Mancano poche settimane e una delle mie amiche più care avrà il suo bimbo tra le braccia. Anche lei, come me, aveva accarezzato l’idea di avere una femmina e ha avuto un momento di smarrimento quando le hanno invece comunicato che il fiocco sarebbe stato azzurro. Ho sentito il bisogno di raccontarle cosa è, per me, essere mamma di un maschio.

Essere mamma di un maschio richiede agilità, lo capisci da subito, da quando ad ogni cambio sul fasciatoio devi schivare pipì zampillanti. E ti servirà quell’agilità negli anni a seguire, per rincorrere un piccolo corridore a cavallo di ogni mezzo di trasporto: monopattino, bicicletta, moto cavalcabile.

Essere mamma di un maschio richiede formazione continua. Cosa differenzia una ruspa da una scavatrice? Che super-potere ha Iron man? E che diavolo mai sarà un camion bisarca?

Essere mamma di un maschio porta a superare le proprie paure e repulsioni. Ad esempio quella dei ragni e degli insetti più ripugnanti che tu possa immaginare. E se non sei aracnofobica, stai sicura che lui adorerà rettili o anfibi o qualunque cosa ti faccia rabbrividire.

Essere mamma di un maschio richiede forza d’animo, per non morire d’amore quando ti dirà che sei la sua regina e l’unica donna che vuole sposare. (non temere, cambierà idea!)

Essere mamma di un maschio ti aiuta nelle scelte. Le tute sono tutte blu, grigie o nere, le magliette basta prenderle in stock, variando tra immagini di moto, barche o super-eroi,

Essere mamma di un maschio significa fingere. Fingere che i suoi regali di compleanno ti piacciano; con fogli impiastricciati e sculture sbilenche è semplice, quelli ti piacciono davvero. La vera prova è fingere quando avrà 30 anni e ti regalerà l’ennesimo libro o l’ennesima crema antirughe.

Essere mamma di un maschio è consapevolezza che un giorno si vergognerà di farsi vedere nudo da te; a poco vale la consolazione che almeno non ci sarà più il pericolo di pipì zampillante.

Essere mamma di un maschio è separazione, perchè un giorno spiccherà il volo e ti chiamerà una volta a settimana. E proprio il fatto che non ti chiami 3 volte al giorno significherà che hai fatto un ottimo lavoro.

Essere mamma di un maschio è mistero, perchè lui è altro da te. La sindrome premestruale avresti anche potuto capirla, il testosterone è invece un modo sconosciuto fatto di barbe, pomi d’adamo e polluzioni notturne.

Essere mamma di un maschio è meraviglia e scoperta, perchè in fondo i maschi mica li avevi capiti così bene.

Essere mamma di un maschio è responsabilità e onore di crescere un uomo per bene.


E per cercare di crescere un uomo per bene, quello che io cerco di fare è educarlo al rispetto. Il rispetto per chi? per cosa? qui trovate la nostra vera sfida da genitori (di maschi o femmine)

25 Comments

  1. Ho 53 anni una figlia di 13 e un figlio di 17. Da ragazza dopo aver letto “Dalla parte delle bambine” lo consideravo la bibbia, ma quando sono nati i figli ho in parte cambiato idea. Noi abbiamo cercato di non influenzarli relativamenre al genere (mio marito cucina,e fa lavastoviglie, io rientro tardi e mi siedo a tavola con tutto pronto , le altre cose le facciamo metà per uno e economicam metà per uno). I figli per certe cose erano lui molto femminile e lei molto maschile. Lui giocava con le bambole, non picchiava mai, era tranquillo, non giocava a calcio. Lei era terribile , come,si suol dire un maschiaccio, vivace -, picchiava e tirava delle pallonate che neanche i maschi tiravano . Tuttavia quando andavo in giro lui sin da piccolissimo aveva, un ‘attrazione innata x ruspe cantieri auto moto treni etc . Lei per vestiti profumerie gioielli e adorava i neonati che lui non guardava neanche, era una cosa innata ? Non lo so , ma mi ha stupito. Forse ogni caso è un caso a sé.

    1. Giorgia says:

      Ciao Dany,
      grazie per averci raccontato un po’ della tua famiglia e un pezzetto delle vostre vite. Io arrivo da una famiglia di origine in cui non c’era divisione dei ruoili in base al genere; mia mamma e mio papà hanno sempre lavorato entrambi, quindi la gestione di casa e figli era equamente divisa. Mio padre ha sempre pulito casa il sabato perchè mia mamma lavorava, mia mamma ha tolto le piastrelle vecchie della cucina quando ristrutturavamo. Mio padre cucina da sempre, perchè mia mamma non ama farlo. E io non ho mai considerato mio padre “bravo” per questo. Cioè, a me è sempre sembrato normale che le cose fossero divise, che ognuno apportasse secondo il proprio tempo e la propria disponibilità. Questo lo trasporto anche nella mia famiglia: io ed il mio compagno dividiamo la gestione di casa, cani e figlio. E mio figlio questo lo respira ogni giorno. Ma poi, gli piacciono le ruspe ed i camion bisarca. Insomma, al di là del mio ideale di non stereotipi di genere, di giochi che sono giochi e basta (intendo non classificabili da maschi o da femmine), dei miei libri con messaggi di equità… beh, al di là di tutto questo, mio figlio è una persona con dei gusti suoi. Io spero solo di contribuire a che diventi una “persona per bene”. Grazie ancora per la tua esperienza.

