Sono stata una “brava bambina”.

Quella che da piccola dispensava saluti e bacini, quella che a scuola andava bene, quella di cui ti puoi fidare. Quella a modo, non manesca e ben educata.

Non perfetta, sia chiaro.

A scuola chiacchieravo troppo e avevo una netta inclinazione alla polemica (qualcuno direbbe che mi è rimasta, ma sono tutte fandonie 😉 )

Insomma, una bambina e una ragazza “giudiziosa”. Con qualche problema di autostima, a dir la verità.

Sono diventata un’adulta piena di difetti, ma mi definirei rispettosa, non violenta e sufficientementemente responsabile. Anche se la sindrome da brutto anatroccolo mi fa ancora compagnia (ma ci stiamo lavorando).

Sono diventata madre e il mio progetto genitoriale lo condivido con un uomo pieno di difetti, come me, e che troppo spesso dimentica di mettere i calzini sporchi nella cesta della biancheria. Ma un uomo buono, gran lavoratore, amorevole e profondamente rispettoso della sua famiglia e del mondo. (Ronny, questo non ti esime dal mettere i calzini nella cesta).

4 anni fa abbiamo scelto di avere un bambino. E da allora, ogni giorno, ci impegnamo ad essere dei genitori “sufficientemente buoni”, cercando di crescere una persona rispettosa e “per bene”.

Siamo perfetti? Manco mai. La perfezione non la vediamo nemmeno con il binocolo. Vediamo molto meglio le difficoltà che incontriamo e i nostri errori, anche se a volte non riusciamo a coglierne l’origine, per non parlare delle soluzioni. Ma insomma, ci proviamo tra alti e bassi.

Nostro figlio ha un’intelligenza viva ed acuta, capacità logico-matematiche sorprendenti per la sua età, una vivacità travolgente ed è capace di tenerezze disarmanti.

D’altro canto, la sua vivacità, motoria ed emotiva, è così travolgente che in alcune occasioni travolge pure lui, come un fiume in piena. E a volte mena…

Insomma, ha comportamenti aggressivi che si generano, quasi esclusivamente, in presenza di grandi gruppi di bambini, a scuola con i suoi compagni.

Sì, avete capito bene, mio figlio è il bambino che dà le botte ai compagni.

A volte senza un motivo apparente, a volte perchè crede di giocare, altre volte perchè “il mio stupido cervello mi dice di farlo”.

E’ difficile farsi spiegare da un bambino di 4 anni la ragione di alcuni suoi gesti. Posso assicurarvi che il suo cervello è tutt’altro che stupido e nessuno qui ha mai pensato e tantomeno detto che lo sia. Ma nonostante ciò lui lo fa. Mio figlio a volte picchia altri bambini.

E no, non è un atteggiamento che copia da casa. Qui nessuno picchia nessuno, nemmeno i cani. No, neanche scapaccioni. L’unica violenza concessa è contro le zanzare, ma insomma lì si configura come legittima difesa. Quindi no, mio figlio non picchia perchè in casa viene picchiato.

E no, non siamo una famiglia disagiata. Non viviamo in contesti a rischio e facciamo del nostro meglio per essere presenti in modo efficace nella vita di nostro figlio.

Siamo genitori lavoratori, e questo non ci consente di andarlo a prendere a scuola (nonni santi subito), ma facciamo sempre i salti mortali per partecipare ad ogni riunione  e ad ogni colloquio con la maestra, la pedagogista e lo psicomotricista. E siamo presenti nel suo quotidiano per tutto il tempo che esula dall’attività lavorativa. No, non lo piazziamo davanti alla TV per “tenerlo buono”.

Siamo una famiglia come tante altre.

Abbiamo tanto da migliorare e tanta strada da fare, principalmente per aiutare nostro figlio a superare le difficoltà che lo portano a comportamenti aggressivi, ma soprattutto per aiutarlo ad essere più felice.

Ci stiamo lavorando, questa però è un’altra storia, una storia che rimarrà nostra.

Allora, perchè vi dico tutto questo?

Perchè prima di oggi, io pensavo che i bambini aggressivi fossero “quelli degli altri”.

Quelli con famiglie disagiate, assenti, magari sicuramente pure un po’ manesche. Bambini prepotenti, strafottenti, antipatici e prevaricatori. Che insomma, se non ci pensa la famiglia a educarli…

che se fosse il mio…

E invece… invece non è sempre così.

Dietro a comportamenti aggressivi, fastidiosi, “inadeguati” ci possono essere bambini fragili, emozioni che non sanno da che parte uscire e in quale forma e a volte finisce che escono male. Ci sono anche mamme mortificate e papà preoccupati. Ci sono famiglie che sono in cammino, che ci stanno lavorando che vogliono trovare una soluzione. Credetemi, lo vogliono più di voi.

 

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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