Portare i piccoli: una pratica di accudimento e relazione, un modo comodo per stare insieme. Ma quanto può costare portare?

Babywearing e denaro. Un’associazione senz’altro poco romantica, ma non sempre trascurabile. Perchè non si vive di solo pane e amore e ci siamo rese conto che, talvolta, il portare appare una pratica piuttosto costosa e questo può risultare scoraggiante. Ma quanto può costare portare, davvero? La risposta non è univoca. Dipende dalle inclinazioni, dall’amore per i cambiamenti, dall’essere o meno fashion-victim e da molti altri fattori. Il babywearing può essere una “pratica” molto costosa? Sì, senza dubbio. Ma lo è necessariamente? Assolutamente no, con qualche piccolo accorgimento.

Quanti supporti sono necessari?

Uno, due, dieci? Dipende dal tipo di supporti che andremo a scegliere.

Prendiamo in considerazione un percorso portato “completo” e un po’ stereotipizzato, che inizia poco dopo la nascita e si conclude, indicativamente, intorno ai 2 anni. (Dopo i due anni, i bambini possono ancora essere portati, ovviamente, ma spesso diventa un portare più sporadico e generalmente correlato a specifici momenti: viaggi, malessere etc). Ovviamente sappiamo che non tutti i bambini ed i percorsi sono uguali, ma per una volta permetteteci di uniformare un po’.

Dicevamo, dunque, quanti e quali sono i supporti necessari per portare dalla nascita ai 2 anni circa? Oviamente, sempre considerando un portare che sia davvero ergonomico, caratteristica che, oltra ad aver a che fare con il supporto, ha anche a che fare con il tipo di uso che se ne fa.

Se si sceglie di iniziare a portare con una fascia elastica, allora si deve essere consapevoli che, ad un certo punto, sarà necessario passare ad un altro supporto e quindi procedere ad un nuovo acquisto.

Meh Dai e marsupi, al contrario, sono buoni strumenti per bimbi dopo i primi mesi e che possono accompagnare a lungo. Tuttavia, non sono adatti a portare i neonati. Il marsupio per tutto il percorso, nonostante sia un articolo molto ambito, non è qualcosa di realmente applicabile.

La ring può essere usata, con i dovuti accorgimenti, fin da subito ed è perfetta per portare sul fianco, tuttavia, ne sconsigliamo decisamente l’uso per portare sulla schiena.

Con i supporti citati finora, quindi, non si riesce a coprire con soddisfazione il percorso portato nella sua interezza. 

Il supporto che fornisce la versatilità adatta a portare dalla nascita fino alla fine del percorso è la fascia lunga tessuta (spesso denomicata fascia rigida). Con la fascia lunga, infatti, basterà cambiare il tipo di legatura per portare con soddisfazione neonati e toddler. Scegliendo una fascia con le giuste caratteristiche, è suffciente acquistare una sola fascia. Già, una sola! Una buona fascia rigida permette di portare neonatini e “toddleroni”. In altre parole, una fascia rigida (una sola) può coprire tutto il percorso portato.

E la composizione? La grammatura?

Immagino la perplessità negli occhi di qualcuno dei lettori.

“Ma come una sola? Non devo poi passare a quella misto cemento armato?”

Se bazzicate i gruppi Facebook sul portare, ma anche se avete sbirciato dei siti che vendono fasce, sicuramente lo avrete notato. Esistono fasce di diversa composizione (altrimenti detta blend) e di vari “spessori” (espressi come grammatura, cioè peso in grammi per ogni metroquadro di tessuto).

Banalizzando molto, alcuni blend sono più morbidosi (es. cotone+bamboo), altri più freschi (es. cotone+lino), altri più “sostenitivi” (es. cotone+canapa). Grammature basse (quindi fasce generalmente meno spesse e meno dense, dette anche “sottilette”) sono più gestibili, grammature alte, di nuovo, più sostenitive.