  2. Antonella says:

    Questa lettera che è diventata “virale”, sarebbe bellissima se invece di essere rivolta al genere maschile, fosse indirizzata semplicemente al figlio della Sig.ra Giorgia. Affermare che essere mamma di un maschio rappresenta qualche cosa di diverso rispetto ad essere mamma di una femmina, significa che si ritiene che quello che siamo sia determinato dal nostro sesso biologico. Ognuno di noi è un soggetto unico e irripetibile e la difficoltà di essere genitore o educatore, risiede proprio in questo. Nulla è prevedibile e niente può essere gestito con l’applicazione di metodi o precetti. Sono, mamma, pedagogista, insegnante da oltre 20 anni e ho sperimentato che educare ed insegnare ad alcuni soggetti è terribilmente facile, mi riferisco a quei bambini/e e ragazzi/e che sono di buon comando, che non si offendono per le osservazioni, che ti ascoltano. Con altri invece, tutto è in salita e spesso devi accettare il fallimento. Succede all’interno della stessa classe e all’interno della stessa famiglia. Non è raro vedere fratelli che non sembrano neppure tali, al di là del sesso (cioè non è sempre detto che i figli corrispondano agli stereotipi, maschi che studiano e trovano lavoro, o che portano avanti l’azienda di famiglia e femmine che si sposano e fanno un sacco di figli, succede anche il contrario). Le differenze le vedi da subito, sono anche classificate dalla puericultura, ci sono neonati che mangiano e dormono, altri che sono reattivi, vivaci, ma contrariamente a quanto si è sempre pensato queste differenze non sono legate ai cromosomi XX e XY, in quanto sono rappresentate equamente tra i sessi stessi, fin dalla nascita. L’educazione andrà poi a modellare queste propensioni, costruendo quello che è la femminilità e la mascolinità. Consiglio a tal proposito la lettura del famoso saggio “Dalla parte delle bambine” di E. Bellotti.
    Il problema è che un’educazione che lavora sull’esaltazione di queste differenze non si applica nella nostra società moderna, estremamente complessa. La forza fisica non è più al centro dell’attività umana, quello che conta oggi è lo studio, la capacità di collaborare e lavorare in team e di essere flessibili e dinamici. Troppo spesso vedo le mamme dei maschi che si crogiolano nel vedere i loro bambini cosi vivaci che spaccano tutto e a non intervenire, in quanto vedono questo atteggiamento come “sana mascolinità”. Questi bambini andranno poi a scuola e non sapranno stare fermi, mentre le bambini già in fase prescolare verranno educate ad avere un atteggiamento più calmo e a controllarsi. Il risultato di tutto questo è, per fare un esempio, che ormai i test di selezione per entrare alla facoltà di medicina, sono superati per la maggioranza dalle femmine, che tra i “bamboccioni” che a trent’anni e più sono ancora a casa con i genitori, sono ancora i maschietti quelli ad essere significativamente più rappresentati in questa catergoria (a parità di disoccupazione e di lavoro precario) e che in prigione per omicidi e altre oscenità ci sono sempre i maschi che non sanno gestire la frustazione di un rifiuto. A questo punto mi verrebbe da dire ironicamente che se una mamma di un maschio intende formare un individuo che non sia fragile e che sappia inserirsi produttivamente nella società e farsi una famiglia, dovrebbe essere educato come “una femmina”, ma siccome non mi piace questa classificazione, farei questa piccola correzione “essere mamma di un maschio è responsabilità e onore di crescere UNA PERSONA PER BENE.

    1. Giorgia says:

      Grazie per gli ottimi spunti di riflessione. Vorrei solo precisare che, appunto per le motivazioni che nelle frasi finali giustamente lei riporta, credo che vi sia molto bisogno di uomini per bene (sapendo benissimo che mio figlio è una persona, ma sarà anche un uomo) 🙂

  3. Primula Izzea says:

    Nell’articolo Giorgia,
    Anch’io sono madre di due maschi e spero di ricevere altre esperienze da tt voi mamme.

