Le radiazioni in gravidanza possono essere pericolose? Come facciamo a sapere se possiamo sottoporci ad alcuni esami diagnostici senza creare problemi al nostro bambino? Queste ed altre risposte ai nostri quesiti direttamente da parte dell’Associazione Italiana di Fisica Medica.

L’incontro con l’Associazione Italiana di Fisica Medica

Quando siamo state invitate ad un pomeriggio informativo sull’effetto delle radiazioni mediche in gravidanza organizzato dall’AIFM (Associazione Italiana di Fisica Medica), io non ho potuto trattenere il mio entusiasmo. Avevo svariate motivazioni per essere felice di questo invito.

L’argomento “gravidanza e radiazioni” ben si integra con uno dei concetti che cerchiamo sempre di condividere con le mamme che ci seguono ovvero: il martirio volontario non è contemplato. Perchè è verissimo che faremmo indicibili sacrifici per i nostri figli, siamo pronte alla sofferenza e all’Armageddon per loro, ma spesso non è necessario e possiamo, anzi abbiamo il dovere, di trovare modalità che facciano stare bene tutti, noi comprese. Questo vale, nelle piccole cose, ma vale anche di più quando si parla di salute e medicina.

Poi c’è un motivo più egoistico, la mia necessità di ascoltare di scienza, il mio bisogno di sentir parlare di numeri ed unità di misura, la nostalgia straziante di una presentazione powerpoint (no, perchè io sapevo che qualcuno avrebbe proiettato, gli scienziati non vanno a braccio quando parlano di dati). Insomma, in generale il mio sempre vivo amore per la scienza. Uno scienziato è per sempre, perchè praticare la scienza è come andare in bicicletta. Una volta imparato, non te lo dimentichi più. Come dite? Sembra più un tunnel senza uscita questo mio bisogno? Dettagli..solo dettagli…

E infine, la simpatia che provo per i fisici. Tutti i fisici che ho incontrato durante la mia vita da ricercatrice sono dei personaggi degni di nota e quindi non perdo occasione per conoscere altri membri della categoria. E se vi aspettate personaggi barbosi e seriosi, credetemi che non avete centrato. Sono invece esseri mitologici, metà comici e metà geek. Uno spasso. E anche questa volta le mie aspettative non sono state disattese. Credo sia stato questo mio entusiasmo a convincere Giò a venire con me… (o forse l’idea della merenda milanese, anche se lei nega strenuamente).

Radiografie e gravidanza tutto quello che non sapevamo

Il take-home message della giornata è arrivato forte e chiaro alle mie orecchie.

Mamme in gravidanza, non c’è motivo di temere la maggior parte delle tecniche diagnostiche che utilizzano radiazioni, nel caso si rendesse necessario utilizzarle.

La Dr.ssa Annalisa Trianni, che lavora presso il dipartimento di Diagnostica per Immagini dell’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Udine ci ha spiegato, in un divertente test di Vero o Falso, che radiografie, mammografie, risonanze magnetiche ed ecografie non rappresentano un rischio per il feto.

Le radiazioni possono essere di due tipi:

  • Radiazioni ionizzanti, che portano alla formazione di radicali liberi. Fanno uso di questo tipo di radiazioni le radiografie, le mammografie e le TAC
  • Radiazioni non ionizzanti, come quelle che utilizzano le risonanze magnetiche. Non portano alla produzione di radicali liberi, ma possono portare al riscaldamento dei tessuti.

Le ecografie, invece, fanno uso di onde meccaniche (gli ultrasuoni).

Com’è facile capire, le radiazioni a cui prestare attenzione sono le radiazioni ionizzanti. Ma i fisici medici presenti ci tengono a sottolineare che nelle comuni indagini di diagnostica, la dose di radiazioni che può raggiungere il feto non è in grado di provocare un danno. Anche perchè è possibile direzionare il fascio di radiazioni e non “puntarlo” nella zona addominale.

