E’ proprio vero, tante volte il figlio immaginato è proprio diverso da quello che in realtà accoglieremo tra le braccia; per quanto ci si sforzi di non farlo, durante l’attesa tendiamo a trasferire su di lui la proiezione di noi, ma i giochi sono fatti in partenza e le sorprese sono più frequenti di quanto ci si aspetti.

Ci hanno scambiato i peluche! Storia di due mamme, di maschi, di femmine e di sconfinato amore.

C’ero una volta..io, Giovanna, quella che un figlio “no, grazie!”

L’inizio della storia è che io ho sempre avuto la convinzione che di figli non ne avrei voluti. La mia vita scorreva perfetta su binari sicuri. Un marito, un lavoro gratificante e molto impegnativo, viaggi, tanti e lontani, amici, decisioni da poter prendere all’ultimo minuto. Insomma io in quella vita ci stavo proprio bene. Bella vita!

Poi in un giorno qualunque del mese di ottobre di qualche anno fa il mio cervello ha fatto click, il mio orologio biologico era partito con un allarmante  tic tac che aveva tutto il sapore di un conto alla rovescia.

Da quel momento è cominciata la mia avventura del “come sarà avere un figlio…”, anche perché sino ad allora le uniche tre volte in cui mi ero immaginata mamma, era assolutamente di un bel maschietto: un figlio indipendente, sicuro e vestito di blu marine. Poche solide certezze.

Il test positivo me lo sono ritrovata in mano in un pomeriggio afosissimo di luglio, salivazione azzerata e paura paralizzante, oltre ad un eccesso di sudorazione, che ho però ritenuto imputabile alle temperature tropicali di quell’estate. Iniziava l’attesa, il tempo da dedicare al come sarebbe stato quel puntino dentro la mia pancia. Puntino che da subito ho sentito fortissimamente essere una femmina.

La conferma del mio sentire mi è stata data da una giovane dottoressa in una mattina di ottobre del 2011, il cerchio si chiudeva a distanza di un anno: avrei avuto un figlio… ehm non proprio….avrei avuto una figliA. Poco male, il blu marine è un colore unisex.

I dubbi della gravidanza

Come la chiamiamo questa figliA? niente fagiolina, pisellina o un qualsiasi altro legume, nell’attesa di trovarle un nome meno originale nella mia pancia stava crescendo Pistilla!

Lo ammetto un dubbio  mi attanagliava la mente molto piu dei classici “somiglierà a me o al papà?, sarà bionda o mora?, alta come papà o bassa come la mamma?”… io mi domandavo ‘potremo ancora viaggiare?”

E poi arriva lei

Pistilla, all’anagrafe  Eva, è nata in un pomeriggio di marzo, non ha pianto, ha incrociato subito il mio sguardo e, nemmeno a dirlo, ho pianto io.

Oggi lei è il mio centro. E’ un meraviglioso mondo nuovo, di cui ignoravo l’esistenza.

Ha le gambe lunghe e magre, il viso sorridente e i capelli un po’ annodati perché odia farsi pettinare, soprattutto ora che ha deciso di volerli lunghi come quelli di Elsa di Frozen. E io la amo da morire.

Eva è una bimba dolcissima, sensibile, ad alto contatto ancora oggi che di anni ne ha quasi quattro, ed è amante in maniera maniacale del rosa e del viola… in tutte le loro declinazioni. Un po’ diversa da quel bambino sicuro ed indipendente, vestito di blu marine.

Ma adora viaggiare e questo compensa persino il suo essere fan di Elsa…

Come io, così indipendente dall’essere talvolta scambiata per menefreghista, abbia potuto generare una cozza di tale portata, non è dato sapere. Ma so che anche voi riuscite a vedere la bellezza di questa adorabile cozza che ancora oggi mi dorme addosso nel lettone, che mi chiama dal bagno per farsi dare un bacio, che mi dice mamma, io ti amo, ci dobbiamo sposare! In barba a chi pensa che due persone dello stesso sesso non possano farlo!

Poi, torna a casa e tutta seria e mi dice:

Mamma, io ho già deciso cosa farò da grande, farò la cantante, la ballerina e andrò al maneggio

Ma che belle idee…, nulla contro i cavalli sia chiaro, però, per precauzione sul resto, decido di mettere in atto una sana strategia di sabotaggio: “amore che ne dici di mangiare insieme una bella tavoletta di cioccolata?Mamma degenere mode on!!

C’ero una volta io, Giorgia… e niente, io volevo una femmina!

Sì, con tutto il pacchetto: gonne, bambole, nastrini per capelli. Ero pronta ad affrontare anche il menarca, il complesso di Elettra e la sindrome premestruale; mi sentivo preparata! Dalla doppia linea sul test di gravidanza sentivo già mia quell’adorabile bimbetta con i codini e la calzamaglia rosa, si sarebbe chiamata Arianna!

I dubbi della gravidanza

“Signora, guardi lo schermo, vede qui? Un pisellino con i suoi testicoli! Complimenti, avrete un bel maschietto” Eh? what?? Un figlio maschio??? No, aspetti un secondo caro il mio ecografista, riguardi meglio, ci deve essere un errore! Ero così sicura della mia sensazione di pancia che all’eco successiva ho chiesto “ma ora non c’è più il pene, vero?”

Niente, nessun errore, avremmo avuto un maschio. Ripongo le mie idee di gonne frufru e mi preparo all’arrivo di quel maschietto.

Sarebbe stato un bambino dolcissimo, un tenero, minuscolo frugoletto bianco e rosa. Chissà come mi sarei commossa a guardarlo dormire nel suo lettino, tra le lenzuola che avevo scelto pensando a lui (tutte in gradazioni unisex, chissà che non ci fosse stato un errore…). Lo avrei osservato, quieto nella carrozzina, avvolto nella coperta fatta per lui dalla nonna. Lo avrei cullato, cantandogli ninna nanne senza tempo, per vederlo scivolare nel sonno. Ogni tanto, lo avrei perfino accolto nel lettone con noi, per spupazzarlo un pochino, dolcissimo peluche cuore di mamma.

E poi arriva lui

Poi è nato Alessio, senza piangere, ma con un sonoro lamento che ha più sapore di protesta.

E quel veemente lamento di protesta l’ho sentito spesso nelle settimane seguenti, quando mi ostinavo a cercare di piegarlo al quadretto che mi ero immaginata in gravidanza. Quel neonato di poche settimane che pareva dirmi “Le lenzuola usale tu, cara mamma. E il lettino a cosa dovrebbe servirmi, esattamente?!?”

La stessa veemenza la ritrovo anche ora, in questo piccoletto di quasi tre anni che afferma la sua indipendenza ogni giorno.

Già, perchè lo immaginavo peluche e invece è una persona, determinata e decisa. Talvolta vestita blu marine!

“Amore, cosa vuoi per il compleanno? Sai che mamma non ha pregiudizi e stereotipi di genere. Vuoi un bambolotto, una cucinina?”

“Mamma, io vorrei tanto… un camion della spazzatura”

Con questo post partecipiamo al tema del mese #tiimmaginavopeluche  delle StorMoms

stormoms-febbraio

2 Comments

  1. un piccolo Alessio anche qui! Complimenti, davvero un bel post!

    1. Giorgia says:

      ci vuole una buona dose di pazienza e sangue freddo, ma quanto sono arricchenti questi piccoli uomini. Grazie mille per i complimenti.

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