Il sentiero del Tracciolino: un itinerario facile e pianeggiante in Val Chiavenna tra ponti, gallerie e panorami mozzafiato, sulle rotaie di un vecchia ferrovia. Un’escursione insolita da fare con bambini a poco più di un’ora di distanza da Milano

In questi ultimi anni, quello naturalistico è stato l’aspetto che maggiormente abbiamo preso in considerazione nella progettazione di viaggi e gite. Alla visita di borghi e città, affianchiamo sempre delle camminate nella natura a caccia di panorami e bellezze naturali

Ma non mi sono dimenticata della me gggiovane, pervasa da pessimismo e fastidio all’idea della camminata in montagna. Saranno state le colonie con l’oratorio, chissà… ma l’idea di trascorrere delle vacanze o fare gite all’insegna del trekking, mi faceva venire la pelle d’oca. E non in senso positivo, credetemi! Per me la Vacanza era rigorosamente al mare e la gita in un parco divertimenti o, al limite, in piscina.

Ecco perchè, con Alessio, cerco di scegliere percorsi particolari e “appetibili” anche ad un settenne super attivo, stambecco sulle salite, ma anche incline al lamento. E il panorama che si gode da una cima, spesso non basta a compensare la fatica della salita, non a 7 anni. Ecco perchè, cerco di infilare, a metà o a fine percorso, un lago, un fiume oppure scenari particolari ed insoliti, che risveglino la sua curiosità. Con il Tracciolino, ci siamo giocati una mano davvero fortunata. Stavolta, nello zaino, niente asciugamano, ma una torcia e via all’avventura!

Il Sentiero del Tracciolino: tra gallerie, ponti e panorami

Il sentiero del Tracciolino nasce negli anni Trenta del ‘900, dall’esigenza di collegare la diga Moledana, in Val dei Ratti, al bacino di carico della Val Codera con una ferrovia a scartamento ridotto. I primi frequentatori del sentiero sono stati, quindi, gli operai della Edison che lavoravano in questi stabilimenti e che si spostavano sul Tracciolino a bordo di un quadriciclo o di un piccolo locomotore. Oggi i binari della ferrovia non vengono più utilizzati per lo spostamento di persone e merci, ma rimangono a caratterizzare parte del sentiero del Tracciolino, rendendolo particolarmente interessante per un’escursione con bambini.

Ma non sono solo i binari a rendere speciale questa passeggiata; sul sentiero del Tracciolino, infatti, si susseguono ponti in ferro, gallerie scavate nella roccia e passaggi colonnati incuneati tra roccia e strapiombo. Il tutto corredato da panorami mozzafiato che si allargano sulla Val Chiavenna, il Pian di Spagna, il lago di Mezzola e, più in là, il lago di Como.

Un’altra ragione per fare del Tracciolino la meta di un’escursione con bambini, è il fatto che corre ad un’altitudine costante di 912 metri slm. L’assenza di dislivello compensa la lunghezza non trascurabile del percorso, che si aggira sui 10 km, rendendo il Tracciolino adatto a tutti, bambini compresi; le caratteristiche del sentiero, inoltre, lo rendono percorribile con la mountain bike, ovviamente da chi ha un po’ di esperienza sulle 2 ruote. Sconsigliato invece, l’uso del passeggino, che in svariati passaggi potrebbe essere davvero d’impiccio. Per i più piccoli, consigliamo quindi l’uso di un portabebè (fascia, marsupio o simili). Se non ne possedete uno, potete rivolgervi ad una fascioteca, per noleggiarne uno.

Sul Tracciolino con bambini

Il Tracciolino può essere percorso a partire da San Giorgio di Cola verso Verceia oppure nel senso inverso. Noi abbiamo scelto questa seconda possibilità e la consigliamo, se vi muovete con bambini e, a maggior ragione, se non siete camminatori esperti. Dalla parte di Verceia, infatti, è possibile parcheggiare l’auto molto vicino all’inizio del Tracciolino. San Giorgio, invece, non è raggiungibile in auto e, per raggiungere il Tracciolino, è necessario lasciarla a Novate e prendere un sentiero con dislivello importante.