  4. anna says:

    Io sono mamma di due femmine che in parecchie occasioni assomigliano hai maschi……ma ho due maschiacci du nipotini che pur essendo piccoli 5 e 3 anni ……….sono tutta un’altra cosa dalle nipotine…..

  5. Celeste says:

    Sono la mamma di un giovanottone di 27 anni (amore mio nonchè luce di questi occhi!) e credo di poter fornire il mio “quadro a posteriori”. Lui vive da solo da ben 6 anni, ha una bella fidanzata ed è sempre stato decisamente autosufficiente. Al di là del suo genere, sono certa che avrei fatto lo stesso lavoro con una figlia femmina, perchè i figli, maschi o femmine, non ci “appartengono”. Noi siamo il tramite che li conduce ma non è pensabile vivere al loro posto: è nostro dovere fornire loro “il nostro meglio” e le solide basi alle quali si potranno appellare in caso di dubbi ed a qualsiasi età. Detto ciò ringrazio Giorgia per il magnifico post, così calzante e veritiero. Ho vissuto esattamente ciò che descrive… e il passaggio in cui dice “sei la più bella, da grande ti sposo!” è quanto di più tenero e commovente si possa provare. Ed infine: gli stereotipi sono solo dentro le nostre menti, sono pregiudizievoli e non hanno fondamenti positivi. Negare le diversità fra maschi è femmine equivale a rinnegare noi stessi e la nostra natura. Basti osservare il mondo animale (del quale, ci piaccia o no, siamo parte) per vedere come la natura da sempre ne abbia stabilito i ruoli. Non sarebbe giusto capovolgerne lo scopo (compresa l’omosessualità, ampiamente “prevista” e tutt’altro che innaturale) e, nello stesso tempo, niente vieta all’intelligenza umana di evolversi o di avanzare verso stadi sempre più equi per entrambi i sessi. Non sarà la “rivalità” fra i generi ad illuminare gli esseri umani. Perdonate la lunghezza 🙂

    1. Giorgia says:

      Grazie mille per i tuoi pensieri. 🙂

  6. Simona says:

    Troppi stereotipi in questo racconto. Non é vero che i maschi amino i ragni, vestano di blu o grigio, ameeanno un’altra donna e si vergognino a farsi vedere nudi dalla madre. Sono tutte proiezioni della madre che servono a farla stare tranquilla, ad avere la certezza che é tutto “normale”, come la cultura sessista vuole che sia. La certezza che quello che si cresce adeguandosi a tutta questa sfilza di pregiudizi e canoni sará “un uomo per bene”… Fosse quella la garanzia… Io da bambina amavo il blu, giocavo con i “bacarozzi” in spiaggia e mi vergognavo della mia nuditá davanti a mia madre. Non so se sono diventata una persona “per bene”, sono sicura di essere una femmina.

    1. Simona io credo che a volte gli stereotipi vogliamo proprio leggerli anche laddove in realtà campeggia un po’ di realtà condita da sana ironia.
      È visibile a tutti che i reparti di abbigliamento dedicati ai maschi siano di dimensioni notevolmente più ridotte rispetto a quelli per le bambine, da qui la scelta più ristretta di colori e fogge. Questo, volenti o nolenti, accade anche se paragoniamo i reparti per adulti.
      Da nessuna parte c’è scritto che un maschio si innamorerà di un’altra donna, ma di certo si innamorerà di qualcuno, che sia uomo o donna poco cambierà, il suo centro non sarà più la mamma; ma pensarlo quando il tuo bambino ha tre/quattro anni un po’ ti rende malinconica.
      Di ragni, vermi, formiche e bachi potremmo parlare all’infinito perché affascinano tutti i bambini, siano maschi o femmine. Un po’ meno le mamme.
      Sul fatto che da adulti i maschi non si facciano vedere nudi dalla propria mamma io posso portare l’esperienza di mio marito, molto libero da questo punto di vista, ma sua mamma non lo vede nudo più o meno dai dieci anni .
      Aggiungo solo che in questo articolo non si parla di figlie femmine, non si vuole in alcun modo creare confronti, paragoni, questa è una trasposizione di chi legge, chiamiamola pure “libera interpretazione” .
      Crescere un figlio è una grande responsabilità che sia maschio o femmina poco cambia.
      Io sono mamma di una femmina che si veste di rosa, vorrebbe poter mettere lo smalto e mi guarda incantata mentre mi trucco, ma che conosce l’uso della coppetta mestruale dall’alto dei suoi 4 anni.

  7. Antonella says:

    Ore 18.45. È appena partito con la moto verso il mare. Sono in tre ragazzi. La prima volta con la felicità del viaggio e con la sua moto! Diciassette anni fatti un mese fa!
    Non ho resistito nel preparargli dei panini, l’acqua e le fragole!
    La giornata è bella.
    Parole che partono da me e il suo sguardo diretto e consapevole.
    Si. Giovane ragazzo…continua ad andare…
    Ho diverse emozioni-azioni da condividere con Giorgia…
    Grazie anche alla mia amica Pat posso dire che l’infanzia di mio figlio è stata anche la “bellezza” di condividere estati, tra chiacchere e riflessioni, tra ragni, avventure e conquista del territorio e autonomia. Focus per noi: crescere uomini!