Un discorso differente, va invece fatto per la medicina nucleare, un’altra branca della medicina basata sull’uso di radiazioni ionizzanti.

Forse avrete sentito parlare delle scintigrafie. Qual è la differenza con le radiografie?

Le immagini radiologiche sono ottenute sfruttando l’attenuazione del fascio di radiazioni da parte dei tessuti che si trovano tra l’apparecchio che genera le radiazioni e il sistema di rilevazione. Un po’ come accade con il fascio di luce quando si fa una fotografia. Il fascio di radiazioni è, quindi, esterno al corpo del paziente.

In medicina nucleare, invece, viene somministrato un radiofarmaco al paziente. Il radiofarmaco è un medicinale che contiene sostanze radioattive che si distribuiscono, all’interno del corpo del paziente. E’ quindi il paziente stesso che emette le radiazioni che vengono registrate da apposite apparecchiature in grado di ricreare l’immagine corrispondente (scintigrafia).

Ovviamente, nel caso della medicina nucleare, le radiazioni sono dappertutto nel corpo e la quantità che può arrivare al feto sono maggiori rispetto ad una classica radiografia. Le donne in gravidanza o che presentano ritardo nel ciclo mestruale devono segnalarlo al Medico Nucleare prima della somministrazione del radiofarmaco, perchè è possibile che il radiofarmaco abbia un effetto sul feto.

Conseguenze delle radiazioni e possibili rischi

E’ innegabile che le radiazioni in generale possano avere conseguenze davvero importanti sui feti. Il ricordo di Chernobyl è ancora vivo in molti di noi. I rischi da radiazioni sono correlati a due fattori:

  • età gestazionale: sono più significativi durante l’organogenesi e nel periodo fetale precoce, un po’ meno nel secondo trimestre, e meno ancora nel terzo.
  • dose assorbita: maggiore è la quantità di radiazioni al feto, maggiore sarà il rischio

E’ però importante sottolineare come la dose di radiazioni che raggiunge il feto durante gli esami diagnostici sia davvero bassa e incapace di produrre effetti negativi. Il valore da tenere a mente è 100 mGy (100 milliGray*); al di sotto di questa quantità l’effetto delle radiazioni sul feto è considerato trascurabile.

E considerate che dosi al feto di 100 mGy non vengono raggiunte nemmeno con 3 TAC all’addome o 20 radiografie.

Il Dr Lorenzo Bianchi, in servizio presso l’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio, ci tiene a precisare che: “migliaia di donne in gravidanza sono esposte a radiazioni ionizzanti ogni anno e  per la maggior parte di loro, l’esposizione alle radiazioni è clinicamente appropriata e il rischio di radiazioni per il feto è trascurabile”.

Più danno delle radiazioni, fa invece la mancanza di conoscenza, che è responsabile di notevole ansia e può portare anche a interruzioni di gravidanza non necessarie.

*Il Gray è l’unità di misura della dose di radiazione assorbita.

E gli esami sui bambini?

E per quanto riguarda gli esami da effettuare sui bambini? Quelli già fuori dalla pancia, si intende. La Dr.ssa Trianni ci ha spiegato come i bambini siano maggiormente esposti a possibili effetti indesiderati indotti dalla radiazioni. Questo per due motivi, da una parte il fatto che l’organismo di un bambino è in crescita e dall’altro perchè i bambini hanno, ovviamente, un’aspettativa di vita superiore a quella degli adulti. Ma questo non significa che le tecniche che utilizzano radiazioni ionizzanti siano sempre da evitarsi in età pediatrica. Come per tutti gli esami medici, è necessario che il beneficio atteso dagli esami superi il rischio associato; questo molto spesso è vero, nel caso in cui la diagnosi abbia un effetto sulla scelta della terapia. La Dr.ssa ci tiene però a precisare che, soprattutto in età pediatrica “ Vanno comunque considerate tecniche alternative (osservazione, risonanza magnetica, ecografia, radiografia tradizionale)”.