Quindi vedi che una sola non basta?

Non è esattamente così: in realtà, una fascia lunga, di buona qualità, in 100% cotone e con grammatura media è in grado di rendere il portare confortevole per tutto il percorso portato. Anche perchè, non dimentichiamolo, con la fascia tessuta è possibile fare legature diverse, con un numero variabile di strati (uno, due o tre strati). È la tecnica di legatura quella che fa davvero la differenza, molto più di un diverso blend. Una legatura multistrato, eseguita in modo corretto con una fascia 100% cotone porta bene bimbi di alto peso, con soddisfazione del portatore.

Le taglie

A volte può essere comodo possedere fasce in diversa taglia, ma non è necessario. Una fascia in taglia base (che varia da persona a persona in base alla corporatura) permette di fare tutte le legature necessarie per il percorso. In alcune legature, potrà avanzare più coda, ma questo non rende necessario comprare altre fasce. Potrete sbizzarrivi in chiusure particolari o semplicemente raccogliere le code, se vi danno fastidio; se non creano fastidio, potrete semplicemente lasciarle ondeggiare intorno a voi.

“chi più spende, meno spende”?

Assodato che è possibile usare una sola fascia per tutto il percorso, giunge una questione nodale. Quanto si spende per una fascia di buona qualità?

La forbice di prezzo che descrive il mercato delle fasce è davvero ampissima. Ci sono Artipoppe Limited edition da oltre 800 euro (e possiamo tranquillamente salire di livello e quindi di costo) e fasce senza marca da 20 euro… Come dicevano gli antichi medio virtus stat, la virtù sta nel mezzo.

Noi lo diciamo con estrema convinzione. Non è necessario spendere 800 euro per una fascia per portare a lungo e con soddisfazione. Spesso, ciò che rende estremanete costosa una fascia è un particolare tipo di filato, raro o dalla lavorazione complessa. Alcuni tipi di lana, certi tipi di seta possono far lievitare il prezzo di svariate decine o centinaia di euro. Accanto a questo aspetto, abbiamo anche la questione brand: alcune marche producono “fasce di lusso”, esattamente come avviene per gli abiti o le scarpe. E continuando il parallelismo con il settore calzaturiero, non so voi, ma io non ho comprato delle Gucci o delle Prada ai miei bambini per fare i primi passi (e nemmeno i secondi o i terzi, devo dire…).

Una buona fascia per cominciare e che vada bene fino a fine percorso può avere un prezzo che si aggira sui 70-75 euro. Con un investimento tra i 100 e i 120 euro potete portare a casa una fascia di qualità superiore ed anche esteticamente accattivante.

“Spendo poco per vedere come va”

La tentazione di “andare al risparmio”, quando si acquista il primo supporto, può essere forte. Io stessa, all’inizio del mio percorso, non avevo voglia di spendere molto, volevo vedere se davvero il portare fosse la nostra strada, prima di investire una cifra più consistente. Il rischio però è acquistare un supporto di scarsa qualità, che rende difficoltosa la procedura per legare e dona scomodità al portatore. Male alle spalle, dolore lombare, un genitore teso e scontento ed un bimbo che piange possono essere il risultato. In questo modo, è possibile arrivare alla conclusione che il portare non sia la propria strada, quando in realtà, è solo il supporto scelto ad essere inadatto.

Spendere, bene, 70 euro, può essere comunque più economo che buttarne via 40, non credete?

Il tunnel

Fasce e supporti possono essere così belli ed accattivanti da indurci a fare svariati acquisti. Per quello a volte si dice “entrare nel tunnel dei supporti”… C’è chi si appassiona alle scarpe, chi ha una grande quantità di borse, chi colleziona timbri sul passaporto. Sono tutte scelte, lecite, libere e gratificanti.

Ognuno ha il diritto di scegliere come spendere i propri soldi. Ma è importante distinguere tra scelta e necessità. Acquistare svariate fasce, marsupi o meh dai non è necessario per un percorso lungo e gratificante.