Arrivare al Tracciolino

Verceia è un comune di poco più di mille abitanti sulle sponde del lago di Mezzola, in bassa Valchiavenna, a una manciata di km dall’inizio della Valtellina. Per arrivare al Tracciolino, percorriamo la strada agrosilvopastorale che, attraversando Vico, porta fino in località Palazzina, dove incrocia la piccola ferrovia in disuso. Per portarsi in auto oltre Vico, è necessario munirsi di permesso di transito giornaliero presso uno dei bar di Verceia oppure presso gli uffici comunali, ad un costo di 5 euro. Noi lo acquistiamo al Bar Micio, un bar dotato di comodo parcheggio, localizzato sulla statale 36. Se il prezzo per percorrere qualche km di sterrato vi sembra esagerato, aspettate di iniziare le salite… noi abbiamo reso lode per ogni centesimo investito nel pass!

La strada, inizialmente asfaltata, ad un certo punto si muta in sterrata; il fondo rimane ragionevolmente buono, anche se la strada si fa piuttosto stretta, considerando anche che si tratta di una strada a doppio senso. Non ci sono veri e propri parcheggi nei pressi del Tracciolino, la maggior parte delle auto deve essere lasciata lungo la strada, prestando sempre attenzione a non intralciare il passaggio.

Nei giorni festivi, è necessario arrivare presto se si vuole parcheggiare a ridosso dell’inizio del Tracciolino. Cosa che noi, ovviamente, NON facciamo. Ed è così che ci troviamo a lasciare l’auto alla fine della strada asfaltata… “Non mancherà molto“, ci diciamo, fiduciosi. Ecco, dipende dalla vostra definizione di “molto”, perchè i 2,5 km di sterrato in salita possono diventare “molto molto molto”, soprattutto se accompagnati dai continui lamenti dei bambini. La pendenza di questo tratto, in realtà, non è esagerata, ma l’assenza di zone ombreggiate e la necessità di stare sempre attenti al passaggio delle auto, rende il tragitto davvero poco piacevole. Ci consoliamo, però, ammirando il panorama fenomenale che ci offre la strada, un assaggio della vista che si gode, quasi costantemente, dal Tracciolino.

In alternativa, si può prendere il sentiero che attraversa il bosco, seguendo le indicazioni per “Frasnedo – val dei ratt”. Noi abbiamo alternato sterrata e sentiero, che si incrociano diverse volte, in modo da far camminare anche un po’ Arianna (anni 2) sullo sterrato; il sentiero, infatti, non è adatto ai bambini piccoli e, men che meno, ai passeggini. Difficoltà e pendenza richiedono un minimo di abitudine alle camminate nei boschi e delle scarpe adatte. In compenso, questo tragitto è molto più corto dello sterrato e quasi del tutto ombreggiato. Inoltre, percorrere parte del sentiero, ci permette di incrociare un’area attrezzata per pic nic, con tavoli e panche in pietra, una cappelletta alpina e una fontana con acqua fresca, dove riempiamo le borracce. Da qui, non ci saranno altri punti di accesso all’acqua, fino a San Giorgio.

Al termine dello sterrato, incontriamo il Tracciolino, reso inconfondibile dall’andamento pianeggiante e dai binari che immediatamente catturano l’attenzione dei più piccoli.

Camminando sui binari

Una volta incrociato il Tracciolino, prendiamo verso sinistra, immettendoci sulla piccola ferrovia in disuso che corre pianeggiante, fino al bivio per San Giorgio.

A pochi metri dall’inizio dei binari, presso la casa dei guardiani della diga di Moledana, ci imbattiamo in un curioso mezzo di trasporto, una sorta di “bici da binari” che permette al custode di muoversi lungo la ferrovia. Mentre io studio questo simpatico trabiccolo, Alessio viene attirato dal sistema di scambi manuali che si trova nei paraggi dell’edificio. La leva è funzionante e, se azionata, permette il movimento dei binari; un ottimo spunto per parlare di traiettorie, percorsi, manovre ferroviarie.

