomitanza con altri disordini genetici o endocrinologici

Attualmente, non vi sono dati scientifici che possano concludere che vi sia un’effettiva relazione causa-effetto tra l’allattamento al seno e l’effluvio post-parto. È invece molto più probabile che esista una correlazione puramente temporale: la caduta dei capelli avviene nei primi mesi dopo la gravidanza, in concomitanza con l’allattamento al seno. C’è infatti da notare che la perdita di capelli post-partum si verifica non solo nelle donne che allattano al seno, ma anche nelle mamme che non lo fanno. Non ho trovato invece studi che vadano ad indagare se l’allattamento al seno protratto oltre l’anno di età del bambino porti anche ad un protrarsi dell’effluvio post-parto. Nella mia esperienza e nei racconti di amiche e conoscenti, questo in realtà non avviene e la caduta dei capelli rimane limitata ai primi mesi dopo il parto.

Come gestire l’effluvio post-parto: tecniche e trattamenti

Abbiamo detto che l’effluvio post-parto è, nella stragrande maggioranza dei casi, una situazione temporanea e perfettamente reversibile. Questo, però, non toglie che possa essere fonte di disagio per chi la subisce. Una capigliatura assottigliata, poco folta e diradata, magari con aree di cuoio capelluto che si intravedono può portare ad un senso di inadeguatezza e anche ad una perdita di autostima. Oltre tutto questo avviene in un momento della vita in cui si può essere particolarmente fragili e stanche. È del tutto lecito non voler attendere che la situazione si risolva da sè e cercare, quindi, delle soluzioni o dei trattamenti che possano risolvere o ridurre la problematica.

Nel tempo, gli esperti hanno studiato vari trattamenti allo scopo di trovarne uno che riesca a ridimensionare l’effluvio e migliorare l’aspetto estetico. Tra le sostanze studiate, troviamo integratori tiroidei, lozioni topiche a base di progesterone ed estradiolo e persino contraccettivi orali. Gli studi effettuati finora, però, non hanno dato risultati definitivi e presentano tutti delle limitazioni nel loro disegno sperimentale. In altre parole, nessun trattamento specifico è stato studiato in modo sufficientemente approfondito da giustificare la raccomandazione nel trattamento clinico o da definirlo “efficace”.

Per queste ragioni, le attuali strategie di trattamento dei capelli in caso di effluvio post-parto sono sintomatiche e aspecifiche, anche se in alcuni casi possono rivelarsi efficaci (chiedi sempre al medico curante o al dermatologo prima di procedere con un trattamento).

Al di là dei trattamenti farmacologici, quello che si può fare per ovviare al diradarsi della chioma, finchè questa non ritroverà la sua normale pienezza. è mettere in atto qualche strategia o escamotage, in modo semplice e immediato.

Scelta dei prodotti cosmetici

In caso di eccessiva caduta di capelli, la scelta migliore è optare per prodotti che forniscano volume e che non appesantiscano i capelli, per evitare l’appiattimento della capigliatura. A questo scopo, puoi scegliere shampoo volumizzanti; questi shampoo in genere contengono proteine che vanno a rivestire i capelli, facendo apparire la chioma più piena. Se utilizzi il balsamo, scegline uno con formulazione leggera (per capelli fini) ed applicalo principalmente sulle punte dei capelli e non su cuoio capelluto e lunghezze.

Meglio evitare, invece, i prodotti 2in1 (shampoo più balsamo) perchè i balsami contenuti in questi cosmetici sono spesso piuttosto pesanti e tendono appesantire ed appiattire i capelli. Per la stessa ragione, evita anche i “balsami intensivi” che in genere hanno una formulazione pesante.

Trovare il miglior shampoo e balsamo per capelli sottili è davvero una questione di tentativi ed errori. Non esiste un unico ingrediente che renda uno shampoo o un balsamo volumizzante per capelli fini migliore degli altri, quindi è necessario trovare i prodotti che meglio valorizzano i propri capelli.

Acconciatura

Per evitare di far cadere più capelli di quelli che già non cadono durante il post-parto, sarebbe meglio evitare code strette e acconciature molto tirate. Se si prediligono i capelli legati è meglio optare per una treccia più morbida, che non stressi ulteriormente i capelli.

Un’altra strategia per camuffare una chioma poco fluente è quella di provare nuove acconciature. Può essere l’occasione per osare un taglio corto, che oltre ad essere pratico e a far risparmiare tempo, è anche in grado di far sembrare la capigliatura più piena. Ma anche se non hai alcuna intenzione di tagliare i capelli, ci sono delle strategie per limitare il disagio di una capigliatura poco folta. Chiedi al tuo parrucchiere, saprà sicuramente proporti il taglio perfetto per te in questa fase.

E tieni sempre a mente che è una situazione transitoria che passa senza lasciare conseguenze.

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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