Anche i bambini, nel loro piccolo o anche piccolissimo, sono delle persone. Non dei piccoli adulti, certo, ma delle persone. Ed ecco perché noi vi parliamo dei diritti dei neonati.

Si parla tutti moltissimo delle donne in dolce attesa, del pancione che cresce, delle accortezze da avere con una donna in stato “interessante”. Si parla un po’ meno delle puerpere e delle neo mamme, anche se chi lavora nel maternage sa bene l’importanza di prendersene cura e di accoglierle in questa fase della vita così emozionante, ma nel contempo così destabilizzante. Anche dei diritti dei genitori, si parla; dei diritti che componenti della coppia assumono una volta che il cucciolo e loro diventano mamma e papà.

E di neonati? Beh, di loro si parla sempre, li si vezzeggia, li si coccola, li si annusa, li si spupazza come bambolotti. Ma forse ci si scorda di loro come persone. Dei diritti dei neonati si parla mai?

Del rispetto che dobbiamo ai neonati dalla gravidanza alla vita extrauterina.

Per chi, come noi, si occupa di divulgare una modalità di maternage ad alto contatto, l’attenzione al bambino è sempre in primo piano, a partire dal periodo della gravidanza.

Riteniamo, infatti, che si dovrebbe provare ad uscire dal cliché della medicalizzazione, mettendosi in ascolto del proprio corpo e cercando di entrare maggiormente in sintonia con il piccolo inquilino. Questo non significa partorire da sole sotto una quercia al chiarore della luna piena, ovviamente. Ma che, nella gravidanza a basso rischio, è sufficiente eseguire i controlli e le analisi previsti dalle linee guida nazionali sulla gravidanza fisiologica. Magari scegliendo di farsi accompagnare in questa nuova esperienza da un’ostetrica, la figura che dalla notte dei tempi supporta la donna durante la nascita dei bambini.

Già l’ostetrica e non il ginecologo. Ammetto che quando sento dire: “ho scelto di partorire nell’ospedale xy perchè ci lavora il mio ginecologo…” mi viene un po’ da sorridere, ma non divaghiamo e torniamo al nostro neonato, che, non indaghiamo come, è venuto al mondo.

Cosa fa un neonato nelle sue prime settimane di vita?

Ciuccia, dorme, fa pipì, cacca, piange e sta in braccio.

Queste, e solo queste, sono le attività che svolge nel corso delle 24 ore, in sequenza o alternate. Alcune ripetute ad oltranza (e in genere non si tratta di quella in cui dorme…)

Non ha orari, non ha routine, naviga a vista in un luogo che fino a qualche ora prima per lui nemmeno esisteva.

E sembrerà incredibile, ma per fare tutto questo si stanca un sacco!

Bambino o bambolotto?

Mi rendo sempre più conto, ed i social purtroppo in questo offrono uno spaccato preoccupante, che frequentemente si scambiano i neonati per dei bambolotti.

Gallery intere di neonati agghindati come dei “mini me”, che si sa la neonata, con la gonna con le balze, ci sta di un comodo! Per non parlare del top pieno di rouge in quel simil acrilico che sembra così fresco… appunto, sembra!

Che poi dal vederli bambolosi al pensarli bambolosi, è un attimo. E ti ritrovi a desiderare che mangino ad orari stabiliti, dormano tutta la notte senza risvegli e che possibilmente si intrattengano un po’ da soli sulla loro sdraietta o nella palestrina dotata di 36 differenti attività neonatali automatizzate. Tutto molto stimolante, alla modica cifra di uno shuttle aerospaziale…

Ma giusto così per ricordarlo, i neonati non sono finti, il tenero batuffolo che profuma di note talcate è un esserino pieno di bisogni e che purtroppo non sa ancora come farsi capire. O forse, a volte, sono gli adulti così confusi dal mondo che gira vorticosamente intorno da non riuscire a decifrare i segnali che il bambino cerca di dare. Che non sono così chiari, a dirla comunque tutta.

Ho quindi pensato di elencare quelli che dovrebbero essere i diritti di un neonato.

I diritti dei neonati

I neonati hanno il diritto ad essere nutriti.

L’allattamento al seno è e deve essere una libera scelta. E si sa, quando si fa una scelta, è necessario disporre di tutte le informazioni, avere ben chiari tutti i termini e tenere in considerazione tutti i soggetti e gli oggetti della scelta. Compreso il bambino.

Ormai dovremmo sapere tutti che l’alimento per eccellenza per ogni cucciolo è proprio il latte materno. Sappiamo anche che, molto spesso, l’allattamento non si rivela certo un’esperienza facile o priva di insidie, rimanendo comunque la scelta migliore per il neonato.

Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio. 