  8. Vincenza says:

    Io sono mamma di tre maschi.,.(22 anni,21 anni e 19 anni e una femmina di 16 anni )

    1. Giorgia says:

      Wow, sicuramente avrai un sacco di cose da raccontare. 🙂

  9. Costanza says:

    Quanti stereotipi. Ho due maschi e nessuno mi ha mai fatto la pupi adosso, odiano gli insetti più di me. E in fatto di vestiti hanno gusti ben precisi e una maglia non vale l’altra ( ovvio la scelta è un po’ più limitata in quanto non ci sono gonne). E perché mai dovrebbero chiamarmi solo una volta a settimana????? E’ pieno di figli che abitano sotto/sopra a fianco i genitori; e’ pieno di figli che vanno in pausa pranzo dai genitori, è pieno di figli che chiamano tutti i giorni. E poi che differenza c’è fra l’attaccamento ai genitori ed il sesso dei figli. Mha

    1. Giorgia says:

      Non è assolutamente una questione di minore/maggiore attaccamento o di “quantità” d’amore. Io però credo fermamente che uno dei miei compiti più importanti, come genitore, sia quello di fornire ali a mio figlio (e a mia figlia, se ne avessi una) perchè possa spiccare il volo. E quel giorno, spererò di avergli fornito anche solide radici alle quali poi tornare.
      A parte questo, credo che tu sia una delle poche elette che non hanno subito la routine della pipì dal fasciatoio… Io ero l’imperfetta fusione tra Neo di Matrix e Michael Jackson in Thriller

    2. Cristina says:

      Penso che ti sia l unica nel mondo che non ha subito pipì volante da parte dei tuoi ometti… Fortunata!!!

    3. Serena says:

      Anche io sono mamma di un maschio. E de tutto il contrario da quello che mi aspettavo. Ama la danza la musica e l’arte. Guarda i programmi di cucina e odia il calcio

    4. E soprattutto è pieno di figlie femmine che chiamano una volta ogni tre mesi!

  10. Cristina says:

    O quando il mio maschietto di 3 anni mi dice , dopo che si è messo le dita nel naso ” tieni mamma , ho trovato una caccolona@ “

    1. Giorgia says:

      anche questi sono gesti d’amore… 😀

      1. Cristina says:

        Ahahahahah si….. Però poi si rifà quando mi dice ” mamma mi fai le coccole?” O quando mi dice ” buongiorno mammina” o anche quando mi dice ” ti amo o i love you mamma” sono strainnamorata del mio maschietto!!

  11. Nicla says:

    Anch’io sono mamma di un maschio… e anch’io sono rimasta smarrita quando mel’hanno detto… mi ero sempre immaginata mamma di una femmina, tipo mamma x amica.. avrei voluto rivivere con lei la mia infanzia e adolescenza… invece no… il destino mi ha voluto immergere in questo mondo completamente nuovo.. il mio piccolo ha solo 9 mesi e il tuo post mi ha fatto commuovere negli ultimi punti… perché non sono per niente pronta a lasciarlo andare.. e anche se so che succederà tra molti anni, so che non sarò mai pronta… mi fa paura il tempo che passa velocemente.. mi sembra ieri che l’ho abbracciato x la prima volta e invece… e la cosa più triste è che non ho neanche la possibilitàvdi averne un altro… perché ho avuto un brutto parto.. con emorragia ecc. e ho rischiato di lasciarci le penne… perciò non posso averne più.. e questo mi intristisce tanto..lo adoro eh.. per carità… ma so che non sarà facile entrare nel suo mondo sua x giocare che percparlsrci quando sarà grande.. e so che un giorno mi abbandonerà.. e che per tenere i miei nipoti in braccio dovrò chiedere il permesso alla sua compagna… insomma so che non sarà come con una figlia femmina..
    Ma so anche che sarà comunque un viaggio stupendo..

    1. Giorgia says:

      La cosa migliore che possiamo fare come genitori é dare ai nostri figli ali per volare e radici alle quali tornare. E nel mentre, godiamoci il viaggio; divertirsi con un maschio é piuttosto semplice, una volta superata la repulsione per fango e insetti. Ti abbraccio (saremo delle suocere AMATISSIME)!

  12. Ho anch’io un maschio e condivido tutte le tue idee. Il mio è ancora piccolo ma…la pipì zampillante è davvero un fatto-quotidiano! A parte gli scherzi…bellissimo post!

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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