Subito dopo la casa, la ferrovia curva verso destra e lascia spazio ad uno slargo con panchine dal quale si gode una vista fenomenale sulla piana sottostante, con il lago di Mezzola in primo piano. Impossibile non rimanere incantati dal panorama sulla Val dei Ratti, fatto di dolci pendenze, prati e boschi, tipico della bassa montagna.

Proseguendo lungo il tracciato, passiamo su alcuni affascinanti ponti ferroviari in metallo che ci permettono di superare i valloni che caratterizzano questa parte della montagna. Avanti ancora e, dopo un ponte sopra un burrone, c’è una prima galleria scavata nella roccia, molto suggestiva, pur nella sua brevità. Ma non è nulla al confronto di quella che ci attende una decina di minuti di cammino più avanti e che è la più lunga dell’intero tracciato.

Questa galleria, lunga 340 metri, è situata subito dopo un bivio, al quale bisogna prendere a destra, verso San Giorgio. La galleria è dotata di sistema di illuminazione che si aziona con un interruttore posto sulla destra, prima dell’ingresso. Noi non ci accorgiamo della presenza dell’interruttore e ci avventuriamo, con le nostre torce, nel tunnel buio e umido. Una vera avventura da speleologi.

All’interno della galleria, zigzaghiamo tra le pozze d’acqua, non riuscendo, comunque ad evitarle tutte; per fortuna, indossiamo scarpe impermeabili che ci tengono i piedi all’asciutto. La piccoletta sta rigorosamente nel marsupio e mi rendo conto di quanto, qui, un passeggino non sarebbe stata una scelta vincente.

Uscendo dalla galleria, ci troviamo circondati da un panorama molto diverso da quello in cui eravamo immersi all’entrata. Le pendenze dolci e boscose della Val dei Ratti hanno lasciato spazio alle asperità della Val Codera, fatta di rocce a strapiombo, gole selvagge e poca vegetazione. Sul percorso, si susseguono le suggestive gallerie, dotate di illuminazione automatica, non sempre funzionante.

Con una repentina svolta a sinistra del tracciato, perdiamo le rotaie che proseguono in un antro scuro chiuso al passaggio. Il sentiero si fa più stretto, ma senza diventare particolarmente difficile da percorrere. Il parapetto che accompagna dall’inizio aiuta a sentirsi sicuri, nonostante lo strapiombo sulla sinistra.

Proseguiamo per un’altra mezz’ora, su questo sentiero incredibilmente pianeggiante fino ad arrivare alle transenne che segnalano l’interruzione del percorso a causa di una frana. Ci dicono che per riprendere il Tracciolino è necessario fare una lunga deviazione, con svariati metri di dislivello. Ma la cosa sembra oltre le nostre possibilità, soprattutto considerando che abbiamo percorso già diversi km, insieme al nostro prode settenne. A questo punto possiamo decidere se tornare sui nostri passi oppure prendere il sentiero che porta a San Giorgio; è l’ora di pranzo e le nostre pance che brontolano optano per un pic nic a San Giorgio, decisamente più vicino. Una decisione che si rivelerà davvero vincente.

San Giorgio di Cola

Nonostante il sentiero per San Giorgio sia in pendenza e presenti qualche piccola difficoltà per i bambini, noi vi consigliamo di raggiungere questo delizioso paesino, dove il tempo sembra essersi fermato diverse decine di anni fa. Ovviamente, questo vale solo se siete dotati di scarpe adeguate e di un supporto in cui portare i bambini, anche se non più piccolissimi. Per bambini sotto i 3-4 anni, il sentiero che scende a San Giorgio può risultare davvero troppo faticoso. Abbiamo incontrato famiglie con bambini di 3 anni portati in braccio, lungo il sentiero, ma non è nè sicuro nè tantomento comodo.

Intendiamoci, il sentiero non presenta una difficoltà drammatica o particolari problemi di sicurezza, anche con bambini. Si tratta di 500 metri con un dislivello di circa 150 metri, non esposto, che attraversa boschi e prati. Però per bambini piccoli può rappresentare una sfida eccessiva sia in discesa che nella successiva risalita.

Con la piccola in marsupio, ci avviamo lungo il sentiero in discesa, che alterna tratti sassosi a gradoni in pietra; il bosco della parte alta lascia presto spazio ai prati che conducono a San Giorgio.

