Quando diventi mamma vieni travolta da emozioni che non ti aspettavi. 

Non è un mistero, soprattutto per chi mi conosce da tempo, il fatto che prima di diventare mamma il mio rapporto con il mondo della maternità fosse… piuttosto controverso.

Diciamo che per una buona quota mi era pressoché indifferente, per la restante lo consideravo da pazzi.

Poi come spesso succede nella vita, passi dall’altra parte della barricata.

Nei 9 mesi della gravidanza ho provato più volte ad immaginare che mamma sarei stata. Il quadro che ne derivava era sempre piuttosto desolante e allora ho approcciato il problema come ho sempre fatto da quando ho memoria: ho cominciato a studiare “la materia”.

Il panorama era ed è vasto, vastissimo, diverse scuole di pensiero, oltre a tanti, tantissimi consigli che arrivavano da ogni direzione.

Mentre io studiavo, il nascituro (nascitura, per l’esattezza) nuotava felice e ignaro nel suo utero ovattato.

Che mamma sarei stata?

Continuando a documentarmi, ho letto di tutto e di più. Del resto bazzicare i forum (ve lo ricordate al femminile.com?), contribuiva a confondermi le idee. I gruppi facebook erano agli albori…e per fortuna!

Le letture più gettonate erano Tracy Hogg, Estivill e Tata Lucia. In ambienti più di nicchia i suggerimenti viravano verso Bebè a costo zero di Giorgia Cozza e Besame Mucho di Gonzales.

Dopo diversi mesi di studio, ero finalmente certa di sapere che tipo di mamma sarei stata! Poi è arrivata mia figlia… e la teoria ha lasciato il posto alla pratica.

Tutto il mio sapere faceva bella mostra di sè nella mia testa, composto in  un confuso pot-pourri che, a giorni alterni, odorava di latte rancido.

A questo si aggiungevano le famose visite parenti e non solo, che erano conviviale occasione per fornirmi suggerimenti su come instaurare un rapporto con la mia bambina, cercavano di consigliarmi sul come fare la mamma, sapienti o saccenti a seconda dei casi. Ma io? Io, che tipo di mamma volevo essere?

Cosa ho capito dopo essere diventata mamma

Ho capito dopo un po’ che nessuno poteva dirmi che tipo di mamma essere. Nessun illuminato pediatra, nessuna suocera, nessuna amica e nessun gruppo Facebook.

Ho capito che seguire le correnti tende a farci perdere di vista la vera essenza del rapporto con il nostro bambino.

Ho capito che quello che raccontano gli altri è il loro vissuto, che non è detto sia il nostro. Anzi, è assai probabile che il nostro sarà del tutto diverso.

Ho capito che quello che con mia figlia ha funzionato alla grande, probabilmente con tuo figlio non darà lo stesso risultato.

Ho capito che i manuali servono a far funzionare gli elettrodomestici, non i bambini.

Ho capito che in ogni nostra affermazione c’è un giudizio, anche se noi pensiamo di non essere giudicanti.

Ho capito che sbagliare fa parte del gioco, non saremo mai perfette, ma sicuramente staremo facendo il meglio per il nostro bambino. E questo conta più della perfezione.

Ho capito che guardare cosa fanno le altre mamme non mi renderà migliore, perché ogni mamma lo è, ma per il proprio bambino.

Ho capito che agli sguardi che scrutano, che disprezzano e che disapprovano bisogna farci l’abitudine. E passare oltre.

Ho capito che è sicuramente bello avere delle routine, ma io non le ho mai avute in vita mia, e mia figlia era esattamente come me.

Ho capito che non è attraverso il cibo che si misura la quantità di bene che vuole una mamma. A volte semplicemente i bambini non mangiano. E stanno comunque bene.

Ho capito che l’alto contatto è quanto di più meraviglioso potessi sperimentare, ma è impegnativo, spesso totalizzante e no, non tutti sono pronti e interessati a questo tipo di genitorialità. E va bene così.

Ho capito che quando ti dicono che tua figlia dovrebbe fare così e poi cosà, tu devi sorridere ed annuire. E continuare per la tua strada.

Ho capito che la tua strada, quella che stai tracciando con il tuo bambino, irta di ostacoli, di errori, di pianti, e di manine sporche è la VOSTRA strada.

Ho capito che ci sarà sempre qualcuno pronto a giudicarti, pronto a dirti cosa dovresti o non dovresti fare, ma tu scegli di essere la mamma che senti di essere, insieme al tuo bambino.

Ho capito che ci sarà sempre qualcuno pronto a giudicarti, pronto a dirti cosa dovresti o non dovresti fare, ma tu scegli di essere la mamma che senti di essere, insieme al tuo bambino.

Sarai la mamma migliore per lui, l’unica che possa desiderare.

Leggi anche Essere mamma di un maschio

I bambini non saranno piccoli per sempre

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Giovanna

Giovanna alias Giò, amo viaggiare, scrivere, leggere, preparare dolci e mangiare cioccolato fondente. Ho anche una certa propensione ad accumulare scarpe, Quando mi appassiono ci metto l'anima, ma non cedo facilmente alle mode passeggere o alle lusinghe. La mia prima risposta e' sempre no, da buona bilancia amo ponderare tutti i pro e i contro almeno millemila volte. Chi mi ama lo fa per sempre.

Ti potrebbero piacere