Distinguere un buon marsupio ergonomico da uno non ergonomico può non essere sempre semplice. A cosa prestare attenzione?

Riconoscere un marsupio ergonomico da uno non ergonomico era una cosa piuttosto semplice fino a qualche anno fa. C’erano i marsupi a pannello largo, con bambini seduti e quelli “a mutanda” con bambini appesi: i primi andavano bene, i secondi no. Semplice, lineare e facile da spiegare.

Oggi la panoramica dei supporti è molto più variegata ed in continua evoluzione. Le aziende stanno riconoscendo man mano i principi del “buon portare” e in certi casi cercano di produrre supporti che vi si avvicinino, anche se spesso i risultati non sono del tutto soddisfacenti.

Ma quindi quali sono le caratteristiche che dobbiamo osservare per capire se ci troviamo davanti ad un marsupio davvero ergonomico?

Questione di ergonomia

Prima di capire come riconoscere un marsupio ergonomico, vale forse la pena capire cosa significa davvero ergonomia.

Secondo Wikipedia, l’ergonomia è “la scienza che si occupa dello studio dell’interazione tra individui e tecnologie” che ha lo scopo di progettare strumenti e oggetti adeguati alle esigenze e che non provochino l’insorgenza di effetti dannosi.

La qualità del rapporto tra l’utente e il mezzo utilizzato è identificata dal “livello di ergonomia” determinato da sicurezza, adattabilità, usabilità, comfort, gradevolezza, comprensibilità e via discorrendo.

Ma a cosa ci serve sapere tutto questo nella nostra questione “ergonomico vs non ergonomico”? Giurin giurella: non è la solita pedanteria della signorina Precisini che alberga in me.

Vale però la pena ragionare sul fatto che, alla luce di quanto detto prima, il conflitto ergo vs non ergo non ha molto senso. Da una parte perché l’ergonomia non è un fenomeno Tutto/Nulla, ma una questione di livelli, dall’altra parte perché il livello di ergonomia si basa sull’interazione tra oggetto e individui coinvolti che, nello caso del babywearing, sono portato e portatore.

L’ergonomia non è quindi una caratteristica intrinseca di un oggetto, come possono esserlo il materiale o il colore. Facciamo un esempio pratico che ci aiuti a capire meglio. Un marsupio di misura toddler, perfettamente ergonomico per bambini di 18-24 mesi, non lo è per un neonato di 3 settimane. O ancora, un marsupio con un sistema di spallacci e fascione ben progettati e imbottiti potrà essere sufficientemente ergonomico per il portatore, ma se ha una seduta stretta, non lo è per il portato.

Come riconoscere un marsupio ergonomico

In questo quadro di “relatività” sul concetto di ergonomia, possiamo però tenere ben presente ciò che è più importante: scegliere un prodotto che rispetti la fisiologia del nostro bambino e la nostra. Ed è a questo concetto che possiamo riferirci quando parliamo di supporto ergonomico.

Ma a quali caratteristiche dovremo andare a prestare attenzione?

Larghezza della seduta

La larghezza della seduta è il primo parametro per valutare se il marsupio che stiamo valutando è un buon prodotto.

Non esiste una misura minima standard, la cosa fondamentale è che ci sia il rispetto della postura del bambino. La larghezza del pannello deve garantire che il portato stia nella posizione divaricata seduta (posizione a M, con ginocchia più alte del culetto e piedi paralleli al terreno). La stoffa deve arrivare circa all’incavo del ginocchio (cavo popliteo) in modo che la coscia sia ben sostenuta e le gambe non siano penzoloni. Bisogna anche prestare attenzione che il pannello non vada oltre la linea del ginocchio, causando iper-divaricazione ed estensione del ginocchio stesso (piedi non paralleli al terreno).

Per bambini più grandicelli (dopo i 18 mesi), non è necessario che la seduta arrivi millimetricamente all’incavo del ginocchio. E’ però sempre importante che la gamba risulti adeguatamente sostenuta e che la posizione sia sempre seduta e non appesa.

