Qualche giorno fa sono stata con mio figlio di 9 anni all’Istituto dei Ciechi di Milano dove è allestito, già da parecchio tempo, “Dialogo nel buio”.

Si tratta di un percorso di più di un’ora di tempo nella totale oscurità guidati da una persona non vedente.

Si attraversano ambienti conosciuti di vita quotidiana, ma lo scopo non è tanto far capire come vive una persona cieca (questo sarebbe estremamente riduttivo e a mio avviso anche un pò presuntuoso), quanto vivere un’esperienza sensoriale diversa.  Entrare maggiormente in empatia con chi non ha il senso della vista.

Per queste ragioni ho pensato di portare mio figlio più grande. Io avevo già fatto l’esperienza di “Dialogo nel buio” una decina di anni fa, prima di diventare mamma, quindi pensavo che per me non sarebbe stata una esperienza sconvolgente.

Mi sbagliavo alla grande.

Rifare questa esperienza da mamma ed insieme a mio figlio è stato un viaggio introspettivo.

Come è organizzata la visita

Non eravamo soli, nel gruppo c’erano più bambini che adulti.

Quando si entra nella totale oscurità e si conosce la guida la fila indiana si spezza perché ci si mette in cerchio e da lì poi ci si muove in autonomia anche se ovviamente sempre guidati dalla voce e dalle indicazioni di chi in quel buio assoluto sa vedere ben oltre.

In un primo momento a me quel buio totale mi ha spiazzata. Non ricordavo questa sensazione la prima volta in cui ci fui immersa. Ma questa volta avevo mio figlio, non lo vedevo più anche se ne potevo sentire la voce. Onestamente per la frazione di un secondo ho pensato di prendere il mio bambino ed uscire. Poi lo sgomento così come è arrivato è passato. Leonardo non era spaventato e si sapeva muovere anche abbastanza bene quindi era tutto tranquillo.

Le sensazioni

Leonardo era curioso, parlava con la guida ed esplorava. Io andavo esplorando gli ambienti pensando a dove fosse e seguendo la sua voce.

Ma la cosa che mi ha colpita è che appena lui mi passava vicino in silenzio, anche senza sfiorarmi, io sentivo che era lui. La prima volta ho pensato fosse un “caso” ma poi ricapitava a ogni suo avvicinamento silenzioso mentre esplorava nel buio. Sentivo la sua presenza, allungavo la mano e non ho mai sbagliato. Credo fosse istinto. La vista è un senso potente, nel senso che mette in secondo piano gli altri, perlomeno nella nostra cultura. Quella situazione, anche se non pericolosa, mi aveva fatto subito mettere in connessione con altri modi di localizzare e sentire non solo con le orecchie ma in modo fisico il mio cucciolo.

Ho pensato alle mamme cieche, come sentono i loro piccoli? Con quale istinto, che io non potrò forse mai capire, sanno tutto di loro anche senza poterli vedere?

Mi avrebbe fatto molto piacere che Leonardo avesse avuto la stessa percezione del mio passaggio e invece quando gli davo la mano in silenzio chiedeva “Chi sei?”…eppure la mia mano la conosce bene…”Ma come! sono la mamma!” mi veniva da rispondere. I neonati nascono con tutti i sensi attivi. La vista è però quello più deficitario all’inizio eppure riconosco la loro mamma da molto altro. Lui a suo tempo mi aveva riconosciuto dall’odore, dal battito del mio cuore ma poi la vista ha preso il sopravvento.

E allora ho pensato ai bambini ciechi, che connessione con le loro mamme!

La vista è un senso stupendo, permette di vedere il mondo con i suoi colori, le persone e le loro emozioni. Ma in un certo senso mette anche dei limiti personali, perché prevarica gli altri sensi di cui spesso ci dimentichiamo. Ma anche dei limiti sociali perché l’estetica spesso crea un pre-giudizio.

Chi non ha la vista non può accedere a tutta una serie di esperienze visive, ma ne ha altrettante e forse molte di più dagli altri sensi per conoscere il mondo e le persone.

Portate i bambini a provare questa esperienza e vivetela insieme a loro. L’accesso è consentito dai 5 anni. Valutate se però secondo voi il bambino può essere pronto a stare al buio totale per più di sessanta minuti.

 

Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale di Dialogo nel buio.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Rolling Mamas

Articoli redazionali o guest post redatti da ostetriche, psicologi, pedagogisti, avvocati, magistrati, insegnati ed esperti di settore

Ti potrebbero piacere