Ammettiamolo, ognuno di noi, di fronte ai traguardi evolutivi dei bambini l’ha pronunciata almeno una volta. Con un’amica, un conoscente, la panettiera o nella sala d’attesa della stazione.
“ogni bambino ha i suoi tempi“
Faccio coming out! Se avessi un euro per ogni volta che ho pronunciato queste parole, probabilmente ora potrei comprare un monolocale.
Sempre pronunciata con tono rassicurante, un sorriso comprensivo sulle labbra e l’accoglienza negli occhi.
Sempre senza ironia, croce sul cuore!
Ecco, se siete tra i destinatari di questa mia saggia e sentitissima frase… avete vinto un buono per spedirmi a quel paese per direttissima. Lo dico davvero.
No, perchè è facile partorire questa frase quando tuo figlio ha cominciato a camminare quando tu pensavi fosse il momento giusto, mangia con fame pantagruelica dai 6 mesi e una settimana e parla manco fosse Cicerone. E ci credi davvero mentre lo dici; ti dispiaci per una mamma preoccupata, ma pensi anche, con una punta di orgoglio, che tu non ti preoccuperesti, che rispetteresti le tappe…perchè ogni bambino ha i suoi tempi, no?
Poi capita che tuo figlio, all’alba dei 4 anni, non disegni un beneamato nulla di nulla; ah no, ad onore del vero, disegna dei fantastici gomitoli di lana, di cui vi mostro illuminante esempio di seguito.
Nel frattempo, intorno a voi, novelli Monet in braghe corte spuntano come funghi d’autunno. Ritratti di famiglia con rappresentate 5 generazioni di ascendenti, animali dipinti con il sapiente tratto dello zoologo, nature morte che Caravaggio levati…
E la senti arrivare quella frase. Ti si ritorce contro come un boomerang!
Ogni bambino ha i suoi tempi… e tu pensi già ad un futuro, connotato da sociopatia.
Ogni bambino ha i suoi tempi… e quasi quasi un giro dal neuropsichiatra lo fai.
Ogni bambino ha i suoi tempi… e “prendi quel cavolo di pennarello e disegna qualcosa di senso compiuto, mannaggia a li pescetti!”
Poi tuo figlio, sì quello dei gomitoli, tira fuori una frase con il congiuntivo al posto giusto. E tra le lacrime pensi che, in fondo, a te, l’arte pittorica ti ha sempre fatto un po’ cagare!