Proverbio africano

Non è facile allattare. Perché se ciucciare è naturale per un bambino, allattare è invece una cosa che è necessario apprendere. Avviare un  buon allattamento è spesso impegnativo e stressante. Ed è per questo che, dell’allattamento, dovrebbe occuparsi tutta la famiglia; non solo le mamme, ma anche i papà, le nonne, le zie e annessi e connessi, tutti coloro che ruotano intorno al bambino devono impegnarsi affinché questo diritto del neonato venga assicurato.

Serve supporto, quello vero. Frasi fatte e diplomatiche come “siamo venuto grandi tutti con il latte artificiale” servono solo a quietare le coscienze e pur essendo vere, non sono di aiuto ad una mamma ed al suo bambino che ci stanno provando. Una teglia di lasagne, quella sì che è di aiuto!

E ve lo dico proprio io, che ho alle spalle un allattamento fallito. Fallito perchè ho sbagliato, non ho avuto la capacità di tapparmi le orecchie e di proseguire per la mia strada ed ho ceduto a chi diceva che “un biberon di latte artificiale non ha mai ucciso nessuno“. Che poi è verissimo eh, se non fosse che ha “ucciso” il mio allattamento al seno. Dopo 4 mesi di aggiunte io ho mollato e il biberon ha vinto, e non ne vado per nulla fiera. Io e i miei sensi di colpa ci siamo tenuti compagnia per lungo tempo. Anche se mia figlia è viva, vegeta e non per questo mi ama di meno.

Ma proprio a fronte della mia esperienza vi dico che se pensate di non farcela, se avete bisogno di supporto nell’affrontare questa fase così delicata non vergognatevi, non è una sconfitta chiedere aiuto a figure formate in allattamento.

Io, che ci sono passata, lo so bene che non è facile, è impegnativo, stancante e totalizzante, soprattutto all’inizio. Ma se si molla, si è mollato. E questa non è una scelta davvero libera. Non lo è per voi e non lo è per il vostro bambino.

Perché i bambini vengono grandi anche con il latte artificiale, ma il latte materno è e rimane il meglio per un neonato. Facciamo del nostro meglio, facciamo il nostro massimo per garantire ai neonati il diritto all’allattamento al seno.

I neonati hanno il diritto a mangiare (e bere) quando hanno fame e sete.

La fame è una questione molto soggettiva, ma al tempo stesso quando si manifesta risulta essere estremamente oggettiva.

Ho sempre amato gli spuntini, quelli che vengono comunemente definiti “fuori pasto”. E per me che non amo i pasti principali abbondanti sono sempre stati una necessità, anche per evitare di azzannare la collega d’ufficio alle 10.00 del mattino. Poi sono cresciuta con una sorella che mangiava agli orari più disparati. Spesso nel cuore della notte, se le veniva un certo languorino, si alzava a preparasi anche un bel panino col salame e non perchè avesse saltato la cena, semplicemente aveva fame, si a mezzanotte e sì nonostante la cena (le ho sempre invidiato il metabolismo a palla, che conserva ancora adesso).

E vogliamo parlare del bere? No superalcolici che siete in allattamento 😉

Io giro sempre con borraccia al seguito e quando esco con Eva le borracce diventano due. Quando si ha sete e non si ha a disposizione l’acqua, si fa fatica a distogliere il pensiero dal bisogno di bere, ed il livello di stress sale. E se un adulto tende a tenerlo sotto controllo cercando su google maps quanto manca al prossimo bar, un bambino di solito ci riesce meno bene…

Perché allora i neonati devono avere accesso al latte (cibo e acqua per loro) solo in determinate fasce orarie scelte arbitrariamente da noi adulti? Ogni tre ore e guai se ne sono passate solo 2 e 49′, sia mai che mi si ingolfa il bambino!

I neonati hanno diritto ad un allattamento a richiesta, che per imparare ad adeguarsi al mondo hanno una vita intera.

E di bambini con la camicia qualcuno ne nasce, ma con l’orologio ancora no!

I neonati hanno diritto ad essere vestiti da neonati

Piccoli grinzosi ed estremamente delicati. Esigiamo, giustamente, che non vengano toccati dai passanti incuriositi. Teniamo a debita distanza la zia Rosetta che ha un po’ di raspino in gola. Poi ci dimentichiamo che vestirli con bottoncini, nastrini e borchiette non è che sia una buona idea.

Completini da mini guappo con tanto di gilet, costumini due pezzi con applicazioni di perline, fasce per capelli (quali capelli?), felpe con cappucci da elfo lunghi un metro e scarpette che se d’inverno possono tenere caldo il piedino, d’estate invece ne fanno un piccolo arrosto cicciotto.

E l’elenco delle discutibili tendenze moda neonato potrebbe essere infinito.

Un neonato necessita di tessuti morbidi, possibilmente naturali: cotone, bamboo, lana. Nessun orpello, nessuna applicazione, nessun bottoncino superfluo, no ai cappucci ingombranti e niente ali applicate ai body, perché i neonati dormono ancora a pancia in su!

