Sono una brutta persona. Sto usando il blog per fare una confessione.

Ho deciso oggi di togliermi questo peso dal cuore. Temo che questa cosa di trascorrere tutto questo tempo nello studio della nostra pediatra sia una sorta di contrappasso per quello che ho fatto fino adesso.

Io talvolta mento a mia madre

Non su tutto, anzi in realtà quasi mai. Chi mi conosce sa che non riuscivo neanche a copiare in classe durante le verifiche. Il mio viso non riesce a nascondere una bugia, insomma non sono proprio capace.

Ma dopo anni di ripetizione dello stesso copione ho iniziato a mentire… al telefono posso cavarmela!

La prima volta è andata così :

“Sai mamma Pietro ha qualche linea di febbre, poca roba, 37.8….”

“La pediatra cosa dice?”

Non lo so mamma non la chiamo per adesso… ho qui il suo foglio: cosa fare in caso di… ecco per la febbre dice di aspettare almeno tre giorni prima di chiamarla se il bambino non ha particolari disturbi.”

“Bah, io per sicurezza la chiamerei comunque…, é lì apposta!”

“Mamma ma lo sai che la febbre non è una malattia, ma un meccanismo di difesa dell’ organismo… e bla bla bla bla bla…. (seguono 85 minuti di spiegazione)… quindi oggi non la chiamo.”

“Quando eravate piccoli voi lo chiamavo sempre il pediatra.

Anzi lui chiamava me, e veniva subito a casa!”

La seconda volta lo scenario era un po’ differente la temperatura era salita a 39.

Qui si sale di difficoltà.

Febbre sopra i 39 per molti fa rima con PRONTO SOCCORSO. Sempre per sicurezza eh, sempre perchè tanto sono lí apposta!

Convincere quindi la nonna, che non era comunque necessario interpellare immediatamente la pediatra ha richiesto immani doti di eloquenza. Ecco improvvisamente spiegato lo scopo finale di tante versioni in latino alle superiori. Grazie Cicerone. Sapevo che un giorno mi saresti tornato utile.

Nonostante la chiarezza e l’ineccepibilitá delle mie motivazioni questo mio non voler chiamare la pediatra provocava nella nonna un’ansia persistente.

Telefonate ogni 30 minuti. Messaggi su WhatsApp…

“E’ scesa?”

“Come sta?”

“Quanto ha adesso?”

“Spoglialo!”

“Fai le pezze fredde!”

“Fagli un bagno tiepido!”

“Metti le calzette umide!”

…fai la riverenza, fai la penitenza,

guarda in su guarda in giù

dai un bacio a chi vuoi tu…

Le telefonate della nonna così cantilenanti richiamavano alla mia mente filastrocche di bambina, credo fosse un meccanismo di difesa… attuato dal mio cervello.

Ora peró dovete mettervi pure nei miei panni. Chiusa in casa con i due piccoli di cui sopra, e con la nonna in panico in diretta telefonica. Bisognava correre ai ripari.

Prima di attuare il piano B, devo spezzare una piccola lancia in favore della nonna:  essere a chilometri di distanza non aiuta. Io credo che se lei vedesse con i suoi occhi i nipoti che con 39.5 di febbre corrono per casa giocando a “i due piccoli Uruk-hai” si tranquillizzerebbe quasi del tutto. Ma io devo sopravvivere, quindi che piano B sia.

Questa volta sistemo tutto io.

“Ciao mamma, si insomma hanno la febbre tutti e due… Pietro 39,  Bianca 38.5…”

“La pediatra cosa dice?”

Dice che è  un virus, che é in giro…di richiamarla se non migliorano nei prossimi giorni!”

“A Bene! Meno male che l’ hai sentita, così sei più TRANQUILLA!”

… Andata… al telefono nessuno si è accorto del mio sguardo colpevole…Visto? E cosa ci voleva!

Mamma tu lo sai… ti voglio bene!

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