Pannello morbido

Il pannello all’interno del quale viene posizionato il bambino dovrebbe essere morbido, in modo da adattarsi alla posizione del piccolo portato. Ovviamente abbastanza sostenitivo da fornire l’adeguato supporto, ma privo di elementi rigidi e/o eccessive imbottiture che vadano a modificare la fisiologica curvatura della schiena dei piccoli. Contrariamente a quanto dicono le nonne, non bisogna forzare la schiena per “farla diventare dritta“, ma sostenerla ed accoglierla nella sua naturale conformazione in cifosi (a C).

Contatto portato-portatore

La condizione migliore per portare è quella in cui si ha il massimo contatto tra portato e portatore. Questo conduce ad una serie di vantaggi non solo emotivi. Da una parte, la vicinanza rassicura il bambino e ne migliora la termoregolazione, ma dall’altra anche la stretta vicinanza permette un migliore scarico del peso portato. Inoltre, la vicinanza e l’adeguato supporto della schiena evitano l’attivazione del riflesso di Moro, che può essere causa di pianto del bambino mentre lo si porta.

La presenza di uno strato tra portato e portatore, in genere, è associata ad una maggiore oscillazione del portato all’interno del supporto con conseguente aumento della scomodità per il portatore. O, in altre parole, di una diminuzione dell’ergonomia. Per questo, dovremmo evitare tutti i supporti dove il bambino viene inserito in una sorta di sacchetto prima di essere “indossato”.

Regolabile sul portatore

Il marsupio deve poter essere regolato finemente una volta caricato il bambino. La regolazione fatta in questa fase permette di rendere il marsupio perfettamente adeso al corpo, con conseguente aumento della comodità sia del portato che del portatore. Un marsupio finemente regolato sulle fisicità di entrambi porta anche ad un aumento della sicurezza, perché si va ad assicurare, sostenere e contenere il bambino nel modo più corretto. Ricordiamo anche che un supporto non ben regolato può portare l’adulto a mettere in atto meccanismi di compensazione della posizione andando a sporgersi avanti, indietro o lateralmente per compensare il peso del bambino.

Fascione e spallacci comodi

Un marsupio davvero ergonomico per il portatore è dotato di spallacci ben progettati e comodi, con imbottiture adeguate e sufficientemente larghi. E’ chiaro che la forma, le dimensioni e la rigidità di spallacci e fascione sono caratteristiche del tutto personali e quindi un marsupio può risultare perfetto per una persona e inadeguato per una persona con differente fisicità Prendiamo ad esempio la larghezza degli spallacci; in linea generale, spallacci più larghi equivalgono ad un migliore scarico del peso in quanto andiamo a distribuire il peso su una superficie maggiormente ampia. Se ci troviamo, però, in presenza di una spalla particolarmente esile e minuta, uno spallaccio molto largo non veste bene e risulta, quindi meno funzionale e meno comodo. Di fatto, meno ergonomico. Ecco perché è importante riuscire a provare i marsupi prima di acquistarli.

Posizione alta

Il marsupio deve essere progettato in modo tale da poter posizionare il corpo del bambino ben alto sul corpo del portatore. L’altezza giusta è l’altezza bacio, in cui il portatore può baciare in testa il proprio bambino senza piegarsi troppo in avanti. E’ importante che la linea del culetto del portato risulti più alta della linea dell’ombelico del portatore, in questo modo, il baricentro di chi porta non viene alterato e il portare è più confortevole. O ergonomico, appunto.


In definitiva, possiamo considerare un marsupio ergonomico se permette al bambino di mantenere una posizione divaricata seduta, e di sistemarsi alto e ben adeso al corpo del portatore. Ma abbiamo anche detto che l’ergonomia non è un concetto assoluto e la prova addosso è quella che davvero conta per verificare l’efficienza e il comfort di un marsupio. Per questo vi consigliamo di rivolgervi ad una fascioteca che vi aiuti a scegliere il modello migliore per voi ed il vostro bambino. Per salvaguardare schiene e portafogli.

Se siete in provincia di Monza e Brianza, non esitate a contattare la fascioteca Rolling Mamas, saremo molto liete di aiutarvi a trovare il marsupio migliore per voi.

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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