La così detta genitorialità ad alto contatto si riferisce ad uno stile educativo che prevede sin dalla nascita uno stretto legame fisico con il bambino, quindi: portare in fascia, allattare al seno a richiesta e in modo prolungato, praticare il co-sleeping.

Questo approccio di maternage si contrappone allo stile genitoriale a basso contatto che è stato quello imperante negli ultimi trent’anni, improntato all’emancipazione molto precoce del bambino dal contatto fisico con l’adulto in nome di una sua precoce indipendenza e quindi: non allattare a lungo e possibilmente ad orari prestabiliti, dormire da subito da solo in una stanza, non essere preso troppo in braccio per paura che si “vizi”, lasciare piangere il bambino perché sta manifestando solo un capriccio e prima o poi smetterà.

Genitorialità ad alto contatto vuol dire essere in sintonia con i bisogni del bambino sin dalla nascita ed essere disponibili a soddisfare tali bisogni perché un bambino compreso sarà un bambino che cresce nella fiducia e si sentirà riconosciuto come persona e dunque in realtà creerà piano piano una propria indipendenza.

Noi Rolling Mamas promuoviamo, divulghiamo e pratichiamo questo modello di genitorialità e questo non è un mistero. Promuoviamo però anche la tolleranza e il non giudizio e soprattutto l’individualità di ogni famiglia e del proprio stile educativo anche nell’essere genitori ad alto contatto.

Dunque ci sono due poli opposti: da una parte la genitorialità ad alto contatto e dall’altra a basso contatto ma nel mezzo ci sono tante sfumature che si avvicinano più a un polo o all’altro. Spesso mi è capitato di leggere commenti o intavolare discorsi come se ci fossero due fazioni in guerra, i genitori ad alto contatto contro quelli a basso contatto e viceversa. Come se ci fossero delle regole scritte nella pietra che si devono seguire per essere (o sentirsi) in un gruppo piuttosto che nell’altro. Ecco, le guerre per favore lasciamole stare, ce ne sono già tante nel mondo. Siamo tutti genitori e pensiamo di fare sempre il meglio per i nostri cuccioli.

L’importante è che ogni genitore faccia quello che si sente senza condizionamenti imposti dalla società o dall’esperto di turno, è il genitore che conosce il proprio bambino, ogni legame è unico come unico è ogni bimbo ma anche ogni mamma o papà.

Ho notato che spesso genitori ad alto contatto tendono ad essere giudicanti verso chi non lo è o verso chi non fa tutto come “da manuale dell’alto contatto”. Probabilmente perché, essendo la nostra società fondamentalmente ancora a basso contatto, chi sceglie questo approccio educativo si trova spesso, anzi molto spesso, bersaglio di critiche e quindi si mette sulla difensiva e io, credetemi, posso capire bene perché mi sento rivolgere critiche più o meno velate anche da esimi colleghi.

Allattare “solo” per qualche tempo al seno o non allattare o non dormire col proprio figlio non fa di una mamma matematicamente un genitore a basso contatto perché si può instaurare un alto contatto anche allattando al biberon o dormendo nella stessa stanza ma non nello stesso letto.

È oggettivo che allattare al seno ha diversi benefici, ma lo è altrettanto che l’alto contatto, non si misura in ml di latte materno dato ai nostri bambini.

Non dimentichiamo che ci sono anche bambini che accettano l’alto contatto solo alle loro condizioni.

Pensandoci bene ho capito che quello che importa non è avere delle regole o degli stili educativi da seguire come dogmi ma che quello che veramente conta è una genitorialità ad alto contatto emotivo cioè essere emotivamente in sintonia con il proprio bambino ma anche con se stessi, nel legame che unisce un cucciolo alla propria mamma e al proprio papà. Essere emotivamente in sintonia nel legame significa riconoscere i bisogni dell’altro ma anche i propri e modularli insieme.

Significa ad esempio riconoscere e accogliere il bisogno di un bambino di dormire nel lettone ma anche il bisogno del genitore che magari si sente più a suo agio averlo in un letto accanto al proprio piuttosto che nello stesso. Ovviamente significa anche saper accogliere il bisogno del bambino di dormire da solo se lo desidera.

E il sonno è soltanto un esempio, l’alto contatto emotivo si può ampliare a ogni ambito anche non riferito alla genitorialità ovviamente.

Un bambino abituato ad essere ascoltato e soddisfatto nei suoi bisogni, acquisterà un grande senso di fiducia nell’altro che lo farà sentire sicuro di poter spiccare il volo nel mondo e verosimilmente sarà a sua volta un adulto ad alto contatto emotivo.

 

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