Insomma, per camminare bene è necessario avere un buon paio di scarpe, ma non è necessario possedere delle Jimmy Choo o una cabina armadio piena di calzature. Certo, è anche vero che “La verità è che nessuno di noi ha un solo paio di scarpe in casa. Ognuno di noi ne ha un numero diverso. Sta a noi cercare quel numero che sentiamo “giusto“. Ma il portare non è MAI legato alla fascia, bensì all’ascolto reciproco“. Sagge parole di Francesca Praga, istruttrice Portare i piccoli® e brillante blogger di www.ginabarilla.it

Come risparmiare

Ci sono diverse strategie per poter risparmiare quando ci si avvicina al mondo del portare, senza però rinunciare alla qualità del supporto.

Il sistema più economico per approcciarsi al portare è quello di ricevere in prestito un supporto da amici e conoscenti. In questo modo, potete avvicinarvi al mondo del portare senza spendere un centesimo. È però importante accertarsi che i supporti che vi prestano siano davvero ergonomici e di buona qualità.

Non tutti, però, abbiamo a disposizione amici portatori. Un’altra buona opzione è quella di orientarsi su fasce e marsupi di seconda mano. Il mondo dell’usato è piuttosto fiorente nel babywearing e permette di risparmiare un po’. Vi sono molti gruppi Facebook a tema babywearing, dove è possibile valutare supporti non nuovi e che offrono garanzie sull’onestà del venditore e sullo stato dei supporti che si vanno ad acquistare (sistemi di feedback, segnalazione di profili truffaldini etc). Non vi aspettate, però, prezzi dimezzati rispetto al nuovo; la diminuzione del costo c’è, ma non così significativa.

Come è possibile acquistare usato, è altrettanto possibile vendere il proprio usato, per finanziare nuovi acquisti.

Ma c’è un’altra via per risparmiare.

La consulenza come risparmio

No, non siamo impazzite, rivolgersi ad un professionista oppure ad una fascioteca è davvero un modo per risparmiare. Certo, le consulenze hanno un costo, ma, in genere, questo costo viene ampiamente ripagato dai risultati. Affidarsi ad un* espert* permette di valutare in modo obiettivo pro e contro dei diversi supporti, consente di provarli e dona strumenti per utilizzarli al meglio. Spesso, la consulenza comprende anche il prestito gratuito del supporto e questo permette di valutare con calma prima di procedere ad un acquisto. Nelle fascioteche, è possibile noleggiare a costi popolari. Insomma, le opzioni di aiuto sono diverse.

Tante volte ci è capitato che arrivassero da noi famiglie che avevano acquistato diversi supporti, senza mai trovarsi veramente bene con nessuno, vuoi perché non era il supporto migliore per loro, vuoi perché c’erano rifiniture da effettuare nell’uso. Ma qualsiasi fosse il motivo, queste famiglie avevano speso molti soldi che forse, con un piccolo accompagnamento esperto, avrebbero potuto risparmiare. Per non parlare della frustrazione.

Le consulenze sono quindi necessarie e obbligatorie per portare? No, non lo sono. Si può portare bene e a lungo anche senza consulenza, si può acquistare il supporto giusto al primo colpo, a scatola chiusa. Ci vuole un po’ di fortuna e/o molta perseveranza. Decidere di fare una consulenza è una scelta che può, però, farvi risparmiare, in definitiva.

Buon portare, per tutte le tasche!

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Giorgia

Sono Giorgia, adoro i miei cani, il buon cibo, il mare, il sapere, Netflix, i viaggi itineranti e scrivere. Sono un vulcano di idee e progetti, ho sempre qualcosa di nuovo da conoscere e studiare, amo studiare quasi quanto amo gli stuzzichini dell'aperitivo. Ho qualche problema con l'agenda, ma non manco mai un appuntamento. Chi mi ama lo fa senza condizioni.

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