La visione del paesino dall’alto ci lascia senza parole; situato su un dosso prativo, questo piccolo nucleo di edifici si affaccia sulla vallata sottostante, guardando da un lato al lago e dall’altro al lontano borgo di Codera. Un borgo in pietra che sembra uscito direttamente da una fiaba, circondato da prati verdissimi stretti tra i versanti aspri della Val Codera. Una vera oasi di pace e bellezza.

Nel 1866, nelle 26 case di San Giorgio abitavano 17 famiglie, per un totale di 69 persone. Una piccola comunità alacre, che lavorava all’estrazione del granito nelle 4 cave attive a Novate. Non stupisce, quindi, che l’intero paesino sia realizzato, appunto, in granito, compresa la chiesetta ed il suo campanile. Attualmente, solo una piccola parte delle case è abitata e, per la maggior parte, solo in estate; San Giorgio, oggi, conta infatti solo 3 residenti fissi. A questo contribuisce senza dubbio il fatto che il paesino sia raggiungibile solo a piedi o in elicottero. Questa inaccessibilità con mezzi a motore rende però il paese ancora più suggestivo.

Ci sistemiamo dietro la chiesa, dove un bel prato curato e l’ombra di alcuni alberi accolgono gli escursionisti che desiderano riposarsi e rifocillarsi. Nelle immediate vicinanze, una grande fontana con acqua fresca e pulitissima ci permette anche di riempire le borracce.

Un affaccio dal belvedere, un meritatissimo panino e la visita al piccolo museo etnografico, ci lasciano rinvigoriti e pronti per riprendere il sentiero e tornare sul Tracciolino, che percorriamo in direzione opposta all’andata.

Una volta arrivati all’auto, abbiamo all’attivo 14 km nelle gambe e un numero imprecisato di meravigliosi panorami negli occhi.

Serve un’attrezzatura particolare sul Tracciolino?

Il sentiero del Tracciolino è un percorso facile e non necessita di attrezzatura o abbigliamento particolari, basterà usare un po’ di buon senso. Indispensabile un supporto portabimbo, soprattutto se avete intenzione di raggiungere San Giorgio (o partire da lì). Senza dubbio, utilizzate scarpe chiuse e meglio se impermeabili, perchè all’interno delle gallerie potrete imbattervi in pozze e pozzanghere. Il sentiero per San Giorgio può risultare un po’ sdrucciolevole in alcuni punti, se usate scarpe da ginnastica, dovrete prestare maggiore attenzione. Noi avevamo scarponcini da trekking leggeri ed erano sufficienti; per la piccoletta, che nei passaggi più impegnativi era in marsupio, delle semplici scarpe da ginnastica adeguate per i tratti che ha percorso con le sue gambe.

Molto utile anche un cappellino per proteggersi dal sole; il percorso, infatti, ha dei buoni tratti non ombreggiati. Non dimenticate, però, anche una felpa in più. Nelle gallerie, infatti, la temperatura si abbassa di qualche grado e c’è grande umidità. Noi abbiamo percorso il Tracciolino in una torrida domenica di luglio e, pur restando in maniche corte anche nelle gallerie, la differenza di temperatura era chiaramente percepibile. All’interno delle gallerie, è presente un sistema di illuminazione elettrica, ma non è sempre funzionante, quindi consigliamo caldamente di portare una torcia. Tra l’altro, ai bambini piacerà di certo l’idea di essere piccoli esploratori con la loro torcia (per gli adulti, può anche bastare la torcia dei cellulari).

Indispensabile, inoltre, portare una buona scorta d’acqua, perchè sul Tracciolino non sono presenti fonti d’acqua. Potrete riempire le borracce nella bella fontana a San Giorgio oppure nell’area attrezzata lungo il sentiero che conduce al Tracciolino dal lato di Verceia. (N.B. se parcheggiate l’auto alla fine dello sterrato non incontrerete questa area.)


Noi abbiamo davvero molto amato questa escursione e scegliere le foto da inserire in questo post è stato durissimo. Non vediamo l’ora di vedere anche le vostre foto per tornare a sognare. 😉

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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