Togliere il pannolino è una tappa importante della crescita di ogni bambino. E anche un momento che può originare stress nei genitori. Come fare a gestirlo al meglio?

L’arrivo della bella stagione è il momento più gettonato per togliere il pannolino; un ruolo lo gioca sicuramente il caldo ma, diciamolo, anche le ansie da inizio scuola dell’infanzia a settembre hanno una loro influenza.

I bambini raggiungono il controllo sfinterico diurno tra i due e tre anni, ma c’è una grande variabilità. Come sempre ognuno ha i suoi tempi. Ci sono bambini che spontaneamente riescono a togliere il pannolino a 18 mesi, chi a 3 anni fa ancora un po’ fatica. La buona notizia è che tutti arriveranno ad abbandonarlo, non disperiamo.

Togliere il pannolino delinea una evoluzione importante perché viene meno un accudimento prossimale molto intimo, tipico della prima infanzia. Tutto però si trasforma in base alla crescita e quindi, anche se non ci sarà più il “cambio pannolino”, genitori e bimbo sapranno creare altri momenti di coccole.

Vediamo come possiamo accompagnare il nostro bambino o bambina in questa importante conquista.

Rispettare i tempi

La prima cosa da considerare è se il nostro bambino è pronto per questo passo; cerchiamo di non forzare troppo la mano perché si potrebbe ottenere l’effetto opposto (ad esempio forte stitichezza).

Il bambino deve farci capire in qualche modo, con le parole o i gesti, che gli scappa la cacca o la pipì in modo da poterci avvisare anche da solo. Ovviamente i tempi cambieranno da bambino a bambino, non c’è un’età giusta o tanta fretta; quando pensiamo che sia arrivato il momento giusto per accompagnarlo in questa nuova autonomia proviamo a proporglielo. Spieghiamogli sempre cosa si sta facendo. Può anche capitare che la decisione arrivi direttamente dal bambino e in questo caso va assolutamente assecondato.

Scegliamo un momento tranquillo

Cerchiamo di non far coincidere questo momento con altri eventi emotivamente importanti, quali la nascita di un fratellino o sorellina oppure un trasloco. Ovviamente, teniamo in conto sempre la variabilità di ognuno, non tutti reagiscono agli eventi in modo uguale. Deve essere un momento il più tranquillo possibile anche per chi seguirà il bambino in questa nuova conquista. Se è il bambino a chiedere di togliere il pannolino ovviamente il momento è sempre quello giusto.

Coerenza (ma anche flessibilità)

Quando pensiamo che sia arrivato il momento è meglio partire senza ripensamenti e quindi essere coerenti nella decisione.

Se si toglie il pannolino di giorno lo si fa in tutte le situazioni per non creare confusione, quindi se il bimbo è accudito anche dai nonni anche loro dovranno appoggiare questa decisione; se frequenta l’asilo nido, comunicatelo e confrontatevi con le educatrici. A questo proposito, io ritengo che la decisione debba partire dalla famiglia, dal contesto affettivo del bimbo: il controllo sfinterico è un passo importante che sancisce un passaggio che a mio parere non dovrebbe essere delegato in toto ad un altro ambiente educativo come l’asilo nido.

E se ci si accorge che il momento anche se sembrava quello giusto in realtà non lo è? Se il bambino appare molto turbato da questa richiesta? Niente panico, possiamo spiegare al bimbo che forse possiamo aspettare ancora un po’ e riprovare dopo qualche tempo.

Vasino o riduttore del WC

Questo è assolutamente soggettivo, ci sono bimbi che preferiscono il vasino e altri il riduttore. Il vasino è l’intermediario tra il pannolino e il water, generalmente è più rassicurante perché non c’è un buco “profondo” che può creare paura, è più gestibile dal bambino stesso perché può essere spostato ed è più alla sua portata per potersi sedere. Inoltre nel vasino la cacca e la pipì sono più visibili e gestibili dal bambino.