Chi è il Fisico Medico

Ma chi sono questi fisici che si occupano di “cose da medico”? La realtà è che l’esperto di radiazioni, anche in uso sanitario, è proprio il fisico e non il medico, come ci spiega il Dr Luca Moro della Fondazione Maugeri di Pavia.

La Fisica Medica è una branca specialistica della Fisica che si è sviluppata a seguito delle più importanti scoperte della ricerca di base (per es. i Raggi X), le cui applicazioni hanno portato a una radicale trasformazione della medicina con l’introduzione di tecnologie di diagnosi e di terapia sempre più sofisticate.” Per diventare fisici medici, la laurea quinquennale in fisica è necessaria, ma non sufficiente; per conseguire il titolo di Fisico Medico è necessario frequentare una Scuola di Specializzazione apposita della durata di 3 anni, per un totale di 8 anni di studi universitari e post-laurea.

E se pensate che sono una manciata di eroi potrebbe resistere a 8 anni di studi universitari di fisica, dovrete ricredervi, perchè sono ben 1030 i soci regolarmente iscritti all’Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM, www.aifm.it), come ci ha raccontato, con una punta d’orgoglio il presidente Dr Michele Stasi.

Uno strumento per tutti “Il Fisico Medico Risponde”

Il Dr Bianchi ci ha parlato infine di un’iniziativa molto importante. Il Fisico Medico Risponde è uno strumento davvero utile che hanno messo a punto i Fisici Medici per rispondere a dubbi e perplessità dei pazienti e dei non addetti ai lavori. Si tratta di una piattaforma online che contiene molte Domande&Risposte, suddivise per argomento, tra i quali “Radiazioni che Curano”, “La sicurezza del paziente” e, ovviamente “Donne in gravidanza o allattamento e Bambini”.

E se la domanda che vi attanaglia non è contemplata nella lista? Beh, nessun problema, la potrete porre agli esperti utilizzando la sezione forum.

8 Comments

  1. Laura says:

    Sono in gravidanza di 8 settimane,non sapevo di essere incinta e mi sono sottoposta ad una scintigrafia della parariroide,a conti fatti più o meno dopo un paio di giorni dal concepimento, oggi ho fatto la prima eco..sono emozionata ma terrorizzata,è il mio primo bimbo

    1. Congratulazioni per la tua gravidanza!
      Non avere timori e per qualsiasi dubbio consultati con chi ti sta seguendo (ostetrica, ginecologo, consultorio, ecc.) sapranno sempre chiarirti ogni dubbio. Sarà una bella avventura.

  2. […] secondo articolo è comparso ieri su ROLLINGmam@s. La prima sensazione, leggendolo, è quella di avere giocato in […]

  3. Alessandra says:

    Buonasera, ho fatto una radiografia panoramica alla bocca e sono. Incinta di quasi 12 settimane esattamente 11 più 3,so che non. Avrei dovuto purtroppo non posso tornare indietro ma adesso vorrei sapere a cosa vado incontro se devo preoccuoarmi

    1. Ciao Alessandra,
      purtroppo non siamo in grado di rispondere alla tua domanda. Ti consigliamo di contattare il sito dei fisici medici riportato nel nostro articolo, o di rivolgerti al tuo ginecologo.

  4. Sueli says:

    Buon giorno. Sono incinta di 4 mesi. Mio marito dovrà sottoporsi ad uno scintigrafia renale con angioscintigrafia e una scintigrafia renale sequenziale. Al reparto di medicina nucleare mi hanno detto che é meglio evitare contatti con mio marito per qualche giorno. Vorrei capire meglio se questo significa che lo stesso dovrà passare qualche giorno fuori casa e per quanto tempo in tal caso. Lo stesso accadrebbe anche dopo il parto ovvero in presenza di un bebè ? Grazie

    1. Ciao Sueli, per le tue domande ti consigliamo di sentire il reparto dove tuo marito farà l’esame. Sapranno certamente chiarire ogni tuo dubbio. In bocca al lupo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

Ti potrebbero piacere