Voi avete mai provato a dormire con un paio di alucce cucite al retro del pigiama?

E no, il baby doll non vale, perché quello non serve mica per dormire!

I neonati hanno il diritto di stare in braccio (addosso, a contatto)

I neonati hanno diritto a stare accoccolati tra le vostre braccia. No, non succederà che poi non potrete metterli più giù e non non li state viziando come cercano di farvi credere. Il vostro bambino ha bisogno di voi, di quella che lo ha tenuto in grembo quei 9 mesi e rotti, quella che vomitava al mattino, si inacidiva al pomeriggio e rivomitava la sera. La stessa che ogni volta che saliva sulla bilancia malediva i cetriolini intinti nella maionese, e poi ne mangiava 18 ogni sera. La tizia che ansimava salendo le scale per poi stravaccarsi sul divano con la mano sulla pancia, a sentire se il suo cucciolo si muoveva, favorendo cioccolatini per agevolare la pratica.

Ecco sì il neonato ha proprio bisogno della sua mamma, di starle vicino di sentire il battito del suo cuore ed anche di sentirne odore, anche quando questo vira verso l’eau de lait rancido e anche se l’ultima doccia risale a ieri l’altro. Garantite al neonato un posto accogliente tra le vostre braccia sempre, perché quando sento dire che “deve imparare a stare giù” rivolto ad un neonato il mio rinomato self control va a farsi fot…. ehm benedire.

Ed è vero che le braccia di una persona sola sono troppo poche, anche se quella persona è una mamma. Le braccia di mamma possono essere stanche, esauste o semplicemente bisognose di una doccia e di una pausa (succede mediamente a tutte). Ecco perché il vostro bambino ha il diritto di trovare altre braccia ad accoglierlo. Le braccia di papà, in primis. Ma anche quelle della nonna, del nonno o dello zio. Quelle dei fratelli, se sono abbastanza grandi. Le braccia di chiunque lo ami.

No, nemmeno le loro braccia lo vizieranno.

Se poi volete ritornare padrone delle vostre braccia anche per fare altro, noi in questo non possiamo che suggerirvi di farvi aiutare dal babywearing.

I neonati hanno diritto a fare la cacca da soli

La cacca del neonato viene definita da sempre “cacca santa” e come tale venerata. Quindi attorno alla cacca del neonato si instaurano vere e proprie conversazioni. 

A volte il neonato non fa la cacca. E se non si è nella fase critica delle primissime settimane di vita, questo non rappresenta un problema.

D’altra parte, a volte anche voi non fate la cacca.

Vogliamo provare a pensare che se il neonato non fa la cacca per un giorno (due, tre…) non dobbiamo cominciare ad infilare nel suo sedere oggetti di varia natura? Vogliamo provare a pensare che non dobbiamo nemmeno somministrargli pozioni magiche che favoriscano la fuoriuscita delle feci e tanto meno sciroppi, polverine o qualsivoglia diavoleria che si ama tanto suggerire in casi di stitichezza? Credetemi… non esploderà. E quando meno ve lo aspettate vi inonderà della famosa cacca santa di cui tanto sentivate la mancanza.

I neonati hanno diritto ad essere ascoltati

Il neonato esprime attraverso il pianto tutti i suoi bisogni, che siano il bisogno di nutrimento, di contatto, di essere cambiato, il sonno, la noia, la “rugna”, la consolazione. Io lo so cosa state pensando, pensate che io mi sia dimenticata una delle motivazioni più gettonate che si associano comunemente al pianto del neonato, il neonato piange anche quando ha le coliche. Ma siamo proprio sicuri che queste coliche esistano davvero?

Ma, indipendentemente dall’origine del pianto, è importante che questo pianto venga ascoltato. Da voi. Non sempre saprete capirlo, non sempre riuscirete a consolarlo, ma non fategli mai mancare la vostra presenza. Tenetelo vicino, consolatelo, cullatelo, offritegli il seno e qualsiasi oggetto di consolazione gradisca, cercate di prevenire il pianto con un massaggino rilassante. Capiterà non potrete fare altro che tenerlo tra le braccia, magari piangendo un po’ anche voi. E chiedete aiuto quando sentite di non farcela; altre braccia per cullare, altre orecchie per ascoltare quel pianto, altre voci per cantare ninne nanne.

E soprattutto, nei momenti di vostro maggiore sconforto, ricordate che i bambini non saranno piccoli per sempre.


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Giovanna

Giovanna alias Giò, amo viaggiare, scrivere, leggere, preparare dolci e mangiare cioccolato fondente. Ho anche una certa propensione ad accumulare scarpe, Quando mi appassiono ci metto l'anima, ma non cedo facilmente alle mode passeggere o alle lusinghe. La mia prima risposta e' sempre no, da buona bilancia amo ponderare tutti i pro e i contro almeno millemila volte. Chi mi ama lo fa per sempre.

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