Anche il riduttore, se accettato, è un valido strumento; cerchiamo di renderlo accessibile con una pedana che permetta al bimbo di poter salire in autonomia sul water. La pedana serve anche ad appoggiare i piedi da seduto per essere più comodo.

Può accadere che in un determinato ambiente il bimbo preferisca uno piuttosto che l’altro o che preferisca alternarli a seconda dei momenti. Ad esempio, a volte può succedere che la cacca si preferisca farla per più tempo nel vasino rispetto alla pipì. Nessun problema, sicuramente nella sua testa ciò ha uno scopo quindi assecondiamolo. Il water viene visto dal bambino come una cosa “da grandi” perché lo usano gli adulti intorno a lui e i fratelli e le sorelle maggiori se li ha; alcuni bimbi si sentono subito pronti ad usarlo, altri no. Ma sicuramente tutti, coi loro tempi, abbandoneranno il vasino, garantito!

Gestire gli incidenti

Ricordiamo spesso al bambino che è senza pannolino e chiediamogli se scappa la pipì o la cacca, soprattutto nei momenti di gioco, perché sarà tanto concentrato da non far caso allo stimolo. Cerchiamo però di non essere troppo insistenti altrimenti, proprio come noi adulti, si scoccerà.

Ovviamente dovremo mettere in conto degli incidenti di percorso ed è importante gestirli al meglio per non far sentire il bambino incapace, inadeguato o cattivo. Gli errori servono per imparare perciò rimandiamogli che capita e che siamo fiduciosi nelle sue capacità. Serve molto self control perché può capitare l’ennesima pipì sul pavimento o sul tappeto dopo una giornata passata a pulire. Alcuni bambini vivono l’incidente come un fallimento perciò è importante rinforzare le sue capacità e la sua autostima dicendogli che crediamo in lui e che ce la può fare.

Non puniamolo o ricattiamolo. Questo atteggiamento deve essere tenuto anche dagli altri adulti intorno. Sembra superfluo dirlo ma a volte dare due “dritte” a nonni e zii su come gestire gli incidenti aiuta. Se ci sono fratelli o sorelle maggiori, magari un po’ gelosi, che sfruttano il momento per deridere il fratellino o la sorellina facciamogli notare che non è una cosa semplice da conquistare, anche loro ci sono passati e ce l’hanno fatta. Cerchiamo di farli mettere nei loro panni magari facendo un esempio con un compito per loro difficile che hanno dovuto affrontare.

Il punto di vista del bambino

Per il bambino cacca e pipì sono prodotti del proprio corpo, parti di sé; per questo può avere difficoltà a lasciarli andare. Può succedere che non vogliano separarsene subito, vogliano tenerle nel vasino per qualche tempo anche per mostrarle con orgoglio alle persone importanti. Quando decidono di separarsene, facciamole salutare augurando loro un buon viaggio; ogni famiglia si può inventare una storia su dove andrà la cacca e la pipì e fantasticare sul loro viaggio. I bambini piccoli inoltre non hanno il senso dello schifo per le proprie deiezioni; è una cosa che “apprendono” socialmente dal comportamento adulto e può capitare quindi che il bimbo abbia la curiosità di indagarli e manipolarli, anche in questo caso cerchiamo di non farlo sentire sbagliato.

…e la notte?

Il controllo sfinterico notturno è fisiologicamente più difficile da raggiungere in quanto è necessario svegliarsi per accorgersi dello stimolo. Anche questo è soggettivo, alcuni bambini raggiungono tutto insieme, altri in tempi diversi.

L’enuresi notturna primaria (cioè il fare pipì a letto continuativamente, non tornare a farla dopo che per un periodo si era ottenuto il controllo sfinterico notturno) viene comunque considerata fisiologica fino ai 6 anni circa. Quando troveremo per qualche giorno di fila il pannolino asciutto al risveglio allora verosimilmente il bambino avrà raggiunto il controllo notturno.

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