Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria, per ricordare uno degli accadimenti più atroci compiuti dall’uomo: la Shoah. Un genocidio che causò circa 15 milioni di morti in pochi anni, tra cui 5-6 milioni di ebrei. Ma come è possibile spiegare la Shoah ai bambini?

E’ una parte della nostra storia che sicuramente ci ha colpito quando l’abbiamo studiata o ci è stata raccontata, almeno per me è stato così. Ricordo benissimo quando, in quinta elementare affrontammo a scuola la seconda guerra mondiale e quindi lo sterminio nei campi di concentramento; decisi persino di portare questo periodo storico nella tesina degli esami di quinta elementare (si facevano ancora ai tempi…).

Non ho ricordi di spiegazioni o racconti da parte dei miei genitori, non so perché. Probabilmente non ho mai chiesto. Mio figlio più grande, che ha otto anni, però a me domande ne ha fatte negli anni; spesso quando sentiva parlare, appunto, di giorno della memoria.

Come spiegare la Shoah ai bambini?

Io ho scelto la strada della verità senza troppi particolari, o meglio sarebbe dire senza troppe immagini.

Alcune immagini dei campi di concentramento sono davvero molto forti; ho ritenuto, per come è fatto mio figlio, di raccontare prima e far vedere poi.

Qualche giorno fa siamo tornati da un viaggio a Praga. Abbiamo visitato il ghetto ebraico e la Sinagoga Pinkas nella quale sono scritti sui muri tutti i nomi degli ebrei della Repubblica Ceca morti nei campi di concentramento. Sono davvero tantissimi e fa molta impressione pensare che quei nomi sono soltanto una piccola parte di tutti i morti.

spiegare la shoah ai bambini

Nella parte della Sinagoga adibita a museo sono inoltre conservati tanti disegni di bambini e adulti sia durante il confinamento nel ghetto che durante la prigionia dei campi di concentramento. Sono disegni che raccontano la vita quotidiana del campo… le docce, i giochi, le camerate e trasmettono tutte le emozioni: tristezza, paura, solitudine.

Questi disegni hanno colpito molto mio figlio perché si è reso ben conto che in quei campi c’erano bambini come lui. Le domande sono arrivate a fiumi e le domande devono trovare sempre risposta.

Ho raccontato di uomini, donne, bambini di tutte le età, di baracche, di lavoro e infine di morte.

In modo breve, non pesante ma certamente molto carico.

La domanda finale era sempre “Si ma perché mamma?”

La domanda più difficile in questo caso, perché come fai a dare una spiegazione? Non c’è una spiegazione.

O meglio, come fai a dare una spiegazione che non trasmetta poi l’equazione “una certa categoria=assassini”? E’ complesso ma spero di esserci riuscita.

La Shoah è stata certamente una pagina nera della storia dell’umanità che andrebbe ricordata per non sbagliare ancora, ma purtroppo ci sono stati dopo, e continuano ad esserci, tantissimi genocidi.

Prendiamoci questa giornata per riflettere sulla Shoah della seconda guerra mondiale, ma anche su tutti gli altri stermini di massa che ci sono stati e non sottraiamoci alle domande dei nostri bambini, rispondiamo sempre con la realtà, calibrando ovviamente per età e sensibilità.

Io penso che le nuove generazioni debbano essere consapevoli di ciò che è accaduto e di ciò che sta accadendo.

Solo così, in futuro, potranno fare la differenza in un mondo di pace.

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