Un’idea diversa per un week end che mette insieme storia e natura. Giocheremo agli esploratori durante la visita alle grotte del Caglieron e affronteremo un pezzo di storia visitando la diga del Vajont e i paesini di Erto e Casso.

Metti un ponte scoperto quasi all’ultimo momento. Metti che non trovi un volo low cost a prezzi ragionevoli (altrimenti che low cost sarebbe). Metti che di stare a casa non hai alcuna voglia, aggiungici che le previsioni del tempo non sembrano essere delle migliori… benissimo andiamo verso i monti, ma senza andare in montagna.

Week end in Friuli Venezia Giulia con bambini

Per pernottare scegliamo un agriturismo davvero delizioso l’Azienda Agricola Ca’ Piadera  che si trova a Tarzo (TV), complice anche una buona offerta. La scelta si rivelerà davvero vincente. E’ una struttura molto curata con poche camere arredate in maniera attenta, noi abbiamo beneficiato di un upgrade e abbiamo avuto una quadrupla con un letto a castello e letto matrimoniale, dotata di un bellissimo lucernaio per guardare le stelle nelle notti più limpide. Colazione a buffet con i prodotti dell’azienda agricola, davvero di qualità, compresa nel prezzo.

Abbiamo inoltre approfittato del ristorante, che offre una buona cucina semplice, ma davvero di buon livello, come il vino prodotto in Azienda.  La vista che si gode sulla vallata offre un panorama davvero eccezionale. Il tempo con noi non è stato troppo clemente e non abbiamo potuto apprezzare l’area esterna come avremmo voluto. Durante la nostra permanenza erano iniziati i lavori per la realizzazione di una piscina e area wellness, che per chi alloggerà ora rappresenterà senza dubbio un valore aggiunto.

Dopo una ricca colazione,  recuperato il nostro kit da esploratori, inforchiamo la nostra preziosa lente di ingrandimento e partiamo per la nostra prima tappa.

Le Grotte del Caglieron

Le Grotte si trovano in località Breda di Fregona in Provincia di Treviso. Nei dintorni ci sono diversi parcheggi, tutti a pagamento (quando siamo stati noi i parcometri erano rotti), ma nei week end o nei giorni festivi consiglio di arrivare un po’ presto onde evitare di dover parcheggiare davvero molto lontano. L’ingresso è subito dopo il centro visite e si raggiunge con una comoda passerella che porta ad un ampio sentiero. Il tempo di percorrenza è di poco meno di un’ora.

L’escursione è adatta anche ai bimbi più piccini purchè non necessitino di passeggino. Nelle grotte naturalmente non ne è consentito l’utilizzo, una fascia o un marsupio risolvono agevolmente il problema, non si incontreranno nel percorso punti di particolare difficoltà, quindi la consideriamo una gita adatta a tutti.

Grotte del Caglieron

Le grotte del Caglieron sono visitabili tutto l’anno, e l’ingresso è gratuito. Noi ci siamo stati in primavera con una bella vegetazione rigogliosa, ma credo che l’autunno possa offrire una suggestione di colori altrettanto interessante.

Grotte del Caglieron

Le Grotte sono in parte naturali e in parte artificiali con numerose cascate alte parecchi metri. Il percorso si snoda su passerelle in legno sospese sopra l’orrido in cui scorre il fiume. Per la parte naturale, si tratta di una profonda gola scavata dal torrente Caglieron su strati alternati di conglomerato calcareo, di arenarie e di marne. Dato il notevole contenuto di  calcare delle acque, si ha la sua rideposizione con formazione di stalattiti e stalagmiti, delle più varie forme.

Grotte del Caglieron

Essendoci parecchia umidità alcuni tratti delle passerelle potrebbero risultare leggermente scivolosi, basta indossare delle scarpe comode con suola anti sdrucciolo per affrontare il percorso completamente in sicurezza.

Al termine del percorso nella grotta troverete un mulino che è oggi adibito a ristorante, verso la parte terminale del parco troverete invece due casette bianche (Museo dello Scalpellino), durante la nostra visita all’interno era stata allestita una mostra di un artista scultore.

E’ possibile scaricate dal sito della pro Loco la brochure che illustra tutte le tappe del percorso.

La diga del Vajont, Erto e Casso

La nostra tappa successiva è stata la diga del Vajont.

Diga del Vajont

Io non ci ero mai stata, mentre mio marito ci era venuto da bambino. Probabilmente il cielo coperto e il vento forte hanno giocato un ruolo di maggior suggestione, ma trovarmi in questo luogo mi ha davvero colpito molto. Non è mai semplice spiegare ai bambini accadimenti che possono turbarli, ma noi riteniamo che con parole semplici si debba sempre raccontare la verità ai bambini, rispondendo alle loro domande. Perciò prima di arrivare alla chiesetta di Sant’Antonio alla Diga, ho cercato di spiegare ad Eva cosa rappresentassero tutte quelle bandierine colorate legate alla staccionata e che cosa fosse successo il 9 ottobre del 1963, quando la frana staccatasi dal monte Toc fece sparire per sempre il paese di Longarone spazzato dalla potenza dell’acqua e del fango. Il disastro del Vajont.

Diga del Vajont
Diga del Vajont

Abbiamo proseguito la nostra visita arrivando ad Erto e Casso, Eva ha adorato subito questi due paesini. Siamo saliti a fare una passeggiata per questi due borghi arroccati sulla montagna, con case di sasso, molte ormai abbandonate, strade di acciottolato, che complice la pioggerellina risultavano piuttosto scivolose.

erto e casso
Erto e Casso

Girando per le viette di Casso, che sembra davvero essere parte di un presepe, alla ricerca di un riparo per via della pioggia, abbiamo trovato un piccolo posticino, dove pranzare che sembrava quasi irreale.

Abbiamo varcato la soglia di una classica bottega di una volta dove la proprietaria preparava taglieri e panini con i salumi e i formaggi del posto, il tutto accompagnato da un bicchiere di vino e dal tepore di una stufa scoppiettante nonostante la primavera inoltrata. Tutto molto rustico e alla buona, ma l’atmosfera, l’accoglienza e la qualità di quello che abbiamo mangiato ci ha davvero rinfrancato. Eva era stupita da questo posto, chiunque entrava era benvenuto e in qualche modo veniva sistemato con posti a sedere anche improvvisati, ma c’era sempre posto per tutti.

Erto e Casso

Se non avete mai visitato questi luoghi vale la pena rimediare, mentre tornavamo a casa Eva mi ha detto:“Mamma questo è stato davvero un bellissimo viaggio, anche senza prendere l’aereo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Giovanna

Giovanna alias Giò, amo viaggiare, scrivere, leggere, preparare dolci e mangiare cioccolato fondente. Ho anche una certa propensione ad accumulare scarpe, Quando mi appassiono ci metto l'anima, ma non cedo facilmente alle mode passeggere o alle lusinghe. La mia prima risposta e' sempre no, da buona bilancia amo ponderare tutti i pro e i contro almeno millemila volte. Chi mi ama lo fa per sempre.

Ti potrebbero piacere