Una degli aforismi che più amo sui viaggi è questo:

Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi

Ma tra il viverlo e il ricordarlo c’è una fase ben precisa… e molto meno piacevole. Quella del post-rientro! Anzi, a dirla tutta, l’incubo del post rientro.

Già, perchè che voi siate viaggiatori stanziali o on the road, che siate stati in Thailandia o in Val di Fassa, il momento del rientro arriva (mestamente) per tutti.

Mentre ritiri l’auto al parcheggio lunga sosta o mentre percorri l’ancora arroventata Autostrada del Sole, la nostalgia ti assale puntuale.

Cerchi di consolarti pensando a quanto sarà comunque bello rivedere la tua casetta… e mentre menti a te stesso, ecco che ti assale il vero mostro: le cose da fare.

Gli incubi del rientro

Una dopo l’altra, ti vengono in mente tutte le cose che hai da fare una volta rientrato. E ogni pensiero ne porta dietro altri e altri ancora… mentre tu vorresti solo stare a singhiozzare nella vasca da bagno, come in una vecchia pubblicità della Costa Crociere, quando una voce fuori campo recitava “La vacanza che ti manca

Bagagli da disfare

Il primo dei pensieri è senz’altro il bagaglio… già è spiacevole farlo, ma disfarlo è decisamente una pena.

Già ti prefiguri i prodotti del beauty-case da smistare, tutta gli aggeggi elettronici a cui trovare uno spazio, la cassetta del pronto soccorso da risistemare…si perchè non te la vuoi portare dietro una mezza farmacia, che metti caso ti serve qualcosa hai già tutto il necessario.

E, ancora, i biglietti da visita dei ristoranti, le brochure delle attrazioni turistiche, le mappe tascabili, i volantini, i depliant. Una collezione di tutto rispetto eh che ti fa sudare freddo quando pensi di doverla collocare  ordinatamente da qualche parte… in casa.

Ma soprattutto, la tua mente corre a loro… gli abiti sporchi o spiegazzati, usciti dal tuo bagaglio, andranno a colonizzare il pavimento della sala, in montagnette multiple che attendono il loro turno di essere lavati.

Ed eccolo che arriva, il secondo nefasto pensiero…

Il bucato

“E va beh, che sarà mai…” ti dici consolandoti “mica vado al fiume a lavare i panni. C’è la lavatrice“.

Ma menti sapendo di mentire e visualizzi, nell’ordine: calzini spaiati in cerca del fratello perduto, colori da smistare (la maglia bianca con le righe blu marine l’ho acquistata in stato di ebrezza spinto, è evidente), maglie con macchie secche da smacchiare che: “ci penso a casa, sono in vacanza“. E ancora, gli asciugamani irrigiditi dalla salsedine o i pantaloni sporchi del fango della strada forestale… e la sabbia, quell’ettaro di sabbia rimastra incastrata nei costumi da bagno, che per toglierla, ti ci vogliono 48 ore di ammollo, un litro e mezzo di ammorbidente e tutte le parolacce che conosci. Ogni anno riscopri il Thomas Milian che è in te.

Ma non è finita, il bucato è pure da stendere. E poi stirare… ah no, quello no. Io mi sono liberata dal giogo schiavista del ferro da stiro ormai da anni. Stendo bene e chi s’è visto, s’è visto. E mentre voi stirate, io mi rilasso un po’ sul divano e quasi quasi faccio uno spuntino…

Spesa da fare

Ma con il ca….ppero! Ah no, non hai più nemmeno quelli, la dispensa è desolatamente vuota!

Perchè prima della partenza hai diligentemente dato fondo alle scorte, manco stessi via da casa 8 mesi. Ti è rimasto giusto un raro esemplare di friarielli in scatola che devi aver comprato nella stessa occasione della maglia bianca e blu di cui sopra.

Mentre i chilometri che ti separano da casa sono sempre meno, cerchi di prendere fiato e bevi un goccio d’acqua, ormai calda. dalla bottiglietta che hai in borsa…

Frigo sbrinato

E lì che ti rendi conto che anche a casa non ti meriterai un bicchiere d’acqua fresca… Eh già! Seguendo una rara e malsana pulsione da massaia, prima di partire hai sbrinato il frigo. E lo hai lasciato spento e aperto. No, ma che belle idee! Mentre cerchi di capire come salvarti dall’imminente divorzio “per assenza di birra fresca” (no, perchè lui ci aveva anche provato a riaccendere il frigo, ma “che fai?? Lascia così che almeno si asciuga bene dentro, lo riaccendo poco prima di uscire” poi, va beh, sei uscita… del resto hai sempre da pensare a mille cose), la tua depressione si fa sempre più profonda.

In un loop, capisci che la spesa che dovrai fare non potrà essere né rapida, né tantomeno indolore, se vorrai sopravvivere nelle prossime settimane. Freezer, frigo e dispensa vuoti sono una combo tanto micidiale per te, quanto fruttifera per la Caprotti family.

No, non sei pronto ad affrontare le corsie al neon del supermercato! “Amore, stasera ci autoinvitiamo da Ele e Mauro? Mi sono mancati!

Le foto

Ah no, loro sono partiti l’altro ieri. Si stanno divertendo un sacco, a giudicare dalle 376 foto che ti hanno mandato. E che continueranno a mandarti ogni giorno della loro vacanza, come ogni singolo amico, parente, collega e conoscente che sono partiti di recente. Non te le mandano via WhatsApp? Non temere, tanto su Facebook non te le perdi. Tra l’altro, non puoi nemmeno lamentarti, visto che fino a ieri eri tu la stronza a mandare foto a chi era ancora in ufficio. Pentiti!

Rifugiarti da Franco e Anna, che sono già rientrati da un po’ ti sembra una buona idea. Poi ricordi che l’anno scorso, in analoga situazione, hanno passato 4 ore a mostrarti le foto delle loro vacanze. Quello è stato un seratone, che no, non sei pronta a voler bissare.

***

No, basta l’anno prossimo me ne sto a casa, accendo il condizionatore e chi s’è visto s’è visto… Basta viaggi, week end fuori, annessi e connessi: troppo sbattimento! Non ne vale la pena, dai…

“Amore? ma hai visto che Ryanair ha messo fuori delle offerte?”

Sapete anche voi come andrà a finire